I

60 5 0
                                    

Alzo lo sguardo verso l'edificio chiamato scuola. Sono sola, come al solito. Da quando ho litigato con Alyas, la mia migliore amica, ad agosto, ormai tre mesi fa, non sto con nessuno. Alyas è una abbastanza popolare a scuola, e dopo che abbiamo rotto tutti mi hanno inquadrato come strana, sbagliata. Non che non avessi amici, ma... tendo a considerarli solo conoscenti, e poi, col fatto che vengo da fuori paese, non vengono a scuola con me e non li vedo quasi mai.

La campanella suona e aspetto che la massa di adolescenti si sposti.

Di solito non mi considero un adolescente normale, l'unica cosa che potrò avere in comune è il fatto che odio i miei genitori, anche se in realtà non ci litigo mai. Non cerco guai e avventure come gli altri ragazzi, non voglio superare i limiti e sfidare la sorte.

Comunque, mi incammino verso il cancello e corro in classe. Guardo fuori dalla finestra mentre mi siedo nell'ultimo banco affianco a Lula. È una ragazzina più piccola di un anno, è intelligente, certo, ma venire a scuola con codini, cerchietti e mollette in seconda superiore è decisamente troppo. Senza contare che aveva occhiali e apparecchio. Non la sto giudicando, è un vulcano di idee, l'ho anche votata per diventare rappresentante di classe, anche se dopo hanno eletto altri, è che... non è la prima persona che sceglierei come compagna di banco. Ma è il massimo che mi posso permettere, ora.

Anche Alyas è entrata in classe, con quei suoi capelli scuri lisci sopra e ricci sotto che ondeggiano. La sua nuova amica e compagna di banco le batte il cinque, complimentandosi per i jeans.

Credo che uno dei motivi per i quali Alyas non mi vuole sia proprio questo: non mi interesso di vestiti e di moda. Il massimo che riesco ad infilarmi sono dei jeans spiegazzati e una felpa enorme che mi copre completamente.

Dopo che è suonata la seconda campanella un ragazzo entra in classe, guardandosi in giro, seguito dalla prof. di storia dell'arte e disegno.

- Non c'è un banco, vado a chiedere alla bidella. - la donna fa per uscire, ma il ragazzo la ferma.

- Stia tranquilla, qui c'è una vista bellissima. - lui sposta lo sguardo sulle ragazze.

Alyas, al primo banco, si sporge verso l'amica, Giorgia, per commentare. Un altro motivo del nostro litigio: io i ragazzi li evito, Alyas invece una volta che finisce con uno ne cerca un altro.

Io sposto lo sguardo fuori dalla finestra. Persa nei miei pensieri, non noto che il ragazzo si è messo al terzo banco, spaparanzato sulla sedia.

Lo osservo per un po', come i miei compagni. Indossa dei semplici jeans e una maglietta azzurra. Ha delle Nike bianche ai piedi. Non riesco a decidere di che colore ha i capelli, forse chiari, forse scuri. Da come si è comportato sino ad adesso mi sembra il solito spaccone che piace a tutte le ragazze. Tutte, tranne che a me.

La prof. inizia a spiegare, e io comincio a prendere appunti. In storia dell'arte sono brava, e anche in disegno. Forse per via del mio nome.

La lezione finisce presto, e la prof. mi chiama alla cattedra prima di uscire.

Ha i capelli rossi raccolti, e indossa sempre abiti eleganti, anche se sembra molto giovane. Io l'ho adorata dal primo istante: semplice, efficace e passionale. Riuscirebbe a farti piacere anche la più orribile delle materie, con la dedizione e la passione che mette nello spiegare.

- Hai presente il concorso dell'anno scorso? Quello che diceva di inventare un mondo di creature fantastiche e spiegarlo in un disegno?

- Sì?

- Il tuo disegno è passato sotto il controllo dei giudici, ed è stato proposto per proseguire nel concorso.

- Quindi... se vado avanti...

Voglio vedere come va a finireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora