Capitolo 31 - Doppio

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Alex

Entriamo nella sua vecchia stanza e lei resta vicino la porta chiusa, io sento la necessità di sedermi perché so cosa deve dirmi e temo di non reggermi in piedi.
Il mio cuore batte a mille e inizia anche a girarmi la testa, dentro di me prego silenziosamente di sbagliarmi, ma dall'espressione dipinta sulla sua faccia, temo siano speranze inutili le mie.

É troppo presto per un bambino.

Si tortura le mani e il suo sguardo è fisso a terra, la vedo intrappolare il labbro inferiore fra i denti, i capelli le ricadono davanti il viso nascondendola in gran parte.
La stanza è avvolta nel silenzio, non abbiamo il coraggio di affrontare la situazione, sono teso esattamente quanto lei.
Sono certo che appena aprirà bocca, tutto sarà diverso, le nostre vite cambieranno radicalmente, ci troveremo ad affrontare una realtà che credevamo lontana.
I minuti scorrono e l'unico suono è il ticchettio dell'orologio appeso al muro che ritrae la mia rossa con le ragazze, sono sorridenti vicino un albero di natale, abbracciate.
Vorrei dire qualcosa e sono sicuro che anche lei vorrebbe farlo, ma entrambi credo abbiamo bisogno di un altro minuto prima che la realtà ci investa.
Inspiro profondamente, sfrego le mani sulle cosce, ad occhi chiusi espiro.

"Emily."
La chiamo dolcemente ma trapela l'ansia nella mia voce.
Alza piano la testa e vedo i suoi occhi pieni di lacrime, un pugno allo stomaco, non perché questo mi dà la conferma che sia incinta, ma perché vedo la donna che amo fragile.
Mi alzo e la avvolgo nel mio abbraccio, ha bisogno di me, fosse l'ultima cosa che faccio ma ci sarò per lei, nonostante non sia pronto a fare il padre, nonostante le paure.
La stringo forte mentre lei si lascia andare ad un pianto liberatorio, cinge la mia schiena con le sue braccia, il calore del suo corpo sul mio già mi fa sentire meglio.
Non so dove trovare la forza necessaria per affrontare tutto quello che verrà, ma insieme ce la faremo.

Come è strana la piega che ha preso la mia vita da quando quel giorno mi sono ritrovato ad assistere una pazza rossa che canticchiava e ballava in una cucina.
Ho provato più emozioni da quel giorno fino ad ora, che in tutti i miei trentatre anni di vita, e ora questo.
I singhiozzi di Emily iniziano a cessare, le lascio dei baci alla tempia stringendola ancora più forte.
Non ho intenzione di lasciarla andare per il resto dei nostri giorni. 

"Piccola, va tutto bene."
Cerco di confortarla.
"Non va bene niente, sono incinta."
Riesce a dire fra i singhiozzi.

Mi stacco dal suo corpo quel tanto che basta per incastrare i suoi occhi nei miei e cerco di accennare un sorriso.
Sembrano più grandi dopo aver pianto, e nonostante le labbra gonfie, il naso rosso, è bellissima.
Vi leggo tanta paura, è la stessa che sicuramente anche lei vedrà nei miei, ci siamo dentro insieme, in questo amore, in queste sfide da affrontare, in questa vita, percorreremo la strada mano nella mano.

"L'affronteremo insieme."
Mi avvolge in un abbraccio talmente forte da soffocare ogni paura.
Come sempre, riesce a rimettere al proprio posto ogni frammento di me con un abbraccio.
Credo sia questo il vero mistero chiamato Amore.

Ci sdraiamo sul letto, occhi fissi al soffitto entrambi, siamo giustamente un po' sottoshock, sprofondiamo in un mutismo assordante.
Milioni di pensieri affollano la mia testa e altrettante paure investono il cuore, abbiamo sempre affrettato i tempi, ma così è un po' troppo.

Poi lei spezza queste riflessioni.
"Un bambino... non era il momento."
Scuote la testa.
"Stiamo insieme da così poco e nel mentre è successo di tutto."

"Già."
Non riesco ad aggiungere altro.

"Sto affrontando un problema enorme adesso, non doveva accadere anche questo."
Porta le sue mani sul viso, come se volesse per un attimo nascondersi dal mondo.

Arrenditi a Noi (Sequel di Arrenditi All'Amore) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora