Capitolo 7 - Doppio

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Emily

"No!"
Urlo alzandomi al centro del letto, per fortuna era solo un incubo, l'ennesimo.

Devo reagire, ora basta.

Questa storia mi farà uscire di testa, non voglio rivivere di nuovo tutto, vivere nella paura come tre anni fa.
Non permetterò ad uno squilibrato di avere tutto questo potere sulla mia vita, non di nuovo.
Ho bisogno di tempo, può capirmi solo chi ha provato sulla propria pelle essere l'oggetto del desiderio di una mente perversa.
Avere il costante timore di un rumore, del silenzio, della notte, di addormentarsi.

Mi guardo intorno, sono sola in questa stanza spoglia, il mobilio essenziale qui come per il resto della casa.
Una piccola tv sul mobile in salotto, quattro sedie intorno ad un piccolo tavolo rotondo, un divano tre posti, la cucina, qui un piccolo armadio con un letto e due comodini.

Eppure mi sento a casa se c'è Alex.
A proposito, dove sarà?

Sospiro profondamente, pensando a lui mi capita spesso, oppure sorrido.
Scendo dal letto, non ricordo neanche come ci sono arrivata, deve avermi portata lui.
A questo pensiero sorrido mentre lo cerco e mi dispiace di non ricordare le sue forti braccia che mi sollevano, mi stringono al suo petto.
Ecco, come al solito la fantasia galoppa e immagino di essere stretta da quelle braccia, toccare quei pettorali, guardare quelle labbra con la voglia di assaggiarle.

Cavolo, sto diventando una maniaca grazie a lui.

Il campanello di casa suona provocandomi una stretta allo stomaco, mi irrigidisco all'istante.
L'ansia accelera i battiti del mio cuore, batte così forte che quasi non sento altro intorno a me.
La ragione mi suggerisce di stare calma, non può essere lui, sarà Alex che ha dimenticato le chiavi.
Oppure sarà il proprietario dell'appartamento che deve dirci qualcosa, ieri ha detto che sarebbe passato.
Ma la ragione non è forte quanto la paura, quindi resto immobile, nonostante chiunque ci sia dietro quella porta suoni per la seconda volta.

"Alex, ci sei?"
Sento una voce femminile provenire dall'altro lato della porta, questo mi tranquillizza subito.
Butto fuori tutta l'aria che inconsapevolmente stavo trattenendo, il sollievo attraversa i miei muscoli.
Mi decido ad aprire e davanti a me compare una ragazza, che dico, sembra una modella.
Una bionda, alta almeno cinque centimetri più di me e con un fisico perfetto.

È visibilmente sorpresa nel vedermi, forse non sapeva che lui fosse in compagnia.
Per alcuni secondi ci fissiamo, a dirla tutta, il suo sguardo indigatore mi mette un po' in soggezione.

Forse dovrei dire qualcosa invece di continuare a fare la figura da pesce lesso.

"Ciao, Alex non c'è al momento, vuoi entrare?"
Continua a squadrarmi dall'alto dei suoi tacchi vertiginosi senza dire nulla.

Forse ho qualcosa sulla faccia, sono spettinata, oddio ho tutti i vestiti addosso?

Mi guardo subito.
Sí, li ho.
Poteva essere, mi sono svegliata tre minuti fa, sono ancora stordita e comunque è tipico di me fare figuracce.
Potrei aprire la porta in mutande e non farci caso.

"Tu chi sei?"
Mi chiede e non so decifrare il suo tono.

Non faccio in tempo a rispondere perché una voce ci fa voltare verso il piccolo cancello bianco, che a quanto pare non serve a molto.

"Che ci fai qui?"
Alex  con in mano la busta di un bar e uno sguardo serio.

Quindi ecco dov'era finito.

Non capisco cosa stia succedendo, ma lo sguardo di Alex non è proprio tranquillo e nemmeno il suo tono di voce lo è sembrato.

Ma chi è questa ragazza?

Arrenditi a Noi (Sequel di Arrenditi All'Amore) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora