Capitolo 34 - Alex

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Alex

Sono stato un'ora a trafficare in quella soffitta e ora anche questo, cosa non si fa per amore.
"Forza pigrone, metti quella ghirlanda più in alto."
Emily continua a dirigere i lavori, per evitare che salisse lei sulla scaletta e per non farla stancare molto, mi sono offerto di aiutarla con gli addobbi.
"Perfetto, ora dobbiamo solo fare l'albero di natale, per il resto ci penso io."
Lei è tutta entusiasta, io molto meno.

Sbuffo per l'ennesima volta in venti minuti mentre le passo un'altra pallina, la sistema sull'albero che il sottoscritto ha trascinato qui e montato, metto un enorme fiocco rocco in cima, direi che la mia parte l'ho fatta.

"Finito, dai scattiamoci una bella foto."
Sembra così allegra che è impossibile rifiutare, mi posiziono alle sue spalle e la stringo, dietro di noi questo bell'albero addobbato, poi si volta e posa le labbra sulle mie, sento un altro scatto.
"Il nostro primo natale insieme."
Le si dipinge in volto un bel sorriso tenero nel pronunciare queste parole.

"In realtà siamo in tre."
Poso una mano sul suo ventre e le do un piccolo bacio sul naso.

Oggi è la vigilia di natale e incontrerò i suoi genitori a cena, ancora non sanno la grande novità.
Federica è con un altro agente, staranno nel gabbiotto del portiere, questo ci permetterà di avere privacy ma stare anche tranquilli.

Infilo la camicia bianca e sopra il cardigan grigio, noto il portafoto in legno sul comodino che Emily mi ha regalato l'altro giorno, lo prendo e mi soffermo sull'attimo immortalato che ritrae i nostri sorrisi.
Ci stiamo guardando negli occhi e la cingo con un braccio sulle spalle, un momento di spensieratezza al compleanno di Emma, circondati dai nostri amici.
"Amo quella foto, leggo tenerezza e amore nel modo in cui ci guardiamo."
La voce di Emily mi fa voltare, la ritrovo poggiata alla porta con la spalla, in un bellissimo vestito rosso stretto con maniche in pizzo, i capelli raccolti su di un lato.
Non posso non sorridere e pensare a quanto io sia fortunato, una bellissima donna, ma ciò che è mi ha fatto innamorare, è il suo cuore.
"Adoro anche la foto di poco fa davanti l'albero, la farò stampare."
Magari ci faccio un piccolo quadro su tela.

Si avvicina e mi scruta con i suoi occhioni indagatori.
"Sei nervoso?"

"Un po', tu?"
Evito di dirle che me la sto facendo sotto.
Sospira e quasi la sento tremare, fa semplicemente cenno di si con la testa.
"Andrà bene."
Cerco di rassicurarla con un sorriso.

"Di la verità, temi che mio padre ti faccia il culo."

"Già, e dato l'unico incontro con tua madre, credo che lei possa staccarmi le palle. A parte questo, tutto ok."
Scoppia a ridere, ma io ero serio.

Entro nell'appartamento e noto con piacere che ovviamente la mia rossa ha pensato ad ogni dettaglio per ricreare una bella atmosfera.
Allo schienale delle sedie ha messo degli enormi cappelli di babbo natale, ai piedi del divano in un angolo un pupazzo che raffigura appunto quello di neve, sul mobile due piccole stelle di natale, come centro tavola un vaso di vetro con dentro lucine led rosse.

Al suono del campanello di casa, i nostri occhi si trovano subito, come se cercassimo a vicenda conforto nell'altro, ed è ciò che avrà da me, qualunque sarà l'esito della serata.
La vedo sospirare e lisciare il vestito con le mani, poi le porta ai capelli, una rapida occhiata alla tavola inbandita per constatare che sia tutto in ordine.
Si allontana dal salotto per aprire la porta, mi alzo dal divano e attendo qui, un grosso respiro, sono pronto.
Ciò che mi mette ansia è dirgli che avremo un bambino, se dovessero reagire male lei ne sarebbe distrutta.

"Signora é un piacere rivederla, come sta?
Signor Mancini é un piacere conoscerla."
Il padre mi scruta stringendomi la mano con forza che ricambio con vigore, la madre mi sorride furba e mi sembra di rivedere la figlia.
Dopo una cena tranquilla, posso dire di essere ancora vivo, forse perché non abbiamo sganciato la bomba, mi assicuro che non ci siano coltelli nei paraggi, né oggetti pericolosi, non si sa mai.
"Noi stiamo cercando casa per andare a vivere insieme."
Sei occhi ora sono puntati su di me, l'espressione dei genitori è pura sorpresa, quella della mia rossa, credo sia rabbia.

"É un passo importante, non starete correndo un po' troppo?"
Il tono serio del padre è un tantino irrequieto.
"Però se ne siete sicuri, va bene."
Aggiunge subito la madre.

"Ne siamo sicuri papà."
Credo le manchi il coraggio per annunciare altro, quindi dovrò farlo io.
"Signor Alberto, amo sua figlia e voglio prendermi cura di lei, indipendentemente da ciò che le dirò fra un istante, avevamo già in mente di fare questo passo."
Emily capisce ciò che sto per dire e posa una mano sul mio braccio per fermarmi, stringo con la mia mano la sua.
I nostri occhi si scontrano, paura nei suoi, determinazione nei miei, poi le nostre dita si incrociano dando forza l'uno all'altra.
" Signori Mancini, sarà tutto un po' affrettato, ma la vita sconvolge i piani fatti, noi diventeremo presto una famiglia, Emily è incinta."
La mano che stringo nelle mie trema, la vedo con il capo chino non guardare i genitori che hanno un'espressione sbalordita.
" Hai messo incinta mia figlia? "
Il tono furibondo del padre era prevedibile, infondo non mi conoscono nemmeno, è ovvio che siano preoccupati per la figlia.

"Non era programmato, ma noi ne siamo felici, Emily è stata un fulmine a ciel sereno,  mi ha spinto ad essere un uomo migliore."
Sposto i miei occhi incontrando quelli verdi misti ad un leggero nocciola della donna che amo.
"Vi posso assicurare che lei e questo bambino sono un regalo del destino per me, la cosa migliore che potesse capitarmi."
Sento che la mia piccola trattiene il fiato, le si forma in viso un sorriso che adorna i suoi occhi lucidi.

"Per gli uomini è sempre tutto più facile, ma se dovesse finire fra voi, ne farà le spese questo bambino in primis, subito dopo mia figlia."
La madre da voce alle sue preoccupazioni e di certo non posso colpevolizzarla.
"Vi rendete conto che vi conoscete appena, all'inizio sembra tutto bello e facile, i difetti vengono fuori col tempo e i sentimenti cambiano."
La signora continua con il suo monologo.

"Posso assicurarti che siamo coscenti di ciò che significa un passo del genere e siamo sicuri di quello che proviamo l'uno per l'altra."
Emily la interrompe.
Per pochi istanti si fissano con decisione, l'una regge lo sguardo dell'altra, alla fine è sua madre che si arrende.

"Bhe allora possiamo solo gioire, diventeremo nonni. "
La signora sbatte le mani, si alza e va ad abbracciare la figlia, mentre il padre mi fissa serio.
"Ti prenderai cura di loro?"
"Assolutamente."
Il mio tono è irremovibile.
Mi stringe la mano.

La Signora Giada mi abbraccia e quando il suo viso è vicino al mio orecchio mi sussurra qualcosa che mi fa deglutire con terrore.
"Se farai soffrire mia figlia e la abbandonerai con un bambino, puoi dire addio ai gioielli di famiglia."

Lo sapevo che era pericolosa.

Abbiamo atteso insieme la mezzanotte e brindato facendoci gli auguri di natale, domani verranno i miei genitori e sarà un'altra giornata piena di rivelazioni.
"Ehy piccola, ti senti bene?"
Chiedo preoccupato raggiungendola a letto.
É stato un po' imbarazzante soprattutto per lei lasciare i suoi a casa sua e venire a dormire qui da me, ma credo che sia stato peggio rivelare la gravidanza.
"Fisicamente si."
Si rannicchia nel mio abbraccio, ha bisogno di un po' di conforto.
"Li ho delusi, ho fatto un casino, non era il momento, è successo tutto troppo in fretta. Un bambino è una cosa seria, tra noi è tutto sempre stato in bilico, è da incoscenti."
Le sue parole mi fanno rabbia, mi alza con il busto costringendola a fare lo stesso.
" Ascoltami bene, nostro figlio è la cosa più importante che potesse succederci, io non vado da nessuna parte. È presto, certo, ma non cambia nulla. I tuoi genitori sono orgogliosi di te, sono solo preoccupati."
Mi abbraccia e mi beo di questa sensazione, spero di trasmetterle protezione e amore.

Arrenditi a Noi (Sequel di Arrenditi All'Amore) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora