Capitolo 45 - Emily

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Emily
Sei mesi dopo.

Per l'ennesima volta devo andare a fare la pipi, giuro che faccio prima ad andare a vivere nel bagno.
Con il mio pancione, stile mongolfiera, mi accomodo sul nuovo divano ad angolo color petrolio, più che altro sprofondo con il mio dolce peso.

Per alzarmi dovrà aiutarmi qualcuno.

Tranne la cucina ed il bagno, questa casa l'abbiamo totalmente rivoluzionata, è irriconoscibile, fra alcune pareti colorate e mobili piu moderni.
Sara per l'ennesima volta si mette a parlare con la mia pancia dicendo che non vede l'ora di conoscere questa peste, ebbene sì, credo lo sarà anche dopo la nascita.
I nove mesi appena trascorsi sono stati abbastanza tranquilli, se non fosse per la continua nausea, le caldane, le perenni voglie, ho fatto impazzire letteralmente Alex.
Mancano ancora quindici giorni per la data prevista, ma il mio bello e pesante compagno preferisce non lasciarmi sola più del dovuto, quindi le ragazze e Daniele mi stanno spesso appiccicati.
Mentre mi lamento per le gambe gonfie ecco rientrare il mio fidanzato, ma non è da solo, e non so come possa prenderla la mia amica.
Un saluto veloce e sparisce in casa lasciando il suo ospite in balia di noi donzelle.

"Ciao."
Fa capolino dalla porta del salotto un Christian in evidente disagio, vedo subito Sara muoversi nervosamente evitando di guardare nella sua direzione.

"Come stai Emily?"
É sempre molto carino e gentile con me, va d'accordo con tutti, per Alex è diventato un buon amico, è stato pronto ad aiutarlo mettendosi in pericolo in quella brutta situazione con quel mostro.
Non lo dimenticheremo mai.

Da quel momento Sara ha deciso di non evitarlo ogni volta, pur continuando a non rivolgergli la parola quando è presente.
Vedo come entrambi si guardano quando l'altro è distratto, ma dovranno cercare loro di risanare le ferite del passato.

"Bene, grazie. Siete pronti per una serata  fra maschietti da Claudio a base di partita, birra e varie schifezze?"
Sorride a questa mia domanda e sento la mia amica trattenere il respiro.
"Certo, Michele e Gianluca passano a prendere Daniele, arriveranno a momenti."

"Noi aspettiamo Emma."

L'aria qui è parecchio pesante, provo a lasciarli soli con la scusa di andare nuovamente in bagno, tanto fin quando sarò incinta Sara non potrà uccidermi.
Nonostante le occhiatacce di aiuto e di morte che mi manda la mia amica continuo con il mio piano, dovranno pur parlare di cio che è successo, credo serva loro una spinta.

Trovo Alex in camera intento a cambiarsi, posa un bacio sulle mie labbra e un altro sul pancione.
É una routine che letteralmente adoro, mi fa sempre sorridere e sentire amata questo gesto.

"Hai mal di schiena?"
Chiede subito vedendomi sofferente mentre porto la mano lì.
"In realtà ho avuto proprio ora una fitta."
Poi porto la mano alla pancia, mi sento un po' strana.
"Allora che farete stasera? Avete ordinato una bella pizza anche voi?"

Cazzo.

"Alex."

"Per caso sai dov'è la maglia della squadra?"
Continua a guardarsi intorno.

"Alex, abbiamo un problema."

Continua a borbottare tra sé e sé intento a controllare nell'armadio non badando alle mie parole.

"Alex, siamo pronti."
"Si, devo solo trovare quella dannata maglietta, volevo irritare Daniele e Gianluca visto che sono sotto di diversi punti."
Sghignazza all'idea dei loro soliti battibecchi.

"Non hai capito, è il momento."
Cerco di attirare la sua attenzione.

"Per cosa? Trovata."
Esulta distratto.

"Alex, mi si sono rotte le acque."
Quasi urlo.
Si volta confuso, il suo sguardo corre dai miei occhi al pavimento, il terrore cresce.
"No, no, no, mancano 15 giorni. Deve stare lì dentro."
Indica la mia pancia.

"Gli diciamo di tornare indietro e prendere un appuntamento?"
In quel momento una fitta al ventre mi fa piegare, lui corre al mio fianco in preda al panico.
"Ok, ok, non ti agitare."
Porta le mani ai capelli.

"Dobbiamo andare."
Arriva un'altra fitta improvvisa.

"Dove?"
Lo guardo sconvolta, credo sia uscito fuori di testa.

"Al McDonald's...in ospedale ovviamente.Prendi la borsa per la nascita."
Sono esasperata, non è il momento per fare domande stupide e infastidirmi.

"Giusto, certo, la borsa, macchina, ospedale, chiavi, ok."
Farfuglia una lista di cose da fare, è in preda al panico, si dirige a passo spedito oltrepassando la porta della stanza con la borsa in mano.

Non ci posso credere, si è dimenticato di me.
Io sono scioccata.

Ho gli occhi fissi verso la sua figura che si allontana nel corridoio mentre si ripete di stare calmo.
Ad un tratto si blocca e urla il mio nome tornando velocemente indietro attirando anche l'attenzione degli altri che corrono verso di noi.
"Scusa amore."
Il suo tono e sguardo colpevole mi fanno alzare gli occhi al cielo.

"Devo partorire io, non tu."
Arriva un'altra contrazione, cerco di respirare come mi è stato insegnato al corso pre-parto.
"Meno male."
Lo guardo malissimo dopo questa affermazione di cattivo gusto.
Ancora dolore, lui inizia a imitare il mio modo di respirare incitandomi a farlo.
A piccoli passi ci avviamo alla porta, dobbiamo raggiungere l'ospedale il prima possibile perché le contrazioni stanno aumentando e non vorrei partorire in auto.

"Avvisiamo gli altri, io verrò con Christian, saremo dietro di voi, andrà tutto bene."
La mia amica mi stringe forte la mano con un sorriso.
Cavolo, questa creatura ancora non è venuta al mondo e già ha fatto un miracolo, riunirli.

"Non osare parlarmi, guardarmi, toccarmi."
La sento minacciare Christian.

Come non detto, però credo sia la prima volta che gli rivolge la parola, facciamo passi avanti.

"Respira, respira, continua a respirare, piano e poi veloce, respira."
Sto per fare fuori Alex se non la smette di ripeterlo.
Un'altra contrazione più dolorosa delle altre, afferro la sua mano e scarico con forza tutta la frustrazione che ho conficcando senza volerlo le unghie nella sua carne.
"Ahia."
Si lamenta, osa lamentarsi, lo incenerisco con uno sguardo, capisce l'antifona smettendola subito.
Ancora una che mi fa perdere quasi il respiro.
"Non mi toccherai mai più, te lo taglio."
Ringhio nella sua direzione e lo trovo a fissarmi con la bocca spalancata.

Entriamo in ospedale e mi portano di corsa in sala parto, spero solo che non svenga il futuro papà data la sua reazione fin'ora.
Afferra la mia mano e mi incita a spingere, asciuga il mio sudore e mi sussurra che ce la farò, il dolore e la stanchezza sono estenuanti ma, proprio come dice l'ostetrica, ancora una.
All'improvviso il suono meraviglioso di un pianto riecheggia in tutta la stanza, il mio cuore cessa di battere per un istante.
Lacrime bagnano il mio viso e quello di Alex, non appena stringo fra le braccia questo scricciolo che ha nel palmo della sua piccola manina le nostre vite.
"Ti amo amore, vi amo."
Alex ci avvolge con le sue braccia e posa un bacio sulle nostre fronti.
É un'emozione potente e indescrivibile, che ti riscalda l'anima, una forma di amore assoluto che durerà in eterno.

 É un'emozione potente e indescrivibile, che ti riscalda l'anima, una forma di amore assoluto che durerà in eterno

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Ciao, ci ho ripensato e ho deciso di scrivere un altro capitolo regalandovi il momento della nascita.
Maschietto o femminuccia?
Lo scoprirete presto nell'epilogo, ebbene sì, è arrivato davvero il momento di chiudere questa storia.

Come si stanno evolvendo le cose fra Sara e Christian?
Spero anche per voi sia allettante l'idea di leggere la loro storia.
Un bacione.

Arrenditi a Noi (Sequel di Arrenditi All'Amore) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora