Capitolo 10

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Per tutta la notte Vivian era rimasta sveglia pensando a che diavolo di rapporto potesse avere Lorenzo con tutta la famiglia di Michael e Leo, senza arrivare ad alcun punto, ad una soluzione accettabile. Temeva che Lorenzo potesse prendersela con lei per non aver detto nulla della sua vita, come se se ne vergognasse, da brava immatura. Lui era stato talmente sincero da farla sentire un verme, eppure ancora non aveva trovato il coraggio di confessagli nulla, è che proprio non riusciva a parlarne, neppure per scherzo, della sua famiglia. Era difficile perfino affrontare l'argomento da sola nella sua testa, e infatti cercava di non pensarci mai, di non pensare in generale. Il tempo in cui non lavorava lo impiegava a fare altro, qualsiasi cosa pur di tenere la mente sveglia e occupata.

Si rigiró nel letto alla ricerca di una posizione migliore ma non ne trovó nessuna capace di acquietare i propri dubbi e le sue ansie. Decise quindi di passare il tempo al cellulare, per stancare gli occhi e la testa.
Trovó un messaggio di Lorenzo, le dava la buona notte, era di qualche ora prima ma lei non l'aveva notato

Posso chiamarti?

Lui era ancora online, probabilmente lesse subito il messaggio ma gli parve così strano riceverlo da lei che non seppe cosa rispondere.

Certo, si.

Vivian si tiró su e si mise seduta sul materasso con le gambe incrociate, la coperta fin sopra le ginocchia perchè sebbene fosse agitata aveva comunque, come al solito, freddo. Ottobre stava finendo, insieme alla magia dell'autunno che rendeva l'atmosfera calda e dorata doveva fare i conti con le temperature rigide di quel periodo e l'assenza di riscaldamenti adeguati. Infatti la casa dove viveva era abbastanza antica, sia nell'aspetto estetico che nelle fondamenta. I termosifoni erano vecchi di anni e non riscaldavano molto, gli spifferi non erano pochi e in più i soffitti alti disperdevano tutto il calore.

Quindi si era procurata maglioni e coperte, gli unici veri rimedi all'inverno rigido che si prospettava. Anche in quel momento, per dormire più calda riposava avvolta in un cardigan di lana.

Teneva il cellulare premuto contro l'orecchio mentre attendeva una risposta di Lorenzo.
« Vivian? » Sentire la sua voce fu rassicurante, socchiuse gli occhi beandosi della sensazione di familiarità che non le era mai stata regalata da nessuno dei suoi parenti.
« Ciao, come stai? » Parló in italiano di proposito, ormai in casa usava solo quella lingua, sia per esercitarsi che per farsi capire meglio non tanto da Michael, ma da Marti e Leo.
« Vedo che hai affinato il tuo italiano. » Lo udì ridere e riuscì ad immaginarlo, seduto alla scrivania, con i libri davanti e lo sguardo stanco. La camicia sgualcita e la cravatta allentata intorno al collo, troppo impegnato per cambiarsi dopo le lezioni, prima di iniziare a studiare.
« Comunque bene, e tu? Come va lì a Firenze? A casa tutto okay? A lavoro come ti trovi? »
« Bene, mi trovo bene. » Tiró su con il naso, era un po' raffreddata. « Ho imparato un sacco di cose, ora so cucinare, sai? » Rise di gusto, era fantastico parlare con una persona a cui non dovesse nascondere nulla.

« Anche mentre eri qui pensavi di saper cucinare. »
Lo udì sghignazzare in silenzio, ricordó di quando una sera discussero su come si cucinasse un buon dolce e lei non conosceva quasi alcuna tecnica culinaria. La prese in giro per un sacco di tempo, dopo e ogni tanto quando ci ripensavano tornavano a ridacchiare.

« Ora so farlo sul serio, giuro! »
« Allora mi farai provare qualcosa, quali sono le tue specialità? »
« Pasta, so cucinarla in un sacco di modi diversi. »
« Addirittura. » Era decisamente dolce, Vivian non riusciva mai a capire cosa lui ci vedesse davvero in lei di così bello al punto da aiutarla e starle così tanto dietro.

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