Capitolo 55

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Simon si guardó intorno, come a volersi accertare che non vi fosse nessuno. Arrivarono i loro drink e lui si sporse in avanti per prendere il proprio, un modo furtivo di avvicinarsi per un momento a Vivian: le sfioró una coscia con la mano libera, la sentì accendersi sotto il suo tocco e se ne compiacque. Lui, traditore seriale, anche quando amava gli veniva impossibile dedicarsi solo ad una donna, lei invece era così distrutta che tutto si riduceva all'adrenalina, alla tentazione di fare la cosa sbagliata.

Fuggivano entrambi da qualcosa che non avevano voglia di affrontare, spiegare. Vivian si voltó nuovamente per raccogliere tra le dita esili il proprio martini ghiacciato. Teneva tra due dita lo stuzzichino in metallo a cui era infilata un'oliva e fece scontrare il liquido trasparente contro le proprie labbra.
Adesso Simon le sedeva accanto, mantenne tutto il tempo lo sguardo impresso nel suo, mentre l'alcol le bruciava la gola e le infiammava il petto. Quando ebbe finito si passó la lingua sulla bocca umida, lui seguì attentamente i suoi movimenti e pareva divorarla con gli occhi.
E Michael? Meno ci pensava meglio era, si era abituata a far finta che il pensiero di lui fuori dalla sua vita non la stesse uccidendo dall'interno.

Improvvisamente la magia si ruppe.

« Papà. »
Cazzo.

L'uomo scattó quasi sull'attenti quando sentì la voce del figlio, Vivian invece no, si voltó lentamente mantenendo il suo drink e osservó beffarda la reazione di Simon. Lui aggrottó le sopracciglia ma poi tutta la sua attenzione fu assorbita dal Davide e da Thomas. « Davide, cosa posso offrire a te e al tuo amico? »
« È il mio fidanzato, non un mio amico. »
Il cugino lo guardó scioccato, aveva un coraggio che lui non conosceva, addirittura correggere un padre che già lo aveva accettato, come se fosse una cosa di cui essere grati poter essere se stessi con la propria famiglia.

Quello non parve scomporsi, allungó una mano verso Thomas. Non era alla ricerca disperata dell'approvazione del figlio, piuttosto era come se volesse dimostrare a tutti di non meritare il suo disprezzo. « Piacere di conoscerti, sono Simon, il padre di Davide. »
« Thomas, Thomas Archibald. » In quel momento il signor Garcìa parve realizzare, vagó con lo sguardo cristallino dal viso di Vivian a quello del cugino. Lei se la rideva sotto i baffi.
Menomale che non dovevi fare cazzate, Vivian.

Adorava quella sensazione, quando chi l'aveva sottovalutata crollava e lei rimaneva a gustarsi la scena, se Simon aveva osato pensare prima che Vivian fosse una semplice giovane affascinata da lui come tutte le altre, adesso si era ricreduto. Era la vipera più furba che avesse mai incontrato e gli piacque, nonostante il fastidio di essere stato colto alla sprovvista.

L'istante dopo essersi presentato Thomas fulminó la cugina, lei sospiró, non aveva fatto niente di male!
O meglio, niente di cui lui fosse a conoscenza.

Adesso che li guardava bene, vicini, Davide e Simon si somigliavano incredibilmente: il figlio era la versione più giovane e dolce del padre, decisamente più tenebroso. Eppure i lieamenti erano gli stessi, spigolosi e angelici sull'innocente ragazzo mentre freddi e diabolici sull'uomo. E a vivian piacevano le cose che sapevano di peccato, come se non potesse essere destinata ad altro che a quelle.

Prese un altro sorso del suo martini e rimase in silenzio, vigile osservatrice, non le sfuggiva niente. « Spero che mia cugina non l'abbia importunata troppo. »
« È piú probabile che sia accaduto il contrario. »
La lingua di Davide divenne tagliente all'improvviso, Vivian alzó lo sguardo e lo squadró come se avesse appena assistito ad una rivelazione.

Forse non sei poi così sciocco.
O forse era sono incazzato, la rabbia rendeva spesso coraggiosi e apparentemente saggi, in realtà non guariva l'ingenuità. Simon rivolse una breve occhiata a Vivian, chissà come si sarebbe tirato fuori da quella situazione.

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