« Michael, sei ubriaco, non dire cose di cui potresti pentirti domani. »
E soprattutto che lei non avrebbe saputo reggere, già era stato devastante l'incontro precedente, non aveva abbastanza forza da poter ascoltare altro senza soffrire.
Che codarda.Lui rise, Vivian amava la sua risata. « Cosa vuoi che ti dica, allora? » Niente, avrei voluto che tu non chiamassi. In realtà Vivian ci aveva sperato, di aver attirato la sua attenzione in qualche modo, anche se sapeva sarebbe stata le sua condanna. « Comunque mi ero dimenticato della tua voce, cioè mi ero dimenticato di quanto mi piacesse. » La giovane abbassò lo sguardo, era dolcezza quella che le stava scaldando il cuore? Fu incredibilmente strano riprovare quelle cose dopo tanto tempo, sentire il suo cuore sciogliersi, esattamente come quando gli aveva giurato di amarlo in silenzio, la prima volta che avevano fatto l'amore.
« Sei ancora in tempo per evitare di dire cose peggiori. »
Già sorrideva, mentre lui si chiedeva come fosse possibile che avesse pensato di potersela dimenticare dopo quella scenata assurda a casa sua.Michel scosse il capo, chinandolo poi verso il basso; alcune ciocche di capelli corvini scesero ad incorniciargli i tratti spigolosi. « No, se non te le dico adesso mi tormenteranno all'infinito. »
Ti capisco. Avrebbe voluto rispondergli che per lei era lo stesso, che il suo viso la perseguitava dall'ultimo istante in cui si erano urlati addosso le cose peggiori.Lui allungò le braccia sul tavolo, guardò il bicchiere vuoto e fece segno al barista di riempirglielo ancora di whisky, preferiva il suo amaro ma in Francia non era cosí facile da reperire, e poi da quando Vivian aveva smesso di versarglielo non aveva più lo stesso sapore, quello di spensieratezza e voglia di conoscersi.
Sentí Vivian sospirare dall'altra parte del telefono e chiuse gli occhi per un momento, se la vide davanti, si chiese cosa stessa indossando, forse niente, forse la camicia di un altro. Quell'ipotesi gli squarciò lo stomaco e gli storse la bocca in una smorfia scontenta. Si odiava per non aver resistito abbastanza, le aveva giurato che sarebbero stati insieme, che il suo posto fosse con lei ma aveva dimostrato tutt'altro.
« Comunque quando ti ho chiamato avevo pensato ad un sacco di cose da dirti, adesso alcune me le sono scordate, comunque non è vero che— » Fece un'altra pausa, esprimere i propri sentimenti a parole non era mai facile, per lui preva un'impresa impossibile. « Dopo che sono andato via non c'è stato un giorno in cui non abbia pensato a te, ho pensato di chiamarti tantissime volte ma mi sentivo un idiota, ho sbagliato. » Sono cosí patetico. Le frasi gli si annodavano sulla lingua e i pensieri gli stavano mandando in fumo la ragione, ammesso che ne avesse ancora.
Vivian sentí il cuore arrivarle in gola, non era colpa sua, era stata lei a cacciarlo, non si meritava quelle parole.
« Michael, sei più felice senza di me, hai fatto una mostra a Parigi e— »
« Non me ne frega un cazzo della mostra, darei—» Pausa, i respiri di entrambi si fermarono. « Fuoco a tutti i miei quadri se servisse a tornare indietro nel tempo. » L'hai detto davvero? Si passò una mano tra i capelli scuri; il bicchiere era stato finalmente riempito del liquido ambrato, lo avvicinò alle labbra come se ingerire tutto quell'alcol fosse servito ad anestetizzargli il cuore. « Quando ti ho vista con lui... » Dovette bloccarsi perchè le sue stesse parole gli tolsero l'aria dai polmoni. « Ho lasciato Serena, ho distrutto tutto, se non ci sei tu non ha senso niente. Se vuoi puoi prenderlo, il quadro che ti piaceva, quello non ho avuto il coraggio di rovinarlo. Non ho buttato neanche quello che ti ho fatto la sera prima che tu partissi, non ce l'ho fatta. » Perchè sei troppo bella in quel dipinto. « Mi piaceva da morire osservarti, e adesso che non posso più farlo ho solo quella tela del cazzo, a volte vorrei strapparlo ma ho troppa paura di lasciarti andare. Significherebbe ammazzare una parte di me. » E non potrei mai. Anche se si sentiva già morto per metà, sapendola tra la braccia di un altro. Ogni volta che immaginava la scena di Simon mentre l'abbracciava si sentiva pervadere da un'illegittima ondata di gelosia. Non poteva permettersela.
STAI LEGGENDO
Life could be a Dream
Romanzi rosa / ChickLitQuello di Vivian Archibald è un nome decisamente noto a New York e sicuramente a Manhattan, dove la sua famiglia regna tra feste, eventi di beneficenza e criminalità organizzata. Chi la conosce la descrive come la peggiore delle arpie, dannatamente...