Capitolo 24

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Rimasero a baciarsi ancora per qualche momento, fin quando la passione non prese il sopravvento e le attenzioni gentili vennero subito spazzate via appena l'atmosfera divenne bollente.

Lui passò le mani sul corpo di Vivian, era da quando aveva disegnato la prima curva del suo viso che bramava di poter stringere quei fianchi esili e i glutei sodi. L'attirò verso di sè e finirono contro il muro, lei alzò una gamba per attorcigliarla dietro la sua schiena e lui la prese prontamente in braccio, la sollevò davanti a sè e non smise di baciarla neppure mentre cercava una posizione più comoda. Abbandonare quelle labbra sarebbe stata una punizione troppo severa e un dolore immenso, voleva rubarle il respiro quella notte, farla sua fino a consumarle l'aria, fin quando non ne avesse avuto abbastanza.

La teneva stretta dalle cosce magre, mentre i loro bacini si scontravano e danzavano allo stesso ritmo disperato e passionale. Decise di spostarsi sul letto, camminarono insieme e lei finí sotto di lui, con la testa posata sul cuscino e il corpo tremante sul materasso in disordine, privo del lenzuolo che avevano usato per divertirsi.

Le rivolse un sorrisetto sghembo, mostrarle quanto fosse compiaciuto fu più forte del desiderio di baciarla, restava comunque un inguaribile egocentrico. Lei invece vedendolo cosí soddisfatto decise di prendere l'inziativa e provocarlo di più. Gli sfilò la maglietta rivelando il petto magro, reso scuro dai tatuaggi e dal buio accogliente della camera riempita ormai solamente dai loro respiri pesanti e bramosi di attenzioni.

Si diceva che l'attesa aumentasse il desiderio, e loro avevano atteso decisamente abbastanza.

Quando il petto di Vivian si scontrò contro quello di Michael dovette succhiarsi il labbro inferiore per non gemere ancora, lui le accarezzò con una mano i capezzoli turgidi, poi scese più giù e prese a leccarle il destro lentamente, lo succhiava e lasciava dei morsi leggeri ogni volta che la vedeva perdere il respiro. Adorava vedere l'effetto che le faceva, se Vivian prima aveva provato a prendere il comando, adesso si era chiaramente arresa al volere dell'artista.
Stava facendo del suo corpo la propria tela, e le piaceva da matti. Non le importava più delle conseguenze, di cosa avrebbe fatto il giorno dopo, di come fosse ormai per loro due impossibile ignorarsi.

Serrò le dita esili sulla sua schiena nuda di lui e aprí maggiormente le gambe per fargli più spazio, come a implorarlo di non fermarsi, di farla sua al più presto.

Spostò le mani e cercò la chiusura dei jeans per sbottonargli i pantaloni, lui le fermò con un gesto gentile e le fece cenno di no con il capo, aveva in mente altro.

Si fermò sul suo petto e soffiò sopra le zone inumidite dalla saliva, indugiò qualche momento di più, voleva che le rimanesse un segno di quella notte, che guardandosi allo specchio nei giorni successivi pensasse solo a lui, a come la sua lingua avesse assaporato ogni centimetro della sua pelle candida. Tra i due seni le impresse il suo nome, il marchio della loro passione.

Con le braccia le teneva ferme le gambe, intanto che scendeva, fino alle costole, poi le labbra scivolarono sul ventre piatto e teso. Vederlo mentre si abbassava e alzava lentamente, come la bionda perdesse il fiato ad ogni carezza lo eccitò da morire.

Le strinse le cosce magre tra le dita esperte, con il naso prese a sfiorarla all'interno, Vivian che fino a quel momento l'aveva lasciato fare senza dir nulla gemette silenziosamente, rompendo il silenzio in cui erano piombati. Inarcò la schiena e afferrò un lembo del cuscino su cui aveva posata la testa.

Michael continuò a torturarla, lasciandole dei lievi baci su tutta la coscia, risaliva fin su e poi prima di soddisfarla, di raggiungere il punto che ogni cosa di lei gli urlava di toccare, tornava verso l'esterno.
Solo quando fu abbastanza per lui, decise di sfiorare il centro del suo piacere con la punta della lingua, come se volesse assaggiarlo prima farla davvero sua. Era un altro modo per torturarla, adorava come non osasse dirgli niente, sebbene il suo corpo gli rivelasse più di quanto volesse.

Vivian gemette ancora, era calda, pronta ad accoglierlo, ad essere sua in qualsiaisi modo lo aggradasse. Finalmente la baciò davvero, prima piano, all'inizio fu quasi dolce, quella danza cambiò quando lei insinuò le dita affusolate tra i capelli corvini di lui e divenne più prepotente. Si allontanò per un secondo, solo per guardarla ancora, bollente e umida, la vide contorcersi sofferente, bramava altre attenzioni.

Si leccò il suo sapore dalla bocca, poi si slacciò i pantaloni e tornò su di lei. Si guardarono per un momento che sembrò infinito, Vivian non aveva mai desiderato tanto qualcuno in tutta la sua vita e lui si chiese cosa avesse fatto mai per meritarsi un angelo del genere tra le braccia.

Le morse il labbro inferiore e fece scivolare il proprio bacino contro di lei, d'istinto Vivian piegò le gambe sentendo quanto anche lui la desiderasse, e senza aspettare lo spogliò completamente dei jeans scuri. Lo vide allungare una mano nel cassetto del comodino, in effetti vedeva cosí tante ragazze che, nonostante Vivi prendesse la pillola, era sempre meglio essere prudenti.

La torturò con un ultimo bacio, giusto per portarla davvero al limite e poi volle guardarla negli occhi, li tenne incatenati ai suoi anche nel momento esatto in cui finalmente divennero una cosa sola. Era cosí bella mentre schiudeva la bocca eccitata e alzava lo sguardo, scossa da brividi intensi di piacere.

Le sembrò di essere in uno dei tanti sogni in cui lui la faceva sua, e invece era tutto reale: i loro respiri pesanti, il sudore che scivolava sui loro corpi caldi e lo sguardo infiammato di lui. Si sentí tremare mentre Michael continuava a torturarle il collo, lo mordeva forte e grugniva contro la sua pelle ogni volta che sentiva di essere sempre piú vicino al culmine del piacere.

Urlò il suo nome disperatamente, o meglio, le parve di urlarlo, in realtà era cosí scossa che parlare era impossibile.
« Vivian... » Non aveva idea di cosa stesse per dirle, socchiuse gli occhi e lo baciò, prima che le gambe le tremassero e un'ondata di piacere le attraversasse tutto il corpo fino a farla irrigidire totalmente, a farle perdere il respiro. « Cazzo... »

« Sei bellissima. » Gli sussurrò quelle parole sulle labbra, poi si abbandonò stanco sul suo corpo ancora caldo. Le cosce della bionda si stesero sul materasso e tutti i suoi muscoli si rilassarono.

Avevano sbagliato a perdere tutto quel tempo, lo sapevano entrambi che alla fine non sarebbero mai riusciti a resistersi, che sarebbe arrivato quel momento: quello in cui si sarebbero guardati in quel modo, come stavano facendo adesso, nudi dopo aver fatto l'amore. Si erano privati della cosa migliore che fosse mai capitata nelle loro miserabili vite, cosí diverse eppure cosí dannatamente simili.

Michel trascinò il suo corpo fuori dal letto solo per raggiungere il pacchetto di sigarette che aveva nascosto nei jeans scuri, ne tirò fuori una e se la mise tra le labbra. Vivian lo guardò con attenzione, le bastò quello per infiammarsi di nuovo, le brillò lo sguardo di malizia e lo raggiunse ancora nuda per rubargliene una. La prese direttamente con i denti dal pacchetto, tenne lo sguardo su di lui solo per il gusto di provocarlo, e poi era dannatamente affascinante.

Si era messo con la schiena contro la finestra, poggiato lí di fianco in modo che la cenere cadesse sul vasetto che aveva posato sul davanzale. Le porse l'accendino e iniziarono a fumare, in silenzio, i loro sguardi parlavano al posto della voce e valevano più di mille parole inutili.
Ad un certo punto lui ebbe un'idea, l'avvicinò lentamente e le accarezzò le labbra, prima piano, poi premette con più forza in modo che lei potesse schiudere la bocca. Poi prese un tiro di sigaretta e quando si svuotò i polmoni Vivian fu pronta a prendersi il suo respiro, ad aspirare la nuvola grigia appena uscita dalle labbra del suo artista.

Rimasero a guardarsi immobili, compiaciuti eppure nessuno osava baciare l'altro, avevano questa strana ossessione di non cedere per primi.
Fu Vivian ad infischiarsene, glie la diede vinta e si riappropriò delle sue labbra, cosí calde e morbide le sembrava passato troppo tempo da quando le aveva abbandonate. Lui scivolò con le mani sui suoi fianchi e l'attirò a sè come se ormai non potesse più farne a meno, di sentire quel corpicino esile infiammarsi contro il proprio. Le loro lingue ripresero a fare l'amore, i loro corpi a cercarsi vergognosamente, senza pudore.
Vivian non trattenne più alcun gemito, lui divenne più sfacciato che mai.

Le sigarette giacevano abbandonate sul posacenere, consumate dal vento che entrava dagli spifferi della finestra.

Michael e Vivan continuarono a fare l'amore fin quando non furono esausti, fin quando non dovettero abbandonarsi stanchi sul materasso ruvido. E anche allora, si addormentarono abbracciati, stretti l'uno nell'altra.

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