Arrivó a casa che era già tardi, la cena della vigilia era un evento che in casa Archibald si programmava nei minimi dettagli, non perchè fosse particolarmente sentito lo spirito natalizio, piuttosto amavano le tradizioni che consentissero un'ogranizzazione maniacale e la possibilità di sfoggiare al meglio le proprie ricchezze.
L'unica che credeva davvero in quelle feste era la piccola Vittoria, sommersa ogni anno da tantissimi regali. Vivian cercava di capire sempre come sorprenderla, come evitare che il suo fosse solo l'ennesimo dono di una pila altissima da scartare.Le porte di casa della zia si aprirono e fu accolta da una serie di sguardi tesi, l'unico divertito era Archie, ancora troppo giovane per essere coinvolto nei suoi segreti.
Camminó fino alla sala da pranzo, erano già tutti seduti ma nessuno aveva iniziato a mangiare, non ancora. Il suo posto era vuoto e perfettamente ordinato accanto a Thomas. Lui le lanció un'occhiata di rimprovero, forse immaginava perchè non fosse arrivata in orario, che fino ad un'ora prima si trovasse tra le braccia del padre di Davide.
La madre seduta difronte, accanto alla sorella, la stava squadrando in attesa di qualcosa che somigliasse a delle scuse, ma non arrivó niente, solo una specie di smorfia come saluto generale.
« Sei in ritardo. » La zia l'ammonì subito, poi con un cenno del capo controlló che i domestici avessero iniziato a lavorare. Vivian si limitó ad alzare le spalle, come a dire che non potesse farci nulla, e comunque non aveva voglia di giustificarsi.Arrivó l'antipasto e le braccia leggere della giovane, avvolte in un abito firmato Valentino, si mossero per prendere le posate d'argento. Sul piatto bordato d'oro riposava un tortino di qualcosa alle verdure, la luce del lampadario antico si rifletteva sulla superficie lucida e pareva volerla accecare. Decise di assaggiarlo ma lasció comunque gran parte del pasto intatto, dentro doveva esserci formaggio e cavolfiore, non chiese.
Nessuno parlava troppo, non sembrava una cena di Natale, Vivian trovava molto più interessanti le riunioni di famiglia riguardanti il lavoro, almeno avevano qualcosa da dirsi.Si versó da bere e lasció scivolare lo sguardo scocciato per la sala, sul tavolo scintillante e antico, sulle decorazioni eleganti tramandate da generazioni, gli Archibald ne andavano così fieri da procurarle il voltastomaco. Le luci erano calde e parevano quasi tetre in quell'ambiente, ogni tanto incrociava lo sguardo di Archie, Thomas invece probabilmente stava cercando di insinuarsi nella sua testa, viveva con il terrore di essere scoperto. Si era immischiato in troppe menzogne e adesso non sapeva più come uscirne senza dire la verità a tutti, comunque Vivian sarebbe stata dalla sua parte, ma questo era un segreto che si teneva ben stretto. Non voleva fargli credere potesse abbassare la guardia, e poi vedere gli altri soffrire le dava un senso d'onnipotenza che non si sapeva spiegare, sbagliatissimo.
La solita domestica si affannava per sparecchiare e un'altra poi serviva le portate successive, Vivian non le sentiva neppure mentre si muovevano attorno a lei. Si pulì la bocca struccata con il tovagliolo in stoffa, poi lo ripiegó sulle gambe stando attenta a non macchiarsi. Suo padre era una statua, sopra ogni cosa come al solito, guardava tutti dall'alto come dovesse assicurarsi che stesse andando tutto secondo i piani. Quali piani? Una sorta di deformazione professionale affliggeva la sua vita da quando aveva deciso di spacciare droga e riciclare denaro sporco, l'espressione vigile e la postura ferma nel suo completo di sartoria cucito su misura gli toglievano qualsiasi tipo di umanità.
Non trasmetteva niente, era vuoto.« Quando parti per l'Europa? » Eh? John dall'altra parte del tavolo stava prendendo un boccone di arrosto, Vivian abbassó lo sguardo, il suo era ancora intatto. Prese forchetta e coltello e pensó di aver sentito male, che ne sapeva lui di Parigi? « Vivian? » Alzó le sopracciglia, allora glie l'aveva chiesto sul serio. « Quando torni all'università? »
Ah, giusto, l'università. Stava perdendo colpi, la giovane. Forse Simon era riuscito davvero ad insinuarsi nella sua mente, se la prima cosa che aveva pensato sentendo John era il suo viaggio a Parigi con il signor Garcìa.
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Life could be a Dream
Chick-LitQuello di Vivian Archibald è un nome decisamente noto a New York e sicuramente a Manhattan, dove la sua famiglia regna tra feste, eventi di beneficenza e criminalità organizzata. Chi la conosce la descrive come la peggiore delle arpie, dannatamente...