10 -La passione è oro. L'attrazione è fatale. Ma l'amore è magia

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10 - La passione è oro. L'attrazione è fatale. Ma l'amore è magia.




Finalmente! Dopo settimane e settimane d'agonia chiuso in casa con le sue sorelline e Keigo, quelle settimane di isolamento forzato stavano per terminare.

La domenica sera, la domestica stava preparando la cena, Fuji e Hana erano in camera loro a giocare, la loro mamma era impegnato al piano di sotto a far chissà cosa? Mentre Shouto con ansia crescente preparava le valigie per tornarsene al dormitorio della scuola.

Finalmente! La tortura era terminata. Il biondo gli aveva promesso che lo avrebbe accompagnato in macchina a scuola la mattina successiva, per poi lasciare le gemelle al nido e concedersi una mattina in totale pace e relax tutta per sè.

E come dargli torto? Segregato solo in casa con le sue figlie pestifere, da solo, per un mese intero, non era cosa da poco. Per quello che poteva, Shouto si era sforzato di aiutarlo, ma restava pur sempre un adolescente, mentre Hana e Fuji rimaneva due bimbe fin troppo iperattive per al loro età.

Con meticolosità, sistemò i vestiti, i libri e la divisa scolastica, per poi scendere al piano di sotto, nell'udire la domestica richiamare tutti ci componenti di casa Todoroki a tavola. Era pronta la cena.

Come ormai d'abitudine, il giovane andò a sedersi al suo posto osservando Keigo sistemare le piccole sui seggioloni, mentre la domestica serviva la cena. Tra i capricci delle piccole, che pretendevano fosse il fratello a dar loro da mangiare al posto della mamma, che sentì un terrificante moto di gelosia assalirlo, la cena andò avanti. Finchè ad un tratto, il sedicenne con i capelli di un bizzarro colore bianco e rosso, vide Keigo alzarsi in piedi di scatto e uscire dalla cucina.

Le bambine e il giovane ne rimasero basiti, scambiandosi un leggero sguardo perplesso.

"Mamma?" Domandò Fuji.

"Non lo so!" Ma che diavolo gli era preso così all'improvviso?

"PAPA'! PAPA'!" Cominciò a urlare Hana indicando la finestra riconoscendo l'auto.

Ora si che gli era tutto chiaro. Con un pesante sospiro preoccupato, Shouto invogliò le sorelline nel continuare la cena, pregando che i genitori non si mettessero a litigare. Ci mancava solo questa!

*

In giardino, Enji parcheggiò l'auto, entrando dal cancello principale, trovando l'auto del marito, proprio come l'aveva lasciata circa un mese prima. Era consapevole di cosa comportasse l'essersi tenuto lontano da casa per così tanto tempo in modo del tutto egoistico, solo per timore che i suoi stessi figli gli attaccassero la varicella. Ma che razza di figura ci faceva nel finire a letto con la varicella a 42 anni?

Piazzò sul suo viso, la sua miglior espressione calma, andando a recuperare dal cofano i pochi vestiti di ricambio che era riuscito a farsi recapitare in ufficio. Gli era tanto mancata la sua famiglia e la casa in cui vivevano, anche se per una valida ragione, la lontananza si era fatta sentire.

Con un piccolo senso di felicità che si allargava nel petto, tirò fuori le chiavi di casa aprendo la porta pronto a rivederli dopo settimane. Appena il tempo di tirar fuori le chiavi dalla tasca, che la porta di casa si aprì, rivelando una piccola figura bionda con aria espressamente incazzata nera, i grandi occhi dorati stretti in due fessure con le sopracciglia aggrottate e le labbra strette in una smorfia.

"Perchè non mi hai avvisato che tornavi?" La voce di Keigo uscì bassa e seria.

"Volevo farti una sorpresa." Enji non si lasciò intimorire. Al diavolo! Nessuno poteva metterlo in soggezione, non era il tipo.

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