1- Sorridi alla vita, anche quando ti gioca un tiro mancino

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-Sorridi alla vita, anche quando ti gioca un tiro mancino.




Quel mese di Gennaio, il freddo sembrava essere arrivato con fin troppa violenza e prepotenza. La neve fioccava dal cielo impetuosa, candida, bella e delicata, quasi poetica nel suo manto bianco e aggraziato.

Quel mese giunse spazzando via le bellissime e ambigue giornate soleggiate che quell'anno, caratterizzarono il mese di Dicembre. Era come se Gennaio piangesse silenzioso, adornato da un velo di tristezza perenne.

Svogliatamente una giovane donna dai lunghi e lisci capelli verde scuro si alzò, travolta dalle ormai normalissime nausee mattutine. Da qualche settimana venire attraversata dal desiderio di rigettare nel Water tutto ciò avesse ingerito il giorno prima, la tormentava ogni santa mattina.

Il medico era tranquillo, affermava fosse più che normale. Ma nel star male non c'era nulla di normale. Eppure andava così, e avrebbe dovuto sopportarlo per altri 6 mesi.

Dopo una buona manciata di minuti, con un sospiro stanco si appoggiò alle mattonelle del bagno del suo appartamento, pervasa dalle lacrime, ricordando ancora una volta le parole del medico.

"Non devo piangere! Andrà bene! Andra tutto bene!" Si auto-convinse.

Con uno sforzo si alzò in piedi, lavando il viso osservando la sua espressione truce allo specchio e i grandi occhi verdi arrossati.

"Queste occhiaie... Non vanno bene! Non posso presentarmi al corso preparto con queste occhiaie!"

Aprì la trous contenente i trucchi, frugando nervosamente alla ricerca del correttore, per poi spalmarne una bella quantità sulle occhiaie violacee e profonde, augurandosi riuscisse quanto meno a renderle meno marcate agli occhi delle altre donne presenti a quel dannato corso.

Che poi! Chi diavolo glielo aveva fatto fare ad iscriversi a quel maledettissimo corso preparto?

Già! Il medico. Quell'impicciona l'aveva iscritta di sua spontanea volontà, senza nemmeno consultare il suo parere, blaterando continuamente su quanto fosse importante seguire un corso del genere, soprattutto alla prima gravidanza.

Sospirò ancora rassegnata, pettinando i lunghi capelli, per poi osservare il profilo del suo stomaco. Era piccolissimo, nemmeno sembrava incinta.

"E' normale il fatto che sia così piccolo?"

Il medico affermava di sì, ma lei non ne era tanto convinta. 3 mesi e nemmeno un filo di pancia. Iniziava davvero a temere si trattasse di un omega.

***

Di fronte allo specchio una donna dai folti capelli biondo chiarissimo, canticchiava una canzoncina udita quella stessa mattina alla TV, mentre con sorriso sistemava il rossetto rosso in borsa osservando felice il profilo del suo enorme pancione allo specchio.

Lo accarezzò stirando un immenso sorriso, percependo il suo piccolo scalciate.

"Hoi! Piccolo nano malefico! Non ti permettere a colpire le mani della tua mamma! O ti meno già dopo i primi 30 secondi di vita!"

Sbraitò la donna, percependo un altro calcetto da parte del bambino. Sbuffò seccata, immaginando già la piccola peste sgambettare per casa radendo al suolo ogni cosa si ponesse sulla sua strada, una volta nato.

Calma e sangue freddo, poteva gestirlo. Lei poteva tutto! Far filare il marito, gestire un piccolo demonio urlante, lavorare, badare alla casa... Sì.

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