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39 – Resilienza; E' il coraggio di tener fede a sé stessi, anche quando il mondo ti butta giù





"Ti trovo invecchiato Enji!"

Scioccato, l'uomo dai corti capelli rossi rimase impalato a fissare sua madre che nonostante l'avanzare dell'età, continuava ad appari molto più giovane rispetto alla sua reale età, grazie all'aiuto della chirurgia estetica. Con indosso un aderente tailleur bianco, dei vertiginosi tacchi a spillo, i suoi lunghi e lisci capelli rossi lasciati liberi, truccatissima.

"Tu invece, sei sempre più tirata mamma!....Rispose piccato, a denti stretti, guadagnandosi in cambio un'occhiataccia offesa.

"Che ci fai qui?" Non aspettandosi quell'incursione improvvisa, l'uomo tornò a chiedere con papabile disprezzo.

"Ti sembra il modo di rivolgerti ha tua madre?" Calcò lei imperiosa, inarcando pericolosamente un sopracciglio rosso.

"Sai benissimo che non sei la benvenuta." Ribatté rapido, mentre la donna si aggirava per l'ufficio osservando quel posto fin nei minimi dettagli ignorandolo bellamente.

"Che posto squallido!... Ti ho cresciuto in mezzo al lusso estremo Enji. E guarda come ti sei ridotto!" Ricominciò lei.

"Ti ho fatto una domanda!" Irritato dal modo in cui sua madre stava rigirando la frittata, l'uomo sbottò quelle parole in malo modo.

"È da un po' che non vedo il mio unico figlio. Cos'è un crimine?" Proruppe quasi ironica la donna fissando i propri azzurri, in quelli così simili ai suoi del figlio.

Ancor più allarmato, Enji sgranò gli occhi impercettibilmente, tendendo poi rapidamente una mano verso il cellulare.

-Devo avvisare Keigo!-Affermò tra sé cercando d'inviargli un messaggio, intuendo subito ci fosse sotto qualcosa.

"Che combini Enji?" Accorgendosi dello strano modo in cui il figlio prese a trafficare con il cellulare, la donna torno a prestargli attenzione.

"Lavoro." La liquido quello, pregando che suo marito leggesse quel messaggio il prima possibile. Ma quasi contemporaneamente vide la porta del proprio ufficio aprirsi incrociando il volto del marito.

*

"Tesoro, mi ha appena chiamato..."

Ritrovando di fronte a sé l'ultima persona avrebbe voluto incontrare sulla sua strada, il biondo si immobilizzò sull'uscio a bocca aperta, con la mano sinistra ancora poggiata sulla maniglia, mentre con la destra stringeva il cellulare zittendosi di colpo.

"Ah, ci sei anche tu..." Esordi la donna di ben 78 anni, con una smorfia infastidita, studiando da capo a piedi quell'inutile puttanella con un solo sguardo.

"Non ti permetto di rivolgerti così a Keigo!" Rapidissimo Enji le impedì d'aggiungere altro alzandosi in piedi battendo violentemente i palmi sulla scrivania, in difesa del suo omega.

"Avvisami quando se n'è andata." Rivolgendosi al marito, Keigo richiuse immediatamente la porta alle sue spalle tirando un profondo respiro agitato, con il cuore che già pompava furioso nel petto, andando via prima che quella donna dicesse qualcosa di inappropriato in sua presenza, sentendo la tensione salire soltanto. In quell'esatto istante arrivò una notifica sul suo cellulare.

_E' appena arrivata mia madre nel mio ufficio._ Tirando un pesante sospiro ad occhi chiusi l'omega lesse il brevissimo testo.

"Troppo tardi!..." Sospirò andando via, ma premurandosi d'avvisare Shouto, chiedendosi se non fosse il caso d'avvisare anche Rei.

"Quella donna è una calamità!" Sbottò ancora mentre effettuava quelle chiamate.

***

Dentro l'ufficio intanto;

Something just like this (Omegavers/mpreg)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora