capitolo 2 intrappolati a un corpo senz'anima

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Si è disposti a morire per amore?
Si è disposti a vivere per amore?

Kim è da giorni che se lo chiede, senza arrivare ad una vera risposta.
La morte non le ha mai fatto paura, anzi l'ha sempre cercata e si è sempre sentita pronta ad abbracciarla come fosse una vecchia amica.
Per questo si è sempre messa davanti agli altri, proteggendoli anche se questo significava rischiare la vita.
Morire per le persone che si amano è davvero facile, lasciarsi cadere per attutire la caduta altrui.
Donare il proprio ultimo respiro con il bacio dell'addio.
Morire è facile...
...vivere per chi si ama è difficile.

Per chi ha vissuto una vita come quella di kim, ormai la morte diventa una liberazione, una madre che ti accoglie.
Mentre la vita è una continua lotta, la certezza che dovrà ancora ingoiare dolore e purtroppo l'amore che riceverebbe non sarebbe mai abbastanza per cicatrizzante le ferite.

Martina, dopo quella frase, la fatta tornare nella camera d'ospedale per poi scomparire, lasciandola sola ad affogare tra i suoi pensieri.
Seduta sul davanzale della finestra, ha passato gli ultimi due giorni a guardare Sara e Carter fare compagnia al suo corpo senza sensi.
Anche i ragazzi e le ragazze le hanno fatto visita, ma la presenza dei due è costante più degli altri e quasi pietosa agli occhi di kim.

Ammirevole che si diano il cambio per non lasciarla mai sola, che passino ore con lei, ma allo stesso tempo è angosciante vederli intrappolati con lei in questa stanza.
E ad ogni giorno che passa, kim si trasforma in un peso, una catena che lega i suoi amici a un corpo che non ha più una vita propria, una anima, diventando un parassita che si nutre del loro tempo.

Ha chiamato più volte Martina, in tutti i modi possibili, ma quella ragazzina forse per dispetto non si è fatta "viva", nemmeno all'ora dell'aperitivo.
Così a Kim non è restato che lamentarsi, con le mani sulle orecchie, della donna delle pulizie con una strana passione per il canto, nonostante sia stonata come una campana.
E bestemmiare contro l'infermiere con le manine un po troppo lunghe per i suoi gusti, nulla di troppo spinto ma è comunque fastidioso guardarlo palpeggiarle il sedere di nascosto, senza potergli spaccare quel naso a patata che si ritrova.

"Buon giorno raggio di sole, guarda cosa ti ho portato?"

Kim conosce bene la voce che l'ha appena salutata, non ha bisogno di guardarla in viso per riconoscerla, perciò si sofferma sull'orologio che segna le dieci del mattino, spaccate e perfette.
La bio dina non è mai stata così puntuale e kim sorride pensando ironicamente che almeno tutto questo una cosa buona la portata.

Tranquilla si siede sul davanzale della finestra, osservando la biondina sedersi vicino al suo corpo senza anima, pettonandole i capelli e raccontandole la sua giornata con quel leggero sorriso sulle labbra.
Come fa ogni maledetta mattina.

E nonostante Sara sorride e sembra così serena, non è difficile capire quanto stia soffrendo, tutto perché è anche lei intrappolata in questa stanza con kim.

"Oggi che ne pensi di un po di musica.
In genere so che diresti di no, alzando gli occhi al cielo, ma ora non puoi lamentarti giusto?
Chi tace acconsente."

E da le spalle al corpo stesso tra le lenzuola, collegando una vecchia radio alla presa, nascondendosi dagli occhi chiusi del corpo di kim.
Ignara che l'anima di kim le sia davanti e veda bene le lacrime sfiorare le guance.

La guarda da vicino kim, gli occhi stanchi e rossi, la pelle troppo chiara e le labbra secche.
Da quanti giorni non dorme, non mangia e non fa altro che piangere.

E sospira kim, posando la fronte su quella di Sara dandole come un brivido di freddo.

"Piccolq mia, ho lottato per salvarti ed ora ti sto trattenendo all'inferno con me."

The Queen 3 (i nobili del bronx)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora