capitolo 22 albert miller

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"È un onore e un piacere conoscerla signore."

Albert ricambia la stretta della donna, studiandola con cura.
Una bella donna è persino scontato dirlo, deve dire che il nipote ha davvero buon gusto.
Ma nella stretta di questa donna, nel suo sguardo sicuro di sé e nella sua posa fiera c'è molto di più di quanto vorebbe dire.
E anche di molto famigliare.

" Il piacere è tutto mio, ma ti prego chiamami Albert e dammi del tu.
Non sono ancora un vecchio rincoglionito."

Lei sorride, annuendo e lasciando con calma la mano grande e consumata dal tempo.
La somiglianza tra nonno e nipote è sorprendente, ora kim sa da chi ha preso la chioma buonda e gli occhi di fumo, nonché il carisma che però in Albert è accentuato dall'esperienza e dall'età.

"Mettiamoci comodi, vi va?"

Fa strada ai due ospiti verso una stanza poco lontana, una piccola terrazza semi aperta allestita a sala relax.
La verità è che questo posto fa schifo e Carter non può mon arricciare il naso ad ogni mobile vecchio e sporco di polvere o alle macchie di muffa sui muri che vede.

Per fortuna almeno le poltrone su cui sono invitati a sedersi sono in uno stato decente e almeno igienico.
Una volta comodi, il maggiore dei tre si porta una sigaretta alle labbra per poi offrirla agli altri due che accettano volentieri.
Lo sguardo ancora una volta si sofferma su kim, che tranquilla guarda la sigaretta, l'annusa e  solo quando sicura se la  porta alle labbra.
No, questa donna non è solo la ragazza di suo nipote, più la guarda e più ne è convinto.

D'altro canto non è che kim non si fidi dell'uomo, semplicemente la sua è ormai abitudine, qualsiasi tocchi il suo organismo lo analizza con cura.
E poi, non può dimenticare che questo uomo è in pericolo e che Gionata potrebbe attaccarlo in tutti i modi.

Albert vorrebbe studiarla ancora, ma lo sguardo del nipote non gli da scampo.
Sa che è qui per delle risposte, una specie di resa dei conti.

"Che ci fai qui nonno?
Perché non me l'hai detto?"

Doveva aspettarselo che prima o poi l'avrebbe scoperto e mentalmente sorride ripensando alla chiamata da parte della nipote di ieri, che le chiedeva scusa per non aver mantenuto il segreto.
Dicendole che Carter sarebbe venuto da lui il giorno dopo e che aveva le sue buone ragioni per aver rotto la promessa.
Non gliene fa una colpa, se kessie la "tradito", avrà avuto le sue buone ragioni.

"Tu avevi già i tuoi problemi. Prima con Alex Sanders, poi con il consiglio.
Non volevo esserti di intralcio."

La faccia sorpresa del nipote è uno spettacolo, sopratutto dopo che ha menzionato il consiglio.
Al contrario della donna al suo fianco, che rimane impassibile.

"Saro anche rinchiuso in questo posto, ma ancora un paio dii amici nella mia vecchia città.
È mi hanno raccontato tutto quello che è successo."

Piccola bugia, diciamo che la maggior informatrice è stata sua nipote, ma solo in parte.
È vero che ha ancora legami con il bronx, amici fidati e altri che gli devono favori.
L'unica cosa di cui è ancora all'oscuro è del loro arrivo così di fretta qui, ma è sicuro che il nipote gli spiegherà tutto a tempo dovuto.

"Comunque ho saputo tutto quello che è successo.
Sono molto fiero di te e anche di Alex, mi è sempre piaciuto quel ragazzo, è sempre stato diverso dalla testa di cazzo del padre."

Forse ce ancora speranza per il mondo, perché sembra che la nuova generazione sia un passo in avanti rispetto alla vecchia.
E questo, il progresso può essere solo una cosa buona.

Ma il cambio repentivo di argomento non funziona con il nipote, che facendo lunghi tiri dalla sigaretta ritorna all'attacco.

"Dovevi dirmi del tuo patto con Gionata, dirmi che sei finito in questo posto di merda.
Cazzo nonno, lo sapeva Kessie e non io, perché?"

The Queen 3 (i nobili del bronx)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora