capitolo 13 offesa

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"Sara, chiudi porte e finestre, non aprire a nessuno finché non torno.
Io ho da fare."

Non le dice chi la chiamata, perché è che i ragazzi si sono messi in qualche guaio.
Nessuna spiegazione, come al solito, da ordini e indossando la giacca di pelle se ne va senza dire altro.

Solo una volta in macchina, sbatte con forza i pugni contro il volante, sfogano la rabbia che sente pizzicarle la pelle.
Cerca di assimilare tutte le informazioni, ma la sua mente è un turbine di pensieri che si muovono in un uragano.
La sua famiglia è in pericolo, Carter è in pericolo e anche ferito, qualcuno li tiene in ostaggio e lei non sa dove siano e cosa stia accandando in questo momento.

Portandosi una sigaretta tra le labbra, si sofferma a guardare la fiamma consumare la punta, per poi aspirare un lungo tiro fino a sentirlo macchiare i polmoni.
Calma, si ripete, fa lunghi respiri ad occhi chiusi resettando la mente.

Quando spalanca gli occhi, è pronta ad attaccare.
Le labbra tirate in un sorriso sporco di fumo, le pupille dilatate, il piede che preme furioso sull'acceleratore.

La rabbia non è scomparsa, quella è troppo da contenere, quelle teste di cazzo si sono infilate in qualche guaio senza dirle nulla.
E ha già una mezza idea sul perché, sul chi e la rabbia continua a scoppiettare sotto pelle, quasi si potrebbe vedere il fumo che sta emanando.

Vorrebbe esplodere, distruggere ogni cosa, ma per fortuna compensa il suo lato freddo che sta già architettando un piano.

Avvia la chiamata attraverso la radio della macchina, contando gli squilli prima che Simon risponde, 5 battiti, decisamente troppi.

"Ei kim, come sta andando la serata?"

La voce di Simon è nervosa e ansiosa, si è già tradito da solo ed è uno stupido se pensa che Kim non se ne accorgerà.
Non parla lei, lo lascia cuocere nel suo brodo di bugie, ascoltando il suo respiro integolare e affannato.
Sicuramente stara sudando a freddo.

"Facciamo in fretta Simon, mandami le loro coordinate e avvisa tutti gli uomini in zona di raggiungermi li.
Non una parola e sii veloce, altrimenti vorro anche la tua testa stasera."

Simon non ha il tempo di ribattere che kim ha già buttato giù.
Ingoia a vuoto con sguardo fisso e vuoto verso gli schermi dei computer.
Sa benissimo del piano dei ragazzi, lui era stato obbligato a stare a casa per attivare il piano b, che in realtà non esisteva.
Carter gli aveva semplicemente detto che se fosse successo qualcosa, avrebbe dovuto tirarli fuori dai guai, senza coinvolgere kim.
La corcina aveva anticipato tutti e il suo coinvolgimento avrebbe sicuramente salvato i ragazzi da Kevin, ma poi chi li avrebbe salvati da lei?
Nessuno, simon ne è sicuro.

Rilasciando il respiro trattenuto per qualche secondo, si arrende all'idea che a fine serata Kim farà a tutti loro una bella tirata di orecchie.
Velocemente manda a lei le coordinate date dai GPS delle macchine di Carter e Alex, mentre con la cuffia all'orecchio chiama tutti gli uomini assegnati nelle vicinanze di quel locale.

Ordina loro di lasciare qualsiasi cosa stiano facendo,  dallo spaccio, gare o controllo degli incontri di questa sera, per raggiungere la the Queen  che sicuramente si trova già lì.

Chiuso con loro, chiama Jek, Massi e Nik, sapendo che si trovano davanti al locale in attesa dell'arrivo del piano b.

"Ragazzi, Kim sta portando il piano b."

Sono le uniche parole che dice, per poi lasciarli impietriti con il telefono ancora all'orecchio.
Tutti è tre ingoiano a vuoto, sapendo di averla combinata grossa questa volta.
Ma non hanno il tempo di trovare una buona scusa, che la macchina della corvina, si ferma a un palmo dai loro piedi.
Tanta l'ansia che non l'hanno sentita nemmeno arrivare.

The Queen 3 (i nobili del bronx)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora