capitolo 9 astinenza

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Finito di caricare l'ennesimo mobile sul camion, tutti tirano un sospiro di sollievo nel vedere che sono decisamente .
Sono già le nove di sera e nonostante siano tanti in famiglia, le cose da portare via sono davvero tante , ma sono comunque soddisfatti del lavoro fatto.

"Direi che possiamo fermarci ragazzi, domani caricheremo il restante della roba.
Andiamo a mangiare un pizza fuori?"

Chiede Cam, chiudendo il cofano della macchina già pieno e posando il braccio sulle spalle della sua ragazza.
Alla fine l'idea piace a tutti, soprattutto alle ragazze che non hanno nessuna voglia di cucinare, non dopo aver lavorato tutto il giorno, sono davvero esauste.

"Voi andate pure, io recupero Kim e vi faccio sapere."

Li saluta Carter, facendo un passo indietro verso la porta di casa, osservandoli andare via uno dopo l'altro, finché non rimane solo.
La casa vuota, fa uno strano effetto, oltrepassare il soggiorno e non sentire le risate o le lamentele di Mary perché non riesce a sentire la TV, è quasi triste ma è solo un momento, perché sa che è tutto un progetto per creare qualcosa di più grande e "loro".

Il silenzio lo accompagna per le scale fino alla fine del corridoio al piano superiore.
L'oscurità viene spezzata dalla luce che filtra dalla porta socchiusa, della loro camera.

Quando la apre, non può trattenere un sorriso, la camera e gli armadi sono completamente vuoti, gli scatoloni sono posati e ordinati in ordine di grandezza nell'angolo della camera, mentre lei e goffamente sdraiata sul letto.

Ha gli occhi chiusi e dalla sua espressione stranamente serena, starà sicuramente dormendo.
Ed è maledettamente bella, anche quando esausta si addormenta in strane posizioni, con i capelli sul viso e una gamba a pendolare fuori dal letto.

Si toglie le scarpe e la giacca posandole vicino agli scatoloni, la sistema meglio sul letto e poi lentamente si sdraia vicino a lei, trattenendo il respiro per paura di svegliarla.

Appoggiato sul gomito, con la mano le libera il viso dai capelli, perdendosi nei dettagli dei suoi lineamenti.
E strano non vedere quella ruga corrugata sulla fronte, sentire la pelle liscia e i muscoli rilassati, l'unica cosa che gli mancano sono i suoi occhi color ghiaccio ora chiusi, ma c'è la bocca a consolarlo, due labbra rosse come il fuoco in contrasto con il suo colorito bianco latte.

La mano scivola verso il collo e il contatto lo fa sospirare, forse tanto da svegliarla.
Due gemme di ghiaccio lo guardano confuse, ma la mano continua ad accarezzare quel lembo di pelle nuda, come se non ne potesse fare a meno, come una dipendenza.

Con la voce impastata di sonno chiede che ore siano, sbuffando quando si rende conto di aver dormito per un'ora.
Sta davvero iniziando ad odiare il proprio corpo.

"Non tornerò mai più come prima."

Carter la lascia appoggiarsi sul suo petto, accarezzandole i capelli e la schiena.
Ultimamente la sentita spesso così sconfortata per la sua situazione fisica, ma è la prima volta che lo sente dire dalle sue labbra.

"Hai solo bisogno di riposarti e di tempo."

Riposo, riposo, riposo  non sente dire altro, si è rotta davvero il cazzo di riposare.
Lei non è fatta per riposare cazzo, lei è una guerriera e invece ora si sente una pallottola a terra, ormai inutile e morta.

Di scatto si strappa via dalle mani di Carter, camminando avanti e indietro davanti a lui.

"Smettetela di dire stronzate, non ce la faccio più."

Perché nessuno qui capisce come si sente, perché non la smettono di dire cazzate e di guardarla come se fosse una disabile.
Lei non è così, non è debole e non lo è mai stata.

The Queen 3 (i nobili del bronx)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora