The Queen 3 (i nobili del bronx)

capitolo 23 diamante

Dopo la piccola fuga, i tre si rifugiano in un classico fast food, attirando parecchi sguardi e non solo per la macchina ridotta a un rottame.

Tutta la clientela femminile sbava sui due uomini, sorprendentemente sopratutto soprattutto sul maggiore dei due.
Una cosa su cui non si è soffermata kim è che Albert nonostante i suoi 58 anni è ancora un bell'uomo oltre che di possente presenza.
Il nipote ha sicuramente preso il meglio dei Miller.

Comunque è decisamente troppo concentrata sul suo uomo per considerare il tutto.
O meglio, tutti questi sussurri maliziosi e occhiatina verso Carter le stanno toccando il sistema nervoso, con il considerato rischio che faccia una carneficina.

Volendola evitare, lascia i due uomini al tavolo per andare in bagno, con la scusa di darsi una rinfrescata.
Per calmare i suoi nervi dovrebbe infilare la testa completamente sotto il getto dell'acqua gelida, altro che rinfrescata.

Rimasti soli, i due uomini considerano le condizioni della macchina.
Devono arrivare all'aeroporto, con una macchina così sarà impossibile passare in osservato.
Nella sua mente valuta l'idea di chiamare Simon per avere un'altra macchina, ma poi dovrebbe dare troppe spiegazioni e non è sicuro che l'agenzia darò loro un'altra auto quando vedrà come ridotta questa.
In tutti ciò, Albert sembra leggerli nei pensieri o quasi.

"State tranquilli, un mio uomo fidato mi sta portando la mia macchina.
Con quella viaggeremo comodi."

Per la sorpresa Carter rischia di strozzarsi con la birra appena sorseggiata, con sguardo spalancato verso al nonno.
Gli ha spiegato che hanno l'aereo prenotato questo pomeriggio, ma sembra che il maggiore non abbia ascoltato una virgola.

"Perché dovremmo farci 10 ore di macchina, sempre se non troviamo traffico, quando potrei prendere un aereo e in un paio di ore essere a casa?"

Ma non  sembra percepire il nervosismo nella sua voce, poiché tranquillo continua a sfogliare il vecchio menù del locale, distogliendo lo sguardo da esso solo per fare l'occhiolino o per guardare qualche bella donna che passa loro di fianco.
Solo perché in realtà si diverte a fare innervosire il nipote e quando si sente abbastanza soddisfatto della cosa, finalmente alza lo sguardo su di lui.

"Ho quasi 60 anni.
Sono sopravvissuto a sparatorie, bombe, veleni e persino alle sfuriate di tua nonna.
Non ho nessuna intenzione di sfidare la sorte, chiudendomi in una lattina di ferro a chissà quanti chilometri da terra."

Kim arriva poco dopo, osservando confusa lo sguardo nervoso che due uomini si scambiano. Semplicemente chiede cosa si è persa e quando Carter le ripete, alla lettera, le parole del nonno è davvero tentata di rispondere che infondo nonno e nipote sono uguali anche in questo.
Alla fine si morde la lingua, nascondendo un sorriso, preferendo tacere su ciò, anche se la situazione  diverte anche lei.

"Non vuole salire su un aereo e non puoi obbligarlo.
Almeno che tu non voglia utilizzare le corde e lo scotch che ho in valigia."

L'ultima affermazione, attira all'istante lo sguardo dei due uomini su di sé e anche quello di una famiglia seduta poco distante.
Ma Kim semplicemente sbuffa annoiata, di cosa si sorprendono esattamente?
Questo è il minimo di cui aspettarsi da kim,

Capendo perché la valigia di Kim è così pesante, Carter si limita a sbuffare incrociando le braccia al petto, spostando lo sguardo oltre la finestra.

A volte questo lato di Kim lo stressa molto, nonostante siano una coppia, a volte  l'indole di Kim di capo, si fa sentire forte e chiaro.
Decisamente per uno che è stato a capo di una gang per molti anni, non è facile e spesso si sente oltretutto sottomesso a lei.
È vero, potrebbe sembrare una sciocchezza, ma Kim non si rende conto che il suo essere capo sfoggia anche nei suoi rapporti personali.
E Carter non gliene vorrebbe fare una colpa, perché la conosce, conosce la sua storia, conosce il suo modo di essere e la ama per questo, ma a volte si sente davvero uno dei suoi sottoposti, quando invece vorrebbe  sentirsi il suo uomo