capitolo 5 ritorno a casa

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Kim voleva tornare a casa, lo sapevano i suoi amici, gli infermieri, i dottori e persino la donna che gestisce il bar al primo piano lo sapeva.

Ma era passata una settimana dal suo risveglio ed era ancora qui, in questa maledetta stanza di bianco, disinfettante e e i suoi continti sbuffare.

Il dottore che si occupava di lei, non sapeva davvero se essere meravigliato dalla ripresa veloce della donna, che di fatto già dopo quattro camminava tranquillamente anche se ciò le permetterà di raggiungere la terrazza per fumare, con tutti gli infermieri a cercarla.
Oppure sbattere la testa contro il muro per la testardaggine e la tenacia di non voler riposare, mai.

Sotto indicazioni di kim, la sua gang guidata da Carter e Alex, era riuscita a comprarsi i colletti bianchi direttori di questo ospedale.
Non era stato difficile, poiché sinceramente a nessuno delle altre gang gliene fregava molto della salute di questa città, invece Kim gli dava la giusta importanza perché così avrebbe evitato di cucire ferite e estrarre proiettili dal suo corpo e da quello dei suoi amici.
Ma anche per una questione economica, anche se può sembrare orribile guadagnare sui malati, ma invece la situazione era totalmente diversa.

Kim, in una giornata, ovvero in 24 ore per giunta dopo essersi appena risvegliata, cosa davvero assurdo per i suoi amici che ormai si aspettano di tutto da questa donna anche che magari sputi fuoco.
Ha creato un buon progetto per migliorare la struttura, avere più rifornimento di medicinali e attrezzature e aiutare anche chi non ha nessuna assicurazione.
Riuscendo persino, a lungo andare naturalmente, guadagnarci molto.

La sua era una semplice bozza, scarabocchiata su dei fogli, consegnata a Jek e Simon che non hanno avuto nessun problema a rendere una idea in realtà.
Come sempre, senza fare domande, semplicemente seguendo il disegno di Kim, non capendolo finché non hanno fatto un passo indietro vedendo quei piccoli dettagli nel loro totale.

Comunque Kim aveva trovato interessante "comprare" l'ospedale per un altro motivo, più personale, fare il cazzo che gli pare.

Le regole di comportamento insensata, a detta di kim, gli orari di visita troppo brevi, le regole su cosa poter tenere in camera, insomma se doveva stare in questa prigione ancora per molto, preferiva starci comoda e senza che nessuno le rompesse le palle.
L'unico che ancora si permette a ribattere contro di lei, è il dottor Lavis, che più che altro si comporta con Kim come se fosse sua figlia, senza rimanere mai impaurito da lei o dalla sua posizione.
Una spina nel fianco fastidiosa ma sopportabile.

Così tra visite, fisioterapia e sbuffi, Kim ha passato il tempo a sistemare i casini che si sono creati in tua assenza.
E cazzo, si riposa una settimana e le cose davvero vanno a rotoli più di quanto lei potesse mai immaginare.

Il meno difficile è stato sistemare Sara, che si era fatta scappare la storia di aver lasciato la scuola a meno da un anno dal diploma.
Le urla di disnegno sono arrivate fin al parcheggio, Sara è persino sicura di aver visto un fulmine a ciel sereno in quel momento.
Comunque, dopo una bella tirata di orecchie, Sara si è scusata di averla delusa e le ha giurato che avrebbe ripreso subito gli studi e i suoi turni a lavoro.

"Non solo delusa Sara, ma terrorizzata.
Se sto facendo tutto questo e perché voglio che tu un giorno abbia un futuro migliore.
Non posso vivere nella paura che se io non ci sarò, tu non continuerai a lottare per te stessa.
Me lo devi giurare Sara, giurami che non ti arrenderai mai."

Ormai Kim non fa più caso a quanto sia naturale aprirsi con Sara senza riserva.
Lei è ormai come una sorella e sapere che stava per abbandonare il suo futuro e il suo presente, le ha fatto venire la pelle d'oca.
E Sara l'ha capito, ha visto il tremolio nel suo sguardo di gelo e ha giurato di avere più cura di sé stessa.

The Queen 3 (i nobili del bronx)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora