La prima udienza

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"Tesoro, sto morendo" mormorò Tom da sotto lenzuolo. "Sto morendo..."

Angel gli passò un panno bagnato sul viso.

"Non stai morendo, stai subendo effetti collaterali"

Tom grugnì.

"Non andrò mai più ad una festa con la tua squadra"

Angel rise

"Non avresti mai dovuto sfidare Emily. Quella donna regge più l'alcool che lo stress"

Tom aveva alzato un po' troppo il gomito la sera prima. La malsana idea di una sfida alcolica proveniva da Morgan, che aveva fatto allontanare Tom di proposito per farlo sfidare con Emily. Ad Angel era stato impedito di avvisare il povero malcapitato, costringendola a prendersi cura di quest'ultimo e la sua sbornia. Non era la prima volta che lo vedeva ubriaco, ma era una visione esilarante ogni volta. E poi, quando la mattina si svegliava, l'uomo regrediva ad un bambino di cinque anni.

"Angeeel.."

Girata di spalle, preparandogli qualcosa da mangiare, la ragazza non poté fare a meno di sopprimere una risatina. Era incredibile quanto appiccicoso diventasse.

"Angeeel... Mi coccoli?"

Lei sorrise, sistemando sul piatto un po' di uova e bacon. Non disse nulla. Era la terza volta che lo chiedeva nell'ultimo quarto d'ora.
Si voltò con il piatto in mano, reggendo nell'altra un bicchiere di acqua e delle aspirine.

"Mettiti a sedere, dai. Devi mangiare qualcosa"

Tom mugolò scontento, tirando più in alto le coperte. Mormorò qualcosa che Angel non colse, ma i suoi occhioni blu la scrutavano.

Angel si arrese
"Se mangi qualcosa prometto di coccolarti per il resto della mattina, ok?"

Tom sfoggiò un ampio sorriso, ridacchiò come un bambino e afferrò il piatto dalle mani della ragazza con velocità. La donna scosse la testa, ridendo e appoggiando il bicchiere con la aspirine sul comodino. Il tempo di questa azione, che Tom aveva già finito di mangiare.
Poi, prima che lei potesse dire nulla, afferrò le medicine e il bicchiere. Si mise una pastiglia in bocca e bevve un po' di acqua, ingoiando la pastiglia. Quando ebbe finito, si voltò verso la sua ragazza, aprendo le braccia e sorridendo sornione.

"Mi hai fatto una promessa, Angie. Devi mantenerla!"

Angie. Era dal college che non la chiamava così. Erano subentrati i nomignoli dopo qualche mese della loro conoscenza, lasciandosi alle spalle il soprannome che Angel aveva sempre avuto. Ora, usava quel nome per prenderla in giro.

Angel si gettò tra le sue braccia, affondando il viso tra il collo e la spalla, inalando il suo profumo. In quel momento però, forse era meglio fargli un bagno, dato il profumo.

"Tom, amore mio" lo chiamò delicata "tesoro, hai bisogno di un bagno caldo"

Tom le baciò la testa, guardandola confuso.

"Puzzo così tanto?"

"Diciamo che sei sudato"

Tom la strinse più forte, lamentandosi tra i suoi capelli come un cucciolo.

"Non sarai solo nella vasca" ammiccò lei, scoccandogli un bacio sulle labbra.

Se fosse stato completamente sobrio, non sarebbe arrossito così tanto. 

*
Angel massaggiava la testa di Tom con le mani piene di shampoo. Si era messa sul bordo della vasca, ancora vestita. Quando l'uomo si rese conto che lei non sarebbe entrata con lui in vasca mise il broncio, per poi dimenticarsi della cosa quando la donna iniziò a lavare con cura i suoi capelli.
Lei passava con cura le mani sul suo capo, massaggiando le doloranti tempie. Tom emise un suono profondo di approvazione, rilassandosi tra le mani di Angel.

Il pericolo d'amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora