Il pericolo d'amare

Il Profiling

La testimonianza di Tom era straziante. Teneva stretta la sciarpa di Angel tra le mani, ma avrebbe fatto di tutto pur di alzarsi e scappare. Parlava freneticamente dando più dettagli che poteva, chiudendo gli occhi. Non voleva mostrarsi debole, soprattutto davanti a lei.
Quindi prese un profondo respiro e aprì gli occhi. Continuò a raccontare quello che aveva passato, guardando il procuratore McCoy. Quando finì, deglutì e fisso gli occhi su Angel, la quale annuì con un piccolo sorriso. Si vedevano le lacrime nei suoi occhi.

Si alzò l'avvocato difensore.

"Signor Hiddleston. Immagino che lei abbia delle prove per quello che sta dicendo"

Tom corrugò la fronte.
"Certamente"

"Uhm" sbuffò l'avvocato "Referto 14, vostro Onore"

L'avvocato si avvicinò al bancone del giudice, mostrandogli un disco.
Il giudice passò il DVD al segretario, che lo inserì nel televisore.

Il video partì. Uno dei tanti, uno delle torture. L'audio era al massimo. Si distinguevano due figure: un uomo e una donna. Lei gli girava intorno, ma senza mai mostrare il viso alla telecamera. Parlava, ma la voce era distorta.

Tom serrò gli occhi. I suoi lamenti di dolore si sentivano perfettamente. Si prese d'istinto il fianco.

"Avvocato, spenga subito questo video!" Intervenne il giudice.  L'avvocato lo fece, alzando leggermente le mani in segno di resa.

Il bastardo è sicuro di sé, pensò Angel. La ragazza sentì la mano di Hotch sulla sua spalla.

"Da quello che si vede e che si sente in questa registrazione, è chiaro che lei stia venendo torturato. Ma non è chiaro chi lo stia facendo: la voce è modificata, il viso non è mostrato e il corpo nascosto. Come può dire che sia stata la mia cliente? Abbiamo solo la sua parola che lo afferma"

Tom aprì la bocca per replicare, sentendosi svenire. Ma l'avvocato continuò.

"In questo video, come in tutti, l'aggressore non è mai mostrato. Non possiamo certo affidarci alla sua parola"

Tom andò in panico, si voltò verso Angel, la quale aveva la bocca aperta e il fuoco negli occhi.

"Obiezione!"

In aula si scatenò il putiferio. L'avvocato e il procuratore iniziarono a discutere. Tom non sentiva più nulla, solo il suo cuore battere. Incrociò lo sguardo trionfante di Taylor, che lo guardava con un sorrisetto. Poi la vide alzarsi, e tutti i suoi avvocati seguirla. Un agente gli si avvicinò e gli disse che doveva alzarsi, perché l'udienza era stata sospesa.
Lui si alzò, ancora totalmente sordo ad ogni rumore e completamente cieco.
Sentì una mano che gli accarezzò la guancia. Era Angel.

"Tom, amore"

Tom non rispose, la guardò e basta. Non c'era niente nei suoi occhi: non c'era la luce che aveva di solito, il colore blu profondo sembrava essersi tramutato in grigio. La pelle sembrava aver perso ogni colore. Il corpo era come spento. Non percepiva né le parole che uscivano dalla bocca della ragazza né i suoni accanto a sé. L'unica cosa che sentiva erano le sue urla nella sua testa. I giorni passati recluso in quella casa con lei erano così lucidi nella sua memoria. Quante volte aveva pregato di uscire da quel posto e quante aveva pregato di morire  durante le torture. Quante notti aveva urlato il nome della sua amata Angel, supplicandola di salvarlo. Tutti quei momenti passarono nei suoi occhi.

Angel si accorse che Tom stava pericolosamente ricordando i suoi giorni da vittima. Le sue mani stavano tremando, il respiro sempre più veloce. Stava avendo un attacco di panico.  Sapeva che parlargli non sarebbe servito. L'aula del tribunale era vuota, tranne per loro due e la squadra, che aveva capito perfettamente cosa stesse succedendo. Angel prese la mano di Tom lo trascinò fuori, portandolo sulla terrazza. Lì, lo fece calmare, facendogli appoggiare l'orecchio sul suo cuore, una cosa che aveva scoperto lo calmasse. Ci vollero almeno dieci minuti prima che il respiro di Tom ritornasse regolare. Angel gli sussurrava all'orecchio promesse d'amore e battute stupide, facendolo sorridere. Passarono qualche minuto in silenzio. Fu Tom a sussurrare all'orecchio di Angel: "Finirà mai?"