"ZIA! ZIA!" urlò Jack, correndo con lo zainetto in spalla. Teneva stretta tra le mani la posta.
"Ciao Jack!" lo salutò Angel sulla soglia della porta.
Era il primo settembre, primo giorno di scuola per Jack. Era elettrizzato per il primo giorno, aveva preparato tutto la sera prima ricontrollando di aver messo tutto almeno tre volte. Per farlo addormentare ci vollero un tè e un buon libro di fiabe. Si lasciò coccolare e in un'ora buona Angel e Hotch erano riusciti a farlo dormire.
Ora che era tornato a casa, se possibile, era ancora più elettrizzato.Il bambino le saltò al collo.
"Mi sei mancata!" bisbigliò.
Angel sorrise e ridacchiò.
"Sei stato via solo otto ore, piccolo"Jack si tirò un po' indietro per guardarla. Sorrideva. I suoi grandi occhi marroni incontrarono quelli azzurri di lei.
"Troppe!" rise.
Ad Angel si sciolse il cuore.
"È stato così noioso?"
Jack annuì.
"Io so già l'alfabeto a memoria. E anche la tabellina del due. E poi tu mi hai insegnato a leggere, che mi serve la maestra?"
"Non dirlo al papà" disse Angel, sorridendo giocosa.
Jack rise e tirò sul il mignolino, lo intrecciò a quella della ragazza e disse solennemente:"Promesso"
Jack saltò giù dalle braccia di Angel e corse dentro alla casa. Si tolse le scarpe e le mise dentro alla scarpiera con cura, poi si tolse il cappotto e lo appese.
"Zia, posso andare a giocare prima di fare merenda?"
"Certo. Visto che papà non c'è... Ti va un panino con la cioccolata?" disse Angel, tentandolo.
Lui ci pensò un po' su, poi annuì. Corse in cameretta dopo averle consegnato le varie lettere.
Angel le appoggiò sul tavolo, non erano affar suo.
Solo una attirò la sua attenzione: era indirizzata a Jack. Angel pensò che Jack avesse fatto colpo su una bambina a scuola, ma la scrittura era da adulto. Fine ma elegante. Un'idea insana le passò per la mente: e se il destinatario non fosse casuale? ripensò alla lezione in Accademia della professoressa Blake. Scrittura fina, elegante e precisa, tipicamente...Femminile.
Angel la prese, spinta da un'improvvisa curiosità e, dovette ammetterlo a se stessa, preoccupazione e paura.
Aprì la busta bianca, e ne tirò fuori un foglio.
Profumava di Lilà.Disgustosamente dolce
Era anche un po' umido. Lo aprì cautamente.
Così diceva:Lady Angel, look what you made me do
"Che diavolo?..."
Cercò tra le altre lettere e ne trovò un'altra.
Stessa calligrafia e stesso odore.
Aprì anche quella.
C'erano una carrelata di foto che ritraevano Angel che arrivava a casa di Hotch, che giocava in giardino con Jack, che apriva la porta ad Hotch di ritorno dall'ufficio...Angel si sentì soffocare. C'erano primi piani di Hotch e Jack, con dei piccoli cuoricini sugli angoli.
Una foto li ritraeva tutti e tre seduti sul tavolo della cucina che mangiavano. Era una foto scattata attreverso la finestra.Angel impallidì. Non riusciva a parlare, né tanto meno a respirare. Iniziarono a tremarle le mani, ma cercò di controllarsi. Prese due respiri profondi.
Afferrò il cellulare e chiamò Hotch.
Sudava, stava andando in panico."Hotchner"
"Hotch sono io. C'è un problema"
"Che succede? Jack..."
"Nono, Jack sta benissimo."
Passò qualche se secondo.
"Si è fatto risentire?"
"Non lui, ma credo che... Hotch..."
Angel venne interrotta da un singhiozzo. Non ce la faceva più. Voleva venire a capo di tutta questa storia, voleva solo che finisse.
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Il pericolo d'amare
FanfictionAngel Sliver, agente dell'FBI, tenterà di nascondere la sua relazione con un attore britannico alla sua squadra. Ma non sa che là fuori, una donna la osserva con molto interesse. Non sa che quella donna cambierà il suo destino per sempre. Non sa che...