Il SUV nero correva sulla carreggiata. Era l'alba, ed Angel Sliver, ancora assonnata, stava andando a lavoro.
La fortuna volle che non avesse un caso. Se ne avesse avuto uno, avrebbe dovuto portarsi il borsone da viaggio. Di solito non stavano via più di due giorni per un caso, ma i giorni potevano aumentare e se aumentavano aumentava anche la pericolosità del caso.
Ed era questa la parte del lavoro che Angel odiava.
Era la parte che la costringeva lontana da Quantico.
Lontana da lui.Angel aveva infatti trovato quella che lei chiamava "la parte bella di sé". Si trattava di un uomo, che amava alla follia. Un uomo che era spesso lontano a causa del suo lavoro: attore.
Che Angel si fosse innamorata di un attore non era un fatto nuovo, ma di quell'attore si era innamorata molto tempo prima, quando era ancora al college.Lei e Tom, questo il suo nome, si erano incontrati al college in Inghilterra ed avevano fatto amicizia. Angel si ricordava ancora le ore che passavano insieme a fantasticare sul loro futuro.
Tom sognava di diventare un attore e spendeva i weekend con Angel a recitare Shakespeare, sua grande passione. Una volta l'aveva convinta a recitare con lui qualche battuta di Romeo e Giulietta.
Angel non era mai stata una ragazza romantica, ed infatti il risultato che ottennero fu disastroso: per quanto Tom fosse bravo a recitare, Angel non era altrattanto brava a trattenere le risate."Scusa Tom" disse ridendo la ragazza.
"Lo sai che non sono brava a recitare"
Tom rise.
"Beh, forse recitare non è la tua vocazione, ma hai molte altre qualità" sorrise condidamente.
Angel arrossì velatamente. Poi un piccolo sorrisetto perfido le solcò le labbra.
" 'la mia vocazione' allora, quale sarebbe?" chiese allora Angel, per provocarlo.
E, come previsto, Tom arrossì e tossì.
"Beh, ecco... Sei molto abile fisicamente, sei brillante e scaltra, sei..." Tom iniziò a torturarsi i ricci biondi e strizzare i grandi occhi blu. Era sempre stato timido.Dopo il college Tom era rimasto in Inghilterra per iscriversi al National Theatre di Londra, mentre Angel si era trasferita in America per entrare in Accademia e poi all'FBI.
Si tennero sempre in contatto, anche quando Angel entrò nella BAU, e Tom diventò un attore di fama mondiale.Le porte dell'ascensore si aprirono e fecero tornare Angel alla realtà. Tom le mancava molto, soprattutto nell'ultimo periodo. Avevano inizato a frequentarsi nuovamente dopo che Tom aveva avuto un attimo di tregua tra un film ed un altro. Tregua che usò per far visita ad Angel, appena rientrata da un caso, sorprendendola con una cena a lume di candela, la quale poi si spinse oltre.
Quella stessa sera, Angel si giurò che non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via."Buongiorno, bellezza".
La voce profonda e allegra di Derek Morgan la svegliò dal suo sonno pieno di ricordi.
"Buongiorno a te, Derek" rispose lei sorridendo.
Derek le si avvicinò e le mise il muscoloso braccio sulle spalle."Di' un po', ti sei innamorata forse? Sei entrata tutta sognante..."
"Nei miei sogni di certo non ci sei tu, Derek"
rispose lei ridendo."Uuh Derek, questa era pesante!" rise Emily Prentiss, un altro membro della squadra arrivata in quel momento.
Angel rideva ed Emily le porse un caffè.
"Ti servirà, ragazzina. Hai ben ventidue fascicoli sulla scrivania"
Angel alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
"Credo che Reid se ne troverà tre o quattro in più, casualmente"
Emily e Derek ridiacchiarono.Quando Angel era entrata nella squadra, Derek ed Emily erano stati i suoi allenatori e preparatori atletici. Derek nello scontro corpo a corpo, Emily per quanto riguardava la velocità e l'abilità con le armi.
Derek era almeno un metro e ottanta, pelato, muscoloso e di colore (caffelatte, come Angel adorava chiamarlo) Angel l'aveva visto poche volte furioso, e faceva tremendamente paura.
Emily era una donna snella e intelligente. Aveva i capelli neri e lisci, poco oltre le spalle, il naso a punta e gli occhi neri.
Erano entrambi ottimi profiler e anche ottimi amici.
___________________________________La giornata filò liscia, Angel compilò miliardi di scartoffie. Ogni tanto alzava lo sguardo verso l'ufficio di Hotch, il suo capo. Che più che un capo, era stato per Angel un padre. Angel aveva perso il padre quando era adolescente, e Hotch la prese sotto la sua ala, già in accademia.
"Sono l'agente speciale supervisore Aaron Hotchner, capo dell'Unità"
Lo sguardo dritto e serio puntava negli occhi di Angel. La camicia perfettamente abbottonata, la cravatta nera stretta sul collo, la giacca e i pantaloni neri eleganti incorniciavano un corpo atletico e sano. I capelli erano neri, corti e ordinati. Era un uomo tutto d'un pezzo, altro che quell'ubriacone del padre di Angel.
L'agente Hotchner le tese la mano ed Angel la strinse.
"Salve. Il mio nome è Angel Sliver."
"È un piacere. So che ha ottenuto ottimi risultati come profiler, e il punteggio massimo nelle prove fisiche. È molto brava"
Angel sorrise.
"Me la cavo" disse.Il loro rapporto era costruito da cieca fiducia e stima reciproca. Angel era molto affezionata ad Hotch e, anche se non lo dimostrava spesso, anche Hotch teneva a lei e a tutta la squadra. Che più di una squadra era una famiglia.
Una famiglia alla quale Angel stava nascondendo la cosa che la rendeva più felice al mondo. Non aveva mai confessato a nessuno, Hotch compreso, che avesse una relazione con un attore. Aveva paura che lo accusassero di essere uno di quelli che cambia ragazza ogni settimana. Ma Tom non era così, ma temeva che non le avrebbero creduto. Ogni volta che riceveva una chiamata da Tom, Angel mentiva su chi fosse (quasi sempre diceva sua madre).
E se c'era una cosa che odiava di più di allontanarsi da Tom era proprio questa: mentire alla sua famiglia."Non ha mai alzato gli occhi dai fascicoli da questa mattina Angel. Cosa c'è che ti turba?"
La voce del più anziano della squadra, David Rossi, la chiamò.
"Nulla, Rossi. Detesto il lavoro d'ufficio e ho sperato per tutto il giorno che ci chiamasse per un caso" Angel sorrise, Rossi fece lo stesso.
"Anche io detesto compilare fogli, ma purtroppo è parte del lavoro" guardò l'orologio al polso "Comunque sono le otto. Direi che per oggi possiamo anche finire. Sei qui dall'alba."
Angel guardò l'ora. Diamine, aveva completamente perso la cognizione del tempo.
"Quanti fascicoli ti mancano?" domandò Rossi.
"Tre" rispose la ragazza "Ma penso che due li rifilerò a Reid. Vorrei avere anche io un QI di 187, la memoria eidetica e l' abilità di poter leggere duemila parole al minuto. Sarebbe tutto più semplice"
Rossi rise.
"Ti conviene farlo, perché Reid è da mezz'ora che parla"
Angel ridacchiò, spostò lo sguardo a destra e a sinistra, poi allungò la mano e appoggiò gli ultimi due fascicoli sulla scrivania di Reid.
"Spencer Reid, il tuo lavoro non è ancora terminato" disse ironica.Dopo aver salutato la squadra, Angel finalmente uscì dall'open space dove si trovavano le loro scrivanie. Chiamò l'ascensore ed uscì.
Si ritrovò a casa in poco tempo, parcheggiò il SUV ed entrò.
Quando accese la luce, appoggiato sul divano, vide uno zaino da viaggio e, di fianco al tavolo, una valigia.
Angel aggrottò la fronte. Non poteva essere già tornato.
Invece, arrivata in cucina (con una mano sulla pistola, giusto per essere sicura), si ritrovò una cena coi fiocchi e un gran mazzo di fiori in centro. Ma la cucina era deserta.
Tornò in salotto, appoggiò la borsa ancora in spalla sul tavolo e si guardò attorno. Se era arrivato, dove diamine era?"SORPRESA" Angel si voltò di scatto, ritrovandosi la figura di Tom davanti agli occhi.
Indossava il suo maglione preferito, quello blu notte e i pantaloni neri. I capelli corti e rossicci erano un po' disordinati così come la barba. Si era tolto le scarpe."Tom!" disse Angel, incredula e ancora spaventata. "Finalmente sei tornato!"
La ragazza abbracciò l'uomo più forte che poteva. Ancorò le braccia dietro al suo collo e lui, ridendo, la accolse in un abbraccio tanto atteso. Rimasero stretti l'una all'altra per un tempo non quanficabile. Quando poi Angel si allontanò un po', appoggiò la sua fronte su quella dell'amato.
Lui la guardò negli occhi. Gli occhi azzurri di Tom la fecero rabbrividire tanto erano profondi e dolci."Mi sei mancata, tesoro"
"Mi sei mancato anche tu, Loki" Angel ridacchiò. Tom sorrise e la baciò.
Il cuore di Angel scoppiò di gioia, come la prima volta. Con Tom era sempre tutto come la prima volta.
Magico.
Unico.
Perfetto.
STAI LEGGENDO
Il pericolo d'amare
FanfictionAngel Sliver, agente dell'FBI, tenterà di nascondere la sua relazione con un attore britannico alla sua squadra. Ma non sa che là fuori, una donna la osserva con molto interesse. Non sa che quella donna cambierà il suo destino per sempre. Non sa che...