Confinamento

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Rossi si soffermò a guardare la stanza dove i due amanti stavano parlando. Erano ancora tesi e preoccupati. Quello che lo rattristò fu la distanza presente tra i due: evitavano di toccarsi troppo e stavano uno di fronte all'altro.
Rossi si domandò se Angel sarebbe mai  riuscita a superare il trauma della sua infanzia e a vivere serenamente la sua vita. Se lo meritava di viverla, se lo meritava eccome. E anche quell'uomo, quello che le stava accanto se lo meritava. Ora che avevano attraversato l'inferno, avevano bisogno di una tregua.

La sua attenzione venne richiamata da Hotch, tornato soddisfatto dall'ufficio della Strauss.

Il caso ora era ufficialmente caso federale.

*

Appoggiando le borse in entrata, Angel tirò un sospiro. Sollievo, stanchezza? Forse entrambi. Passò una mano tra i capelli e sospirò di nuovo. Tom era in piedi e, dopo averle dato un bacio rapido sulla guancia, si spostò verso il soggiorno.
Angel si tolse il cappotto e si avvicinò alla finestra, scostando una tenda e guardando fuori.

"Sono già appostati. Mai stati così veloci" sorrise tra sé.

Il suo cellulare suonò all'arrivo di un messaggio di Hotch. Diceva che Chris Hemsworth teneva a parlare con loro. Era appena arrivato da Los Angeles e aveva saputo della faccenda.

"Ti va di parlare con Chris?" domandò Angel rivolta a Tom, senza staccare gli occhi dallo schermo. Non ricevendo risposta, alzò lo sguardo. Tom era in piedi e le dava le spalle, guardando il divano. Aveva le mani nelle tasche dei jeans e stava in assoluto silenzio, perso nei suoi pensieri. Fissava il divano.
Lo stesso divano dove Angel lo aveva fatto sedere quella notte, quando aveva scoperto tutto.
Lo stesso divano che aveva ancora una leggera ombra più scura, segno che il sangue di Tom non si era ancora del tutto cancellato.

"Tom..."

La ragazza passò la mano sulla schiena dell'uomo che rilassò i muscoli al tenero contatto. Si voltò velocemente verso di lei e le rivolse un sorriso sghembo.

"Mi hai domandato qualcosa? Ti serve qualcosa? Scusa se non stavo ascoltando è solo che-" cercò di giustificarsi, prima di interrompersi alla vista del sorriso genuino sulla bocca di Angel.

"Va tutto bene, Tom" lo rassicurò lei, ancora sorridente. "C'è Chris che vorrebbe parlarci"

"Ma non possiamo far entrare nessuno" contestò confuso Tom. Angel ridacchiò alla sua ingenuità.

"Ecco perché hanno inventato i cellulari"

La ragazza mostrò il cellulare e lo scosse un po' davanti a Tom.

"Giusto..."

"Vuoi parlarci?"

Tom annuì. Dopo tutto era pur sempre il suo migliore amico (brother from another Mother, cit.).

"Hey Chris"

"Amico! Ho sentito che diavolo è successo! Amico, non sai che paura mi hai fatto prendere!"

Tom sorrise.

"Lo so, Chris. So che non mi perdonerai mai  per questo. Angel mi ha spiegato che vi siete avvicinati in questo periodo, che vi siete sostenuti a vicenda"

"Già...Certo avrei voluto conoscerla in altre circostanze... È una donna fantastica, lo sai?"

Tom si voltò a guardare Angel che era arrossita. L'umiltà era una qualità della coppia.

"Si, lo so. E questi mesi..." Tom si morse l'interno della guancia, al ricordo di quel periodo.

"Non serve che me li descrivi, amico. Angel e Hotch mi hanno già raccontato. Ora concentrati sul riprenderti e sul catturare quella psicopatica."

Il pericolo d'amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora