Il suono rilassante del pianoforte di Sakamoto (musicista giapponese, il quale scrive musica classica tradizionale, a cui Angel si affidava nei momenti di sconforto o paura), calmò i nervi tesi di Angel.
Era rientrata da poco da Las Vegas e si stava preparando un bagno. Era tanto che non faceva un bagno come si doveva.
Negli ultimi due mesi, l'unica cosa che si concedeva era il lavoro doppio.
Preferiva rimanere in ufficio a lavorare, con la sua famiglia. Perchè questo erano: una famiglia. Ormai Angel non considerava più sua madre la sua famiglia. Meglio, Angel voleva bene a sua madre, ma quest'ultima la evitava accuratamente escludendo qualche chiamata.
Per quanto riguardava i momenti in cui tornava a casa, si sentiva abbandonata come un cane. La casa, quando Tom era lì, stracolmava di luce ed allegria, d'amore e felicità. Tom faceva sentire Angel la donna più bella e fortunata del mondo.Angel ricordava in particolare la sera in cui si erano fidanzati.
Era Aprile, il 17. Nel pieno della primavera le sere erano fresche, il che permetteva ad Angel di lasciare le finestre aperte. Anche in quella occasione la ragazza era tornata a casa dopo un estenuante weekend a New Orleans. Era distrutta e si gettò sul divano. Aveva ancora la pistola nella fondina e il distintivo nella tasca interna del lungo cappotto nero.
Aveva buttato il borsone per terra, diventato ormai troppo pensate da trasportare.
Sbuffò e appoggiò la testa sullo schienale del divano. Fece due o tre respiri profondi, pensando a nulla, quando sentì che qualcuno le accarezzava i capelli.
Aprì gli occhi di scatto, alzò la testa e la mano scattò sulla fondina. Puntò la pistola e tolse la sicura."Angel sono io, Tom!"
Disse un agitatissimo Tom alzando le mani.
"Tom, santo cielo"
Disse lei, ancora più agitata di lui.
"Mi hai spaventata!"
"Non oso immaginare cosa faresti se provassi ad entrare in casa tua di notte"La risata spensierata di Tom fece sorridere di rimando Angel.
"Mi accorgerei se ci fosse qualcuno in casa"
Lui alzò un sopracciglio.
"Ma davvero?" obbiettò sorridendo malizioso. "Allora mi avevi sentito entrare ma hai fatto finta di niente."
Lei alzò gli occhi al cielo.
Poi si voltò di nuovo verso di lui."Da dove sei entrato?" chiese curiosa
Tom rise.
"Dalla porta principale. Mi hai dato la copia delle chiavi in caso di emergenza"
"Oh giusto" ricordò Angel. Gli aveva dato le chiavi per quando tornava da qualche avventura in giro per il mondo, cosicché avesse un posto sicuro dove stare.
E, secondariamente, per le emergenze."È bello rivederti" Tom la guardava con i suoi grandi occhi blu.
Seduti sul divano, i due potevano sembrare due amici che chiaccheravano dopo molto tempo che non si vedevano.
E in effetti era così. Due amici che non si vedevano da molto tempo.
Due amici.
Solo due amici.Ad un certo punto Tom si alzò dal divano e le tese la mano. Lei la prese un po'confusa. Tom sorrideva dolce mentre la conduceva al secondo piano, dove c'era una mansarda.
Si accedeva da una scala a chiocciola e, una volta arrivati alla fine di questa, si arrivava ad un open space dove sulla sinistra c'era una scrivania appoggiata al muro, sulla quale Angel di solito lavorava, mentre sulla destra c'era un piccolo divanetto.
La parete opposta alla scala era completamente occupata da un'immensa libreria che stracolmava di libri. Psicologia, criminologia, pedagogia, gialli e qualche fantasy qua e là.
Niente romanzi rosa.
Durante l'inverno, Angel metteva per terra un grande tappeto bianco panna: un tappeto di quelli che, se sei scalzo, non senti freddo neanche per sbaglio.
D'estate invece, lasciava il parquet scoperto per sentire la sensazione dello scricchiolio del legno sotto i suoi piedi.
Davanti al divanetto c'era un tavolino in legno di quercia, regalo di una sua vecchia amica del liceo. Tom le aveva regalato un bonsai per il suo ultimo compleanno, pianta che Angel curava molto attentamente. L'aveva appoggiata sopra al tavolino, per ricordarsi di lui ogni volta che leggeva.
Dietro al divano c'era una finestra, ancora chiusa, ma dalla quale le luci del tramonto illuminavano fievolmente la stanza.
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Il pericolo d'amare
FanfictionAngel Sliver, agente dell'FBI, tenterà di nascondere la sua relazione con un attore britannico alla sua squadra. Ma non sa che là fuori, una donna la osserva con molto interesse. Non sa che quella donna cambierà il suo destino per sempre. Non sa che...