21. Amici

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Stringo forte le mie braccia intorno alla vita della mia amica, piangendo sommessamente sulla sua spalla, mentre delicatamente accarezza i miei lunghi capelli biondi.

Sono in sfida, sfida che verrà disputata fra tre giorni invece che durante la puntata, quindi ho pochissimo tempo per prepararmi.

Sono in sfida perché ero arrabbiata, e continuo ad esserlo, forse anche più di prima.

"Andrà tutto bene" sussurra carezzandomi dolcemente la schiena. "Vincerai sicuramente". È sicura mentre parla, non credo di averla mai sentita così ferma e sicura da quando abbiamo stretto amicizia.

Sento le gambe tremare mentre mi sfogo tra le braccia della ballerina. Luca, Alex e Luigi ci guardano seduti sui tre letti della loro stanza, sospirando, mentre noi siamo in piedi abbracciate.

"Ora basta" scatta in piedi il napoletano, avvicinandosi a noi e prendendomi dai fianchi. Mi allontana dalla mora, che sbuffa, girandomi verso di lui.

Chiude il mio polso in una mano, trascinandomi dietro di lui. Con forza mi fa sedere sul pouf del pianoforte, sotto gli occhi di tutti i presenti in casetta. Tra cui serena e albe, che sorprendentemente si trovano nei due lati opposti della stanza, senza considerarsi minimamente.

Guardo Luca confusa, con un sopracciglio alzato. "Canta" asserisce, sedendosi sugli scalini vicino a me, attendendo. "Eh?!" Lo guardo sorpresa, e incerta.

"Ho detto canta" scuoto la testa, pronta ad alzarmi. Alex, che era dietro di me appoggiato al muro, mi riporta seduta sul quadrato nero. "Fallo" si aggiunge, e io sbuffo.

Poso lo sguardo sui tasti bianchi e neri sotto le mie dita, iniziando a cantare.

Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po'
E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò
Da quando sei partito c'è una grande novità.

Dietro di me, una voce si unisce alla mia. Quella di Alex, che inseguito alla pausa in cui suono varie note, senza cantare, riparte insieme di me.

L'anno vecchio è finito, ormai
Ma qualcosa ancora qui non va
Si esce poco la sera, compreso quando è festa
E c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra

Anche Luca si alza, aggiungendosi a noi. Per fortuna, ho scelto una canzone importante, pilastro della musica italiana, che tutti conoscono.

E si sta senza parlare per intere settimane
E a quelli che hanno niente da dire
Del tempo ne rimane
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
Porterà una trasformazione
E tutti quanti stiamo già aspettando

Ridendo, carola e Luigi si uniscono a noi, abbracciandosi e dondolando a destra e a sinistra.

Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno
Ogni Cristo scenderá dalla croce
Anche gli uccelli faranno ritorno
Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno
Anche i muti potranno parlare
Mentre i sordi già lo fanno

Le voci dei due ballerini di todaro, uniti all'ultimo arrivato Dario risuonano nella casetta, facendomi ridacchiare per le loro stonature evidenti.

E si farà l'amore, ognuno come gli va
Anche i preti potranno sposarsi
Ma soltanto a una certa età
E senza grandi disturbi qualcuno sparirà
Saranno forse i troppo furbi
E i cretini di ogni età

Tutta la casetta, tranne quei due, canta insieme a me, facendomi sorridere. Nonostante tutto ciò che sta accadendo, siamo uniti ora e lo siamo sempre.

Vedi, caro amico, cosa ti scrivo e ti dico
E come sono contento
Di essere qui in questo momento
Vedi, vedi, vedi, vedi
Vedi caro amico cosa si deve inventare
Per poter riderci sopra
Per continuare a sperare

Le voci di serena e albe si aggiungono, terminando finalmente il coro. Tiro dentro di me un sospiro di sollievo, cantando sorridendo, mentre il mio sguardo si posa su Luca, che mi schiocca un occhiolino.

E se quest'anno poi passasse in un istante
Vedi amico mio
Come diventa importante
Che in questo istante ci sia anch'io
L'anno che sta arrivando tra un anno passerà
Io mi sto preparando, è questa la novità

Termino la canzone e tutti gli lasciamo andare a applausi e vari urletti striduli, felici. Mi giro, posando lo sguardo sulla mia, ex, migliore amica, sorridendole piano. Si lancia di scatto su di me, abbracciandomi inaspettatamente. Non ricambio, ma neanche mi stacco, lasciando che mi stringa.

Con la sua testa poggiata sulla mia spalla, io giro la mia osservando tutti i presenti ridere felici, ed è lì che capisco.

Tutti noi qui dentro, oltre che dai sentimenti, siamo legati da un'unica cosa, uguale per tutti.

La musica.

Ci osservo ridere, ripenso a come abbiamo cantato tutti insieme, fregandocene dei problemi del programma e di quelli tra di noi.

Ed è per questo che si chiama amici.

Rejected | albe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora