Capitolo 8 - Parte 2

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Il ragazzo annuì, con una timidezza che Charlotte non aveva mai visto prima. Solo dopo qualche secondo, riuscì a riprendere la sua solita spavalderia e a ribattere: «Chi doveva essere, scusa?»

«Qualche coppia che ha scelto la pasticceria come fornitore, tipo... che ne so, i Bertrand?» L'occhiataccia che ricevette le fece capire quanta acqua facesse la sua deduzione. «A mia discolpa, però, posso dire che Lorraine pensava che si trattasse di un ammiratore segreto.»

"Perché sta esitando?" si chiese, notando che la risposta stava tardando ad arrivare. "No, non può essere quello che penso io. Mon Dieu, ti prego, fa' che non sia quello che penso io."

«Non sapevo come altro fare, io...»

Charlotte non gli permise di continuare: «Lorenzo, io ti voglio un gran bene e in questi mesi sei diventato un caro, carissimo amico, ma io... io non sono innamor–»

«No, ma che hai capito?» la interruppe e Charlotte non poté esserne più contenta. «Non sono innamorato di te, Lottie.»

Quelle parole fecero tirare a Charlotte un sospiro di sollievo. Tuttavia, restava ancora un enorme punto interrogativo a cui rispondere: «Ma allora di chi...?»

Lorenzo la guardò e, con un'alzata di spalle, le disse: «Dai, c'est lapalisse...»

Come alla fine di ogni film giallo che guardava, la donna spalancò le labbra e sussultò. Tutti i tasselli del puzzle erano finalmente andati al loro posto, nonostante avesse avuto bisogno del suggerimento per arrivarci.

«Non mi dire! Erano per... per Lorraine?» Charlotte enfatizzò il nome della sua collega e, solo a sentirlo, il viso del pasticciere diventò paonazzo, mentre lei continuava a farneticare su quanto fosse stata sciocca a non esserci arrivata prima.

«Lottie, non sono qui per farmi prendere in giro, è una cosa seria!» la rimproverò. «Ho davvero bisogno del tuo aiuto.»

«Hai ragione, scusami» disse, seguendo Lorenzo verso la prima panchina libera che trovarono. «È solo che non penso di averti mai visto parlare a ruota libera con lei, quindi ho frainteso.»

«È da quando siete venute da me con quella coppia, quelli a cui ho portato troppi dolci, che cerco un modo per parlarle, ma non ce la faccio.» Durante quella confessione, la sua voce allegra aveva assunto un tono più profondo e il suo sguardo si era incupito all'improvviso. «Pensavo che i pasticcini potessero essere un buon modo per avvicinarmi, ma non ho avuto il coraggio di specificare che fossero destinati a lei.»

«Sai, non pensavo che fossi il tipo di ragazzo che si fa problemi per queste cose.»

«Io non mi faccio problemi... ho solo paura di dire la cosa sbagliata o di prendere un due di picche.» Unì le mani e, appoggiando i gomiti sulle ginocchia, puntò il suo sguardo sulla piccola pozzanghera accanto ai suoi piedi. Così facendo, le punte ondulate dei suoi capelli – nonostante questi fossero tenuti indietro dalla cuffia – lo aiutarono a nascondere l'espressione amareggiata che era comparsa sul suo volto.

«Intanto ho una bella notizia per te: Lorraine non è fidanzata» disse Charlotte, sperando di risollevare l'umore del pasticciere. Gli posò una mano sulla spalla e continuò: «Ascoltami. Ora andiamo a prenderci un paio di crêpes a quello stand là e, nel mentre, pensiamo a cosa fare per questa situazione, d'accordo?» Charlotte non vedeva l'ora di alzarsi da quella scomoda panchina di ferro. Persino una volta in piedi continuò a sentirsi il fondoschiena ghiacciato.

«Sono davvero una frana in queste cose» ammise lui con tono sconsolato, aumentando il passo fino a raggiungere lo stand dei dolci. «Anche nella mia relazione precedente non sono riuscito a fare io il primo passo.»

Matrimonio A ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora