Capitolo 4 - Parte 2

972 63 193
                                    

Charlotte ammirò soddisfatta la linea perfettamente dritta che era riuscita a disegnare sulla palpebra con l'eyeliner. Fece un passo indietro e si allontanò dallo specchio per avere una visione più completa di sé: i suoi capelli biondi le ricadevano morbidi sulle spalle, incorniciando la forma rotonda del viso, e i suoi occhi ambrati erano messi in risalto da un velo di ombretto chiaro.

Una volta affrontate le ansie e le paure dell'adolescenza legate all'aspetto fisico, aveva imparato ad apprezzarsi per ciò che realmente era: come una farfalla che esce dal bozzolo, le felpe anonime di qualche taglia in più si erano trasformate in vestiti dai colori vibranti.
L'abito verde menta che indossava quel pomeriggio aderiva al suo punto vita ed evidenziava tutte le sue forme. Sorrise al pensiero che un tempo sarebbe rimasta in camera a provare ogni abbinamento possibile, per poi lasciare casa protetta dalle sue fidate felpone.

L'aria di metà settembre aveva iniziato a rinfrescarsi, perciò si riusciva a passeggiare senza ritrovarsi in un bagno di sudore appena usciti dalla porta di casa. Charlotte usò una mano per ripararsi gli occhi dai raggi solari, così da riuscire a tenere sotto controllo il colore del semaforo e, non appena scattò il verde, cercò di farsi strada tra la folla. Dall'altra parte della strada – l'aveva notato ancor prima della luce rossa, quando ancora era abbagliata dal sole–, se ne stava Nicolas, il quale, non appena la individuò tra lo sciame che attraversava l'incrocio, alzò la mano per salutarla.

«Ciao, Charlotte» disse, prima di sporgersi verso la sua guancia per la tradizionale bise*. «Alex si sta ancora scusando per il suo contrattempo» ridacchiò, guardando lo schermo del cellulare che continuò ad illuminarsi con una nuova notifica nel giro di pochi secondi.

«Per oggi non è un problema, ma ai prossimi incontri sarebbe meglio che venisse anche lei.» rispose seria Charlotte. «Sai, per la scelta dei fornitori è cruciale la presenza di entrambi: le bomboniere, il catering, il luogo... sono tutte cose estremamente personali e non potete affidarvi solo al mio giudizio.» Senza che se ne accorgesse, dalle sue labbra fuoriuscì anche un: «Alla fine, non sono io la sposa».

"Ma perché l'ho detto?" Si rimproverò. "Non posso fare battute del genere! È la peggiore che mi sia mai uscita... Sii professionale, Charlotte!"

Si era trattato solo di una semplice battuta, alla quale persino Nicolas aveva riso, ma a Charlotte sembrò pesare quanto un macigno. Un masso che avrebbe dovuto continuare a spingere su per la montagna, tutto il giorno, sotto lo sguardo ignaro della gente, sperando solo di liberarsene una volta raggiunta la cima.

«Da quale pasticceria mi farai iniziare, quindi?»

Per sua fortuna, Nicolas aveva deciso di passare sopra a quel suo pensiero detto ad alta voce e lei prese la palla al balzo: controllò il suo taccuino, riuscendo a trovare la pagina esatta in un lampo, grazie ai suoi segnalini colorati. «Tra quelle migliori ci sono La Framboise Magique, La Marquise e Dolci Reali... scegli tu.»

«La Marquise non è lontano da qui, direi di cominciare da quella.»

Il sollievo di Charlotte lo si poteva notare da un miglio di distanza: per quanto le stesse simpatico Lorenzo, non riusciva proprio a trovarsi a suo agio al pensiero di doverlo presentare ai clienti – nonostante la sua esuberanza fosse ben più che apprezzata da loro. O forse, il suo timore era più quello di dover fargli conoscere Nicolas.

«È passato davvero tanto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti» disse il suo vecchio compagno di università, tenendo lo sguardo incollato al marciapiede. «A proposito... quand'è stato?»

«Alla mia festa di laurea.» Si voltò a squadrare l'uomo, che in quel momento stava annuendo, e si sorprese di quanto si fosse vestito in modo informale rispetto alla prima volta che si era presentato nel suo studio: un paio di scarpe da ginnastica bianche avevano sostituito i mocassini e portava una camicia dalla stampa allegra, anziché il semplice abbinamento camicia bianca e giacca blu. «Ma tu cosa fai ora?»

Matrimonio A ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora