Capitolo 16 - Parte 1

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Riprendere i ritmi di quella che era sempre stata la normalità fu più complicato del previsto. Durante i primi giorni di rientro a lavoro, gli occhi di Charlotte sembravano non volerne sapere di restare aperti, tanto da essere stata spesso costretta a prendersi più pause del solito per contrastare il bruciore causato dalla fredda luce del computer. Le prime settimane di gennaio non l'avevano mai stancata così tanto. Forse era stato complice anche il matrimonio della signora Rainer, poiché esso si era fatto sempre più incombente e aveva occupato le sue giornate fino a farle sembrare sempre più corte di quanto non fossero in realtà, nonostante il sole restasse nel cielo quasi fino alle cinque del pomeriggio.

Di certo, anche la nuova consapevolezza dei suoi sentimenti non l'aveva aiutata, anzi, si era rivelata un'arma a doppio taglio: una parte di lei si sentiva più leggera ad aver ammesso di provare qualcosa per Nicolas; l'altra, al contrario, sembrava essere schiacciata dal peso di quel desiderio che sapeva essere irrealizzabile.

Doveva ammetterlo, non era mai stata troppo fortunata in amore, lo aveva appurato non solo con la relazione precedente con Edouard, ma anche grazie allo sfortunato tempismo che aveva avuto con Nicolas.

«Charlotte!» La voce della sua assistente le rimbombò nell'orecchio destro, riscuotendola dai suoi pensieri. «Charlotte, siamo pronti per far salire la band sul palco.»

L'organizzatrice toccò il suo auricolare wireless per attivarlo, quindi ispezionò in fretta la sala e rispose: «Falli aspettare un attimo. La sposa non è ancora tornata.»

«Quale delle due?» ironizzò Lorraine, ridacchiando insieme a Charlotte.

«Madame Rainer.» spiegò. «C'è sua figlia che corre avanti e indietro, ma di lei neanche l'ombra.»

La piccola Anaïs, difatti, stava scorrazzando tra i tavoli del ristorante alla ricerca di attenzioni, tirando le gonne eleganti delle invitate o punzecchiando il braccio degli uomini accanto a loro.

«Vado a cercarla, prova a intrattenere gli invitati... in qualche modo.»

Sembrava ieri che Barbe Rainer aveva varcato, titubante, la porta dell'agenzia. Quel matrimonio era sempre parso più lontano di quanto non fosse, a causa degli eccessivi ritardi della cliente nel prendere decisioni. Aveva riempito i pomeriggi di Charlotte con la sua pignoleria e la sua troppa attenzione ai dettagli, per fare in modo che per il suo secondo grande giorno tutto fosse perfetto. E così era: i non-ti-scordar-di-me erano stati disposti con cura su ogni tavolo; le sedute erano state rivestite da stoffa color carta da zucchero e sul retro si ognuna vi era un enorme fiocco violetto. Tutti gli invitati erano rimasti soddisfatti dalla cena e il loro chiacchiericcio riempiva il silenzio che si era creato dopo la fine della playlist personalizzata che aveva fatto da sottofondo al loro pasto. Tutto era stato curato nei minimi dettagli, proprio come piaceva a Barbe. Ma, allora, perché era sparita?

«Signorina Dumas!» La chiamò qualcuno che lei sentì appena, occupata com'era a cercare la signora Rainer. Per poco non le prese un colpo quando si ritrovò faccia a faccia con Sabine, l'altra candida protagonista della serata. «Hai visto Barbe? È sparita da venti minuti buoni.»

«Purtroppo, no. Ma me ne sto occupando io, così sarà su quella pista da ballo in men che non si dica» garantì Charlotte con aria sicura. «Tu sai dove potrebbe essere?»

Sabine tentò di grattarsi la nuca senza disfare l'acconciatura che teneva in ordine i suoi capelli di un intenso color prugna – era probabile che avesse ritoccato il colore per quel giorno speciale – e, insieme all'organizzatrice, cercò di ripercorrere mentalmente gli attimi precedenti alla scomparsa della sua coniuge.

«Appena dopo la torta ha detto che doveva andare ai servizi. Poi si è volatilizzata.»

«Bine, Bine!» La vocina stridula di Anaïs attirò su di sé l'attenzione della donna che si affrettò a prenderla in braccio, non prima di averle sfilato le scarpette rosa confetto, così da mantenere immacolata la gonna a sirena che fasciava i fianchi attorno cui la bimba attorcigliò i suoi piccoli piedi. «Dov'è maman?»¹

Matrimonio A ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora