Capitolo 12 - Parte 2

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Con le mani in tasca e il capo chino verso il marciapiede, Charlotte non proferì parola per tutto il tragitto, pur percorrendo un pezzo di strada in comune con Emilie. Nemmeno le luminarie natalizie riuscirono a distrarla dai pensieri che si stavano affollando, per l'ennesima volta, nella sua mente.

      Erano passati solo pochi mesi da quando aveva inaugurato la Toujours Heureux et Contents. Tutto sembrava andare a gonfie vele: aveva lasciato il supermercato per realizzare il suo sogno e la relazione con Edouard sembrava nettamente migliorata dal loro ultimo litigio, avvenuto non molto tempo prima: lui si era rassegnato all'idea di non poterla tenere sotto la sua campana di vetro e aveva accettato, malgrado lo scetticismo iniziale, la decisione di Charlotte di mettersi in proprio.

Eppure, c'era qualcosa di strano. Charlotte lo avvertiva come il freddo che penetra nelle ossa in pieno inverno; se lo sentiva dentro, ma era stata incapace di decifrare i suoi stessi segnali.

Riguardando indietro, si era sempre chiesta come avesse fatto a non cogliere prima tutti quegli indizi che lampeggiavano come la più grande insegna pubblicitaria della città. Ma lei non era mai stata brava a tradurre le sue sensazioni; alla fine, non aveva mai nemmeno indovinato al primo colpo chi fosse l'assassino nei film gialli. E non era riuscita a capire quanto fosse strano l'atteggiamento che il suo fidanzato aveva assunto negli ultimi tempi.

Si era sentita più libera, questo era certo, ma l'assenza di preoccupazioni e paranoie di Edouard non era indice di un suo cambiamento sincero.

Avrebbe dovuto capirlo quando a tutto quel quadro si era aggiunta l'improvvisa volontà di lui di andare a trovare, sempre più spesso, sua madre senza mai invitare Charlotte. Ma forse – almeno così l'aveva giustificato lei – era solo dovuto al fatto che la loro era ancora una relazione piuttosto fresca.

Solo in seguito aveva capito quanto si fosse sbagliata. All'improvviso, tutte le promesse, tutti i piani del futuro che avevano fatto insieme si erano rivelati una bugia. Un'enorme e crudele menzogna accuratamente ricamata da Edouard attorno all'intreccio delle loro vite non per tenere Charlotte accanto a sé, ma per nutrire quel suo ego affamato. E lei, bisognosa d'amore com'era, aveva seguito quelle briciole d'affetto fino a ritrovarsi imprigionata nella tela di Edouard. Si era affezionata a lui ed era rimasta senza via di fuga.

"Domani gliene parlerò e lui cambierà" si era detta, una volta scoperto chi fosse la vera donna dietro quel contatto telefonico. Ma quel domani aveva tardato così tanto ad arrivare che alla fine era stato Edouard il primo a fiatare, confessandole che il suo tradimento si era tramutato in un nuovo amore, così aveva osato definirlo lui. Lo stesso uomo che dell'amore, di quello vero, sembrava non saperne nulla.

Charlotte era rimasta calma: in cuor suo aveva sempre saputo che quel momento sarebbe arrivato.

«Non farti più sentire. Mai. Dimentica gli auguri di Natale, di compleanno o qualsiasi altra scemenzache potrebbe farti venire la voglia di scrivermi» aveva detto; quindi, si era alzata dalla gelida panchina del parco e aveva imboccato la strada di casa senza mai voltarsi indietro.

      «Ma quanto fa caldo qui dentro?»

La voce di Emilie riportò Charlotte al presente: appoggiò le chiavi nel piattino di ceramica sulla mensola accanto alla porta e abbozzò un sorriso.

«Non voglio congelare pure in casa mia, mi basta già il freddo che fa fuori.»

«Vorrà dire che toglierò il maglione» disse con una scrollata di spalle. «Comunque, hai pensato al film da guardare?»

«Che ne dici di Petits coups montés?¹ Trovo sempre la locandina quando apro il catalogo su Netflix, ma non l'ho ancora guardato.»

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