Capitolo 10 - Parte 1

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In casa di Charlotte e nella sua mente tutto era sottosopra. La settimana intensa che aveva avuto a lavoro le aveva lasciato così poco tempo libero che non era riuscita a portare a termine tutte le faccende di casa. La solita pila di vestiti sulla sedia era diventata più alta e corposa; i piatti nel lavandino aspettavano dalla sera prima di essere lavati, così come i pavimenti e i vetri delle finestre, su cui erano rimaste impresse le sagome delle gocce di tutta la pioggia caduta nelle giornate precedenti.

Era passata pressappoco una settimana da quando Emilie le aveva confessato di essere incinta, ma Charlotte non aveva smesso un attimo di pensarci. Nonostante avesse cercato di dirigere la sua attenzione altrove, la sua mente gravitava inevitabilmente verso quella notizia, diventata ormai il suo chiodo fisso. Anche mentre piegava con cura e riponeva nell'armadio gli indumenti asciutti, pregava che la sua amica facesse la scelta giusta e si decidesse a contattare Dominic. La situazione in cui era finita Emilie non faceva altro che suscitare un'enorme preoccupazione in Charlotte: sapeva com'era la sua amica e, benché fosse piena di affetto da poter dare, si chiedeva come avrebbe fatto Emilie ad occuparsi di se stessa e del suo futuro bambino, vista la sua indole indomabile.

Tra le due donne, Emilie Bonhard era sempre stata la più scapestrata, ma agli occhi di Charlotte era sempre apparsa quella più libera: non si era mai fatta incatenare dai giudizi altrui, nemmeno quando riceveva critiche costanti a causa dei suoi continui e repentini cambi di partner. Anche dopo quei cinque anni in cui avevano coltivato la loro amicizia, Emilie sfuggiva da sempre le relazioni serie, anche quando l'uomo con cui stava era disposto a impegnarsi in una storia duratura. Ciononostante, suggeriva sempre a Charlotte di non lasciarsi intimorire dalla pessima esperienza del passato e di aprire i suoi orizzonti a una nuova storia d'amore.

Emilie le era stata accanto dopo la rottura con Edouard e ora che la sua amica era finita in qualcosa di ben più grande di lei, Charlotte si sentiva in dovere di fare qualcosa di concreto: si sarebbe battuta affinché Emilie non avesse abbandonato la sua passione per la fotografia e l'avrebbe accompagnata alle visite ginecologiche, indipendentemente dalla presenza di Dominic.

Quando nella sua mente comparve l'immagine di Emilie distesa a guardare la sua prima ecografia in una stanza asettica, Charlotte si ricordò delle parole che la sua amica le aveva detto durante la sua visita alla Toujours Heureux et Contents: "non dire nulla, almeno finché non avrò deciso se tenerlo o..."

Quella frase lasciata in sospeso distrusse il quadro idilliaco che si era immaginata poco prima. Non era una scelta che spettava a lei, certo, ma sperava che Emilie in quella settimana avesse deciso di mettersi in contatto con il padre. Dal canto suo, però, non poteva obbligarla né a scrivergli, né a scegliere di tenere il bambino. Non poteva nemmeno obbligare Dominic a prendersi le sue responsabilità. Non poteva farne parola con nessuno, l'aveva promesso. Non poteva fare nulla. Assolutamente nulla.

"Ho davvero bisogno di una pausa", ammise, appoggiando il manico della scopa nell'angolo della stanza. Si lasciò cadere sul pavimento con un lungo sospiro, incredula di aver appena formulato un pensiero che la spronasse a riposare, anziché a lavorare. Forse era stata l'influenza di Lorenzo che l'aveva spinta a dare un po' più di ascolto a se stessa, o forse era stato semplicemente l'enorme peso che si era addossata acconsentendo a tenere nascosto il segreto di Emilie. Qualunque fosse la ragione, Charlotte aveva bisogno di distrarsi. Incrociò le gambe e si concentrò sulla scatola che aveva davanti a sé, analizzando con minuzia tutti i suoi vecchi quaderni dell'università. Era convinta che lasciando passare un po' di tempo sarebbe riuscita a separarsene senza ripensamenti, perciò li aveva riposti nello scomparto sotto al suo letto. Tuttavia, una volta che si ritrovò di nuovo in mano quelle tabelle e quei paragrafi – evidenziati secondo un preciso schema di colori – non ebbe il coraggio di buttarli.

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