Capitolo 3 - Parte 1

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Charlotte stava fissando la porta da ormai mezz'ora, tanto che aveva quasi imparato a memoria tutte le facce che la sua mente aveva immaginato sulle venature del legno. Se avesse potuto, sarebbe andata a togliere le pile anche al grande orologio a forma di sole che stava appeso alla parete, perché i suoi continui tic-tac, tic-tac, tic-tac, non facevano altro che infastidirla. Erano le dieci e venticinque, ciò significava che mancavano solo cinque minuti al colloquio con Nicolas e la sua futura moglie. Aveva riflettuto a lungo sul da farsi ed era arrivata all'unica conclusione possibile. Ora doveva solo trovare il coraggio di riferirla alla coppia.

Lorraine fece capolino sulla soglia, facendo svolazzare i suoi lunghi capelli rossicci, e Charlotte capì che era arrivato il momento di dare la notizia agli sposi.

Nicolas e Alexandra entrarono nell'ufficio mano nella mano e presero posto sulle due poltroncine davanti alla scrivania di Charlotte, che se ne stava seduta dall'altra parte tesa come una corda di violino. Prima che iniziassero a parlare dei piani che avevano per le nozze, Nicolas spostò la piccola poltrona — o almeno, ci provò — verso quella su cui stava Alexandra, la quale gli regalò un sorriso, seppur quasi impercettibile.

Fu l'uomo a iniziare il discorso: «Abbiamo portato i moduli compilati e firmati», disse, mentre la sua compagna tirava fuori il plico di fogli dalla borsa e lo appoggiava sul tavolo di vetro.

Charlotte li raccolse, dandogli una rapida occhiata. Quindi prese coraggio e si decise a parlare: «A tal proposito...» Per la prima volta, la sua voce restò così bassa che entrambi le chiesero di ripetere ciò che aveva detto. «A tal proposito: per questioni organizzative, ho deciso di affidare l'organizzazione delle vostre nozze interamente alla signorina Girard, la mia collaboratrice.» Non lasciò loro nemmeno il tempo di ribattere e si affrettò a chiamare Lorraine, esortandola a raggiungerli.

La ragazza entrò a piccoli passi incerti nello studio, tenendo le mani unite dietro la schiena, mentre i presenti l'accolsero alzandosi in piedi. Salutò la coppia con un sorriso e poi si affrettò a prendere posto accanto a Charlotte dietro la scrivania.

«Non dovete preoccuparvi: ha già organizzato numerosi eventi da sola e sono certa che potrà soddisfare ogni vostra richiesta.» Solo pronunciando quelle parole, Charlotte si sentì più leggera. All'improvviso, il nodo che le aveva stretto la gola per giorni si era sciolto e il peso che aveva sul petto era svanito... Ma, dopo il suo annuncio, nella stanza era calato il silenzio. Uno di quei silenzi così imbarazzanti da essere difficile da rompere. Nicolas e Alexandra non facevano altro che guardarsi negli occhi, come se volessero comunicare con la forza del pensiero; Lorraine, invece, spostava il suo sguardo ora sui futuri sposi, ora su Charlotte, in cerca di qualche parola di conforto che non arrivò.

«Non vorrei essere scortese», intervenne Alexandra e, per la prima volta, Charlotte sentì la sua voce profonda: la sicurezza con cui iniziò il discorso rese quella premessa più intimidatoria di quanto non fosse. «Sono certa che la sua collaboratrice sia una valida organizzatrice, ma io mi sono proprio innamorata del suo stile, signorina Dumas, e vorrei affidare a lei il nostro matrimonio...Però, se vuol essere affiancata dalla signorina Girard, non ci sono problemi.»

A quell'affermazione Charlotte si sentì cadere il mondo addosso. Era certa che il suo piano sarebbe andato in porto: lei avrebbe organizzato da sola il matrimonio dei Bertrand e Lorraine quello di Nicolas Cardieux. Si sarebbe trattato di un semplice cambio sul piano organizzativo, che le avrebbe consentito di passare un anno un po' più tranquillo... e ora, invece, sapeva di dover convivere con quella morsa allo stomaco fino al prossimo ottobre. Quelli sarebbero stati i tredici mesi più lunghi della sua vita. Per quanto fosse tentata di rispondere con un "no" secco alla futura sposa, quando vide Nicolas mimarle un "per favore" a fior di labbra, tutti i suoi tentativi di imporsi andarono in fumo. Tutta l'attenzione in quella stanza era ancora concentrata su di lei. Tutti stavano aspettando una sua risposta.

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