Capitolo 28

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Le note della musica d'ambiente proveniente dal suo cellulare riempivano il bagno con una melodia rilassante, mentre l'acqua le sfiorava il mento e la schiuma dall'aroma floreale le solleticava la clavicola. Nonostante avesse raccolto i capelli in uno chignon disordinato, alcune ciocche erano rimaste fuori e le punte bagnate si erano appiccicate sulle sue spalle.

Non erano che passate solo poche ore da quando aveva salutato Nicolas davanti al portone del palazzo: quella mancanza di sonno era testimoniata dall'alone scuro sotto le palpebre, non era riuscita a chiudere occhio per l'intera notte. Come poteva anche solo pensare di dormire dopo quello che era successo? I dubbi si erano instillati nella sua mente e, a turno, le avevano fatto visita fino a quando il sole non aveva fatto capolino all'orizzonte. A nulla era servita la camomilla preparata prima di infilarsi sotto al lenzuolo, se non a farla sudare più del dovuto. Eppure, nonostante ciò, l'adrenalina non era sparita e sperava che, con l'intera giornata di riposo di fronte a sé, quel bagno caldo potesse aiutarla a rilassarsi.

Persino Lorraine era rimasta sconcertata, almeno in un primo momento, quando aveva letto il messaggio che Charlotte le aveva inviato all'una di notte in cui le annunciava la chiusura dell'agenzia per quel lunedì. Poi, però, doveva aver intuito che quella decisione avesse a che fare con il principe azzurro di cui Lorenzo aveva rivelato l'esistenza al matrimonio dei Bertrand, perché al messaggio in cui chiedeva spiegazioni ne aveva fatto seguire un altro contenente un semplice "divertiti stanotte ;)".

"Se solo avessi mostrato un pizzico in più di coraggio, forse mi sarei davvero divertita..." si lasciò andare in un sospiro e bastò quel pensiero per far sì che la sua mente partisse in quarta. Immaginò come sarebbe stato baciare Nicolas, sentire finalmente il suo sapore sulle labbra. Pensò alle sue mani, molto più ampie delle sue, insinuarsi sotto alla maglietta floreale tanto disprezzata dal maître¹ dell'Hemingway e, in quella fantasia, motivo di fastidio anche per lei.

«Smettila di fissarmi così» brontolò, allungando un piede gocciolante verso Monet per spaventarlo. «Mi inquieti.»

Ma il gatto per tutta risposta si sdraiò sul gabinetto e stiracchiò una delle zampette senza smettere di osservare Charlotte. Il che la imbarazzò ancora di più: se Monet avesse potuto vedere quali scene si stessero materializzando di fronte a lei, proprio su quello spazio vuoto sul muro che da anni si riprometteva di riempire con qualche dipinto, probabilmente il suo sguardo giudicante sarebbe stato ancor più severo. Ma non c'era nulla di male a sognare un po', soprattutto ora che Nicolas era finalmente single.

«Perché non l'ho baciato?» chiese ad alta voce. «Ma lui voleva baciarmi?» si tormentò di nuovo, reclinando la testa all'indietro. «Secondo te, Moni, lui voleva baciarmi? Chiudi entrambi gli occhi per dirmi di sì, chiudine uno per il no

Il micio non batté ciglio e si rotolò fino a finire a pancia in su. Se avesse avuto il dono della parola, Charlotte ne era certa, le avrebbe detto di trovarsi un buon terapeuta anziché assillare lui con quel suo farneticare senza senso. Ma lei l'avrebbe comunque corrotto con uno dei suoi snack preferiti e avrebbe continuato a esporgli i suoi problemi proprio come in quel momento.

«Non mi sei d'aiuto.»

Doveva essere davvero in crisi se si era messa a usare il suo gatto come psicologo.

C'era solo una persona in grado di aiutarla in quel caso disperato.

Recuperò il cellulare dal piccolo ripiano su cui era arrotolato alla bell'e meglio un asciugamano, bagnando tutte le mattonelle sottostanti che non erano protette dal tappeto ceruleo, e sperò che il destinatario toccasse in fretta l'icona della cornetta verde.

Recuperò il cellulare dal piccolo ripiano su cui era arrotolato alla bell'e meglio un asciugamano, bagnando tutte le mattonelle sottostanti che non erano protette dal tappeto ceruleo, e sperò che il destinatario toccasse in fretta l'icona della co...

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