Capitolo 8 - Parte 1

830 46 158
                                    

Come ogni domenica mattina, anche quella che venne Charlotte la passò rintanata nel tepore di Dolci Reali. Le sue gambe penzolavano dallo sgabello in legno mentre i suoi occhi stavano fissando la pioggia che, scrosciando incessante da ormai due ore, disegnava nelle pozzanghere piccoli cerchi concentrici. La musica d'ambiente che avvolgeva la pasticceria e il vociare degli altri clienti erano quasi sovrastati dai rumori dell'acquazzone. Circondò la sua tazza fumante con le mani e, rilassandosi al solo contatto con il vetro bollente, si lasciò andare in un lungo sospiro. Era una cosa che amava fare durante le giornate piovose, ascoltare la melodia delle gocce e rallegrarsi di essere al riparo al caldo. Sarebbe stato ancora meglio se avesse potuto completare quel quadretto idilliaco con Monet acciambellato in grembo.

Per una volta, tutto sembrava andare per il verso giusto: nessuna chiamata di lavoro che aveva spezzato il suo sonno e nessuna chiamata da membri indesiderati della famiglia. Aveva fatto pace con Emilie solo qualche giorno prima e tutto sembrava essere tornato al suo perfetto punto di equilibrio. Era davvero contenta di aver ascoltato il consiglio della signora Fontaine e di aver perdonato Emilie. In fondo, la sua amica aveva agito in buona fede e, se il ragazzo con cui era uscita avesse saputo scegliere una compagnia migliore, sicuramente la serata sarebbe andata meglio.

Ora che tutto il trambusto delle settimane precedenti si era placato, lei poteva finalmente dedicare una giornata solo a se stessa, senza avere nessun altro pensiero angosciante per la testa.

«Mademoiselle» disse Lorenzo con tono beffardo, posando sul tavolo il solito croissant al pistacchio tanto amato da Charlotte.

Lei lo ringraziò con un piccolo sorriso, prima di prendere una penna dalla tasca della borsa, pronta a controllare come stessero procedendo i preparativi. Tuttavia, la sensazione di essere osservata distrusse il piccolo momento meditativo che aveva creato.
«Perché sei ancora qui?»

«Perché oggi è il tuo giorno libero.»

La donna sollevò un sopracciglio. «Quindi hai pensato bene di riempirlo con le tue chiacchiere?» lo punzecchiò.

«Innanzitutto, ho una voce bellissima» ribatté, non sforzandosi di sembrare modesto. «Ma in realtà sono qui per questo.» Indicò l'agenda di Charlotte e lei, per tutta risposta, corrugò la fronte. «Andiamo, Charlotte, è domenica! Non vorrai passare il tuo unico giorno libero a lavorare, vero?»

«E tu non vorrai passare il tuo turno a chiacchierare, anziché servire gli altri clienti, mi auguro.»

«Facciamo così» annunciò, appoggiando una mano sul lungo tavolo attaccato alla vetrata solo per coprire l'agenda di Charlotte. «Io ti lascio in pace... per questa mattina. Ma, oggi pomeriggio, devi assolutamente fare una passeggiata e svagarti.»

«Lorenzo, sembri mia madre!» si lamentò. «Pensi anche di fare come lei e seguirmi tutto il giorno per farmi da balia?»

«No, ho una proposta migliore: vorrei che tu mi facessi da guida turistica per vedere meglio Parigi.»

«C'est une blague, non

Il ragazzo scosse la testa, facendo scompigliare piccole ciocche dei suoi capelli mossi - tenuti in un ordine alquanto precario da due mollettine - e i suoi occhi chiari non ne volevano sapere di cambiare bersaglio; al contrario, continuarono a scrutarla con insistenza, finché lei non cedette.

«E va bene. Allora ci vediamo alle due, vicino al ponte Bir-Hakeim.»

Charlotte si sedette davanti al suo piatto di reginette alla provenzale e, non appena aprì la busta di grana grattugiato, rigorosamente di provenienza italiana, Monet balzò sul tavolo puntando i suoi grandi occhioni verdi sul formaggio.

Matrimonio A ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora