9 Tentativi

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Izuku pov.

Quando la scuola riprese, ce la misi tutta per convincere Kacchan a tornare in classe, ma non ne fui capace. Non mi disse il vero motivo, mi chiese solo di dargli ancora qualche tempo. Fortunatamente Aizawa fu d'accordo. Sfortunatamente, il fatto che mancasse qualcun altro all'appello, fu presto chiaro a tutti. Eravamo nella sala comune quel pomeriggio, quando il nostro coordinatore ed All Might entrarono dalla porta.

"Ragazzi, siamo qui per chiedervi se sapete qualcosa su dove possa essere todoroki Shoto." Chiese con malavoglia il prof avvolto nelle sue bende.

"Ma ... Non era tornato a casa sua?"

"Io credevo fosse da sua sorella."

"No, era da suo padre per organizzare lo stage."

Fu tutto ciò che ottennero dai miei compagni.

"E tu giovane Midoriya? Non sai nulla?" Mi chiese il mio grande eroe, non ché Maestro.

"Mi dispiace All Might. Non so dirvi nulla." Per quanto entrambi non ne sembrassero convinti, uscirono poco dopo, lasciando che i vari mormorii ed ipotesi si diffondessero attorno. Qualcuno si proponeva di organizzare una squadra di ricerca, ma non sapevano la zona da cui partire. Altri ipotizzavano dove poterlo ritrovare, ma non erano abbastanza informati sulle sue preferenze. Fra tutti, ero io quello che conosceva meglio Todoroki. Ed ero anche quello che sapeva cosa stesse facendo. Ma non potevo parlare, lo avevo promesso.

Presi le scale per tornare al mio piano, cercando di non farmi troppo notare. Lì, aggrappato al manico scorrevole, c'era Kacchan. Eravamo tra il secondo e terzo piano, per cui attorno non c'era nessuno.

"Tu sai dov'è. Non è così?" Disse. Probabilmente aveva udito tutta la discussione. Lo presi per mano e tornammo nella mia stanza, dove da giorni dormiva anche lui.

"Allora? Mi rispondi adesso?"

"Kacchan, sta bene. Starà bene. Non ti devi preoccupare."

"E chi si preoccupa!" Sbuffò, ma sapevo cosa pensasse.

"Non è a causa tua."

"E allora perché si è allontanato?"

Non potevo lasciare che si rimproverasse. Così..." È andato a cercarlo Kacchan. Lui... Lui pensa di poter riuscire ad aiutarlo." Non volevo nominare il suo nome. Già così, solo ad una sua allusione, vidi katsuki tremante di terrore.

"Ascolta, qualsiasi cosa accada, se la caverà. Tu non ci devi pensare. Devi solo preoccuparti di guarire. Che ne dici se andiamo a correre per il parco più tardi? Per recuperare un po' l'allenamento. Sono del tutto fuori forma." In genere avrebbe risposto che da una tale frana come il sottoscritto non ci si poteva aspettare nulla di diverso. invece, annuì. Era comunque un progresso. che avesse finalmente deciso di ascoltarmi?

E così, passarono i giorni. Ma più tempo trascorrevo con lui e più notavo... Più notavo il mio errore. Gli avevo permesso di avere maggiore tempo per riorganizzare se stesso, ma la cosa stava volgendo al peggio. Quando era con me, katsuki si comportava in maniera normale, fintanto che eravamo soli. Poi passava qualcuno, venivamo fermati da un professore durante la corsa, e lui saltava sulla difensiva. Scattava un allarme che percorreva il suo intero corpo ed il suo sguardo verso chi ci trovavamo davanti, era di paura. Non poteva andare avanti così, ma parlargli si come reagisse non mi sembrava una buona idea. Conoscendolo avrebbe negato l'evidenza dei fatti. Restava solo una cosa da fare.

"Ti senti pronto?" chiesi al mio amico d'infanzia davanti all'ingresso della nostra classe.

"Cambierebbe qualcosa se non lo fossi?" rispose.

"Eddai kacchan, non mi dirai che alla tua età temi ancora il rientro a scuola!"

"Quello sarai tu semmai."

Provocazioni, solo quelle erano riuscite a fargli cambiare idea e venire con me quel giorno per seguire le lezioni. Sospirò e varcò la porta d'ingresso. Come lo videro, i nostri compagni si radunarono per sapere se si fosse finalmente ripreso. Non aveva voluto incontrare nessuno, specie la bakusquad. Si era rinchiuso nella sua stanza, a volte cambiando la con la mia. Non era mai voluto scendere con me per pranzo o cena, facevo in modo di fargli fare colazione prima o dopo di tutti così da non incontrare nessuno. Per il poco tempo che fu circondato, mi sembrò che stesse trattenendo il respiro.

Attendevamo il nostro coordinatore da un momento all'altro, seduti ai rispettivi bachi, quando kirishima partì in quarta andando verso bakugou, sorprendendolo alle spalle, come la volta scorsa, la sua reazione non fu delle migliori. Fu anche peggio. Dopo aver atterrato il rosso, non riuscì a reggere gli sguardi di tutti su lui e corse fuori nel corridoio, seguito dal sottoscritto. Si nascose sul tetto della scuola in una nicchia presente all'uscita della scala. Quando provai a spostare le sue mani, mi ritrovai a dover assistere ad un ennesimo pianto.

"Kacchan, cos'hai?"

"lo... Loro... Lo sanno." farfugliò. "lo so che lo sanno, lo sentono che ora sono un disastro. Ho paura dei loro occhi."

" Non lo sa nessuno a parte noi e quelli che già sai. Non lo avrebbero detto a nessuno. "

" Non ce la faccio a tornare." e lo sguardo di pietà che mi rivolse, mi obbligò ad ubbidirgli. Lo riportai nella mia stanza ed uscii per andare a spiegare al professore le cose. Arrivato alla fine della scala del dormitorio però, fu il mio turno di crollare. Avevo promesso di aiutarlo e stargli vicino, e non stavo facendo nessuna di quelle cose in quel momento. Avevo ancora una possibilità in futuro di rivedere il vecchio Kacchan? Quello forte ed agguerrito che ora aveva lasciato solo la sua pelle imbottita di dubbi ed agonia?

"Midoriya, dobbiamo fare qualcosa per lui. " mi dissero i membri del gruppo di Kacchan a cena quella sera. " Da che è tornato tiene tutti alla larga. Tu sei l'unico a cui permette di stargli attorno."

"siamo solo preoccupati, tu sei sicuro sia ancora per il residuo dell'effetto del quirk a cui è stato sottoposto?" mi chiese kirishima. E che altro potevo dirgli? Non ero mai stato convincente come adesso nel dire una bugia, forse stavo convincendo pure me stesso, credendo che tutta quella situazione si sarebbe risolta alla svelta come se davvero centrasse l'influsso di un potere, mi stavo limitando a fare il minimo indispensabile per la persona che amavo. Cosa potevo fare io?

Non molto dopo, fu il turno di Aizawa. "So che ci tenevi ad aiutare Bakugou da solo. Ma è ovvio a questo punto che le circostanze richiedano uno specialista. E forse dovrà per ora interrompere le lezioni tornando a casa sotto vigilanza stretta per impedire il ripetersi della cosa." disse.

"Non può farlo professore! Lei non capisce, non sa come la prenderebbe lui."

"Egoista" - dicevo a me stesso. "Vuoi solo tenerlo stretto a te. " mi ripetevo.

"Tuttavia, non hai ottenuto alcun progresso mi pare, anzi, perdi ore preziose per lo studio e ti distrai durante gli allenamenti, devo pensare al bene di ogni studente, ecco perché sono convinto debba essere un esperto a seguirlo. Non hai colpe per ciò che è accaduto, quelli siamo noi. Dovevamo proteggerlo meglio. Inoltre, combattere da solo non ti farà ottenere nulla. Lasciati aiutare. " mi appoggiò una mano sulla spalla guardandomi con convinzione di ciò che aveva appena detto. Forse aveva ragione lui. Eppure, quella cosa che aveva appena detto...

" Ora va, torna al dormitorio. " ero appena fuori dalla porta... Mai arrendersi ragazzo... Questa frase risuonò dentro di me. Voltai la testa.

"Professore..."

forse qualcosa potevo ancora tentare.

ANGOLO AUTRICE

Ebbene... Lo so. Capitolo corto, non vi sto dando molte soddisfazioni. Una buona notizia c'è però. Ho quasi finito di montare i mobili per il trasloco e sono a buon punto credo. Quindi pace e serenità, sono quasi da voi. Spero🥲 è stato così stressante questo periodo da farmi venire un totale blocco dello scrittore. Non credo che renderò questa storia lunga quanto mi ero prefissata in origine. Per ora spero di darvi presto il prossimo capitolo, di cui per mia fortuna esiste già metà testo scritto in periodi migliori, quasi un anno fa oramai😂

Sensazioni Di Contrasto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora