Un pezzo della mia storia

3.5K 103 1
                                    

Corro, corro più lontano possibile da lui senza vedere dove vado fino a quando vedo una rupe, cerco di fermarmi, ma non ci riesco cosi cado, mi metto ad urlare mentre cerco di attaccarmi a qualcosa e ci riesco.

In un tratto vedo Manuel affacciare guardandosi attorno in cerca di me e quando mi guarda si mette la mano sul cuore.

"Manuel" dico con le lacrime agli occhi mentre sento il ramo quasi spezzarsi.

"Piccola stai tranquilla ok? Ti tirerò su" annuisco e cerco di tenermi mentre vedo lui prendere delle cose dove fa una specie di corda.

"Piccola tieniti qui" dice scendendomi questa specie di corda.

"MANUEL" dico gridando quando il ramo si rompe.

"NOOOOOO" Dice urlando anche lui, ma per fortuna riesco a prendere la corda facendogli uscire un sospiro di sollievo dalla sua bocca chiudendo gli occhi per poi riaprirli e tirare su la corda.

Quando arrivo alla terra ferma mi butto sopra di lui che lascia la corda che cade nel burrone per abbracciarmi.

"Avevo così tanto paura" dice sul mio collo dove lascia un bacio per poi staccarsi in modo da guardarci.

"Mi dispiace così tanto" dice accarezzandomi i capelli facendomi passare tutta la rabbia che mi scorreva nelle vene, sorrido e lo bacio, quanto mi erano mancate queste fantastiche labbra.

Ci stacchiamo senza fiato fregandocene della pioggia che ci sta bagnando.

"Andiamo a casa?" dico facendolo irrigidire all'istante.

"Insieme?" Dice con voce tremante, sorrido e annuisco, non se lo fa ripetere due volte che si alza subito in piedi prendendomi la mano per poi tornare a casa.

Quando arriviamo mi metto subito davanti al fuoco mentre lui mi mette una coperta sopra le spalle dandomi un bacio sulla testa per poi sedersi accanto a me.

"Manuel...dobbiamo parlare" dico, lo vedo irrigidirsi all'istante per poi annuire facendomi prendere un respiro profondo.

"Perché te ne sei andato?" Dico

"Tu perché mi hai mentito? Ho visto cosa hai preso quando c'era tuo fratello" dice serrando la mascela facendomi questa volta irrigidire a me.

"Non si risponde a una domanda con un'altra domanda" dico facendogli spuntare un sorriso amaro sul volto.

"Me ne sono andato perché sono stanco, sono stanco che mi respingi e sono stanco che mi menti e avevo bisogno di pensare un po', pensare al perché la mia compagna non si fida di me, pensare se sono io la causa o se..." Dice, ma io lo interrompo dicendo

"Non sei tu, sono io, è complicato, Manuel...io ho avuto un passato che mi ha segnato e ciò mi ha portato a fare e a prendere delle cose che mi...che potrebbe allontanarti da me una volta per sempre" dico mentre una lascrima che asciugo subito riga il mio volto.

"Non lo puoi sapere se non me lo dici" dice prendomi la mano che è iniziata a tremare, annuisco e faccio un respiro profondo mentre sento già il mio labro iniziare a tremare.

"Tutto è successo tanti anni fa', ero una bambina molto allegra che faceva amicizia con tutti e una famiglia perfetta, almeno pensavo, o sempre dato tutto, ma non ho mai ricevuto nulla in cambio se no tanto odio e tante lacrime sprecate.
Un giorno mentre io stavo a palco con mio padre c'è stata una brutta tempesta, tanto brutta che faceva voltare tutte cose, io spaventata mi sono nascosta in una specie di scivolo dove ci sono andate a finire tante cose di sopra che mi stavano quasi uccidendo se non ci fosse stato mio padre fino a quando....quando...." Dico per poi fermarmi per prendere fiato sotto il suo sguardo attento addosso a me mentre mi stringe la mano.

"Un pezzo di ferro mi stava per colpire, ma mio padre si mise davanti a me potreggendomi, ma facendolo il pezzo di ferro gli si è conficcato nella pancia uccidendolo davanti ai miei occhi.
Mia madre speventata venne subito in nostro soccorso e quando vide io con le mani sopra il ferro che cercavo di togliere non ci vide più e mi spinse sopra un altro pezzo di ferro che ho quasi schivato, ma che mi ha procurato una cicatrice al fianco.
Dopo il funerale mia madre mi odiava con tutta se stessa e un po' la capivo anche perché aveva perso l'amore della sua vita, ma ero sua figlia cavolo.
Un giorno JJ era a pallavolo e mi ha lasciato a casa con lei, da sola, dalla morte di mio padre non sopportava più la mia presenza così prese una pistola e me la puntò in testa" dico piangendo mentre Manuel ringhia e gli sono diventati gli occhi rossi.

"Piansi così tanto e cercai di convincerla il più possibile, ma lei non ne voleva sapere così caricò la pistola e sparò giusto in tempo che JJ che era tornato perché aveva scordato una cosa si buttò sopra di me proteggendomi prendendosi questa pallottola nel braccio, mia madre cerco di ritentare, ma JJ gli si buttò a dosso con la speranza di toglierla, ma ci fu un altro colpo che però prese mia madre che morì su colpo, da quel giorno...da quel giorno mia zia si prese cura di me e di JJ, da quel maledetto giorno non c'è nottata che non faccio incubi" dico finendo il mio racconto mentre Manuel mi guarda impassibile.

"Non capisco cosa c'entrano le pillole" dice facendomi prendere un respiro profondo.

"Quando faccio gli incubi li prendo per calmarmi e per non avere un attacco di panico e vado anche dallo psicologo" dico abbassando lo sguardo.

"Adesso mi puoi anche lasciare" dico

"Lasciare? Vieni qui" dice tirandomi tra le sue braccia mentre io ricomincio a piangere.

"Shh... piccola, non andrò da nessuna parte, te lo prometto" dice mentre mi abbraccia.

"Ti amo" dico stringendomi a lui.

"Io di più" dice facendomi sorridere e facendondomi alzare la testa per poi baciarmi.

Ciaoo a tutti, oggi abbiamo conosciuto un pezzo della storia di Luna, bhe un pezzo che fa capire un po' il perché del carattere e del motivo che prende le pillole, ci aspetterà tanto altro, che non potete nemmeno immaginare.

Comunque...voi che ne pensate di questo capitolo e della storia di Luna?

Anche se non vuoi sarai per sempre miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora