#25: In rete

62 4 3
                                    

«Hai fatto?» domandò per la centesima volta Chat Noir, divincolandosi ancor di più nella rete lanciata da un akumizzato. Quella sì che era una situazione imbarazzante pensò Marinette mentre cercava di liberare il suo compagno di avventure da quei malefici fili.

«Smettila di agitarti, ho quasi finito!»
«Sono ore che lo dici.» si lamentò l'altro «E siamo ancora qui.»
«Perché, forse, sarebbe meglio che tu stessi fermo! Muovendoti ti incastrerai ancora di più e io non ho intenzione di rimanere bloccata qui.»
«Incomincio a credere che mi stai aiutando solo perché vuoi che ti faccia uscire. Strano però, in genere le ragazze adorano stare con me.»
Ci stava davvero provando con lei? Era vero che erano usciti e andati insieme in un cinema ma così stava proprio esagerando! No, di sicuro stava solo scherzando «Allora smetto di slegarti e te la dovrai cavare da solo.»
«Potrei usare il mio cataclisma.»
«No invece, perché poi la porta è chiusa e per sfondarla ci serve il tuo potere.»
«Parli come la mia lady.»
Primo: lei ERA Ladybug, secondo: lei NON era la SUA lady. La giovane, però si limitò solo a sospirare «Alza il braccio.» gli ordinò afferrando delle forbici «Finisco di tagliare questo pezzo qui.»
«Devo ancora capire perché ti porti dietro tutta quella roba.»
«Il kit da cucito per le emergenze è fondamentale.» Tipo quella, solo per fare un esempio. A volte le capitava anche di avere un'ispirazione improvvisa e allora andava nell'aula d'arte e portava le sue idee su stoffa.
«Reputo più utile la scorta di macaroons.» Disse la sua l'altro. Dopo che era rimasta intrappolata in un'aula della sua scuola con il supereroe parigino, Marinette aveva subito iniziato a cercare un modo per tirarlo fuori e così aveva svuotato la sua borsa per prendere l'utensile adatto a recidere i fili che tenevano prigioniero il biondo. Per trovare le forbici però, aveva letteralmente svuotato la sua pochette, tirando fuori gli oggetti più disparati, tra cui il pacco di dolci menzionato dal prigioniero vestito da gatto, che aveva subito chiesto di poter assaggiare un po' di "Quelle gustose dolcezze che hanno attirato il mio sguardo come una calamita e mi fanno agitare lo stomaco" A quelle parole la pasticcera aveva riso: sembrava che stesse facendo una dichiarazione d'amore.
«Questo perché pensi con lo stomaco.»
«Se conoscessi un mio amico, cambieresti idea.»
"E tu Tikki, allora." voleva affermare l'altra, memore della golosità della kwami, ma si trattenne «E sei libero!» esclamò.
«Grazie mille Mari!» Esclamò il giovane «Ti devo un favore, ma ne riparleremo più tardi: Cataclisma!» Il portone divenne solo un ammasso di polvere e i due poterono uscire «Alla prossima!» la congedò Chat Noir allontanandosi per ritrasformarsi in un posto sicuro.
«Tikki» La chiamò la ragazza una volta sola «Trasformami!»




«Eccoti micetto!» Ladybug era giunta da qualche minuto vicino alla piazza del Trocadero, vicino a dove l'akumizzato aveva incominciato a seminare il caos. Sicura che il suo compagno sarebbe arrivato a momenti, aveva deciso di aspettare prima di attaccare la vittima di Papillon.
«Buondì, Insettina!» Disse lui facendo un inchino.
«Cosa ti ho detto riguardo ai nomignoli che mi affibbi?» Domandò lei leggermente seccata.
«Che li adori, ma non lo vuoi ammettere?»
«Lasciamo perdere.» Discutere con lui era una battaglia persa.
«Come ci occupiamo di... Mr Piccione, sul serio?» L'eroina dovette trattenere le risate allo sbuffo irritato del ragazzo gatto. Era comico come fingesse si ignorare la situazione quando, poco prima, era stato catturato proprio da lui.
«Si è arrabbiato perché vuole che istituiscano un piccionile.» Spiegò lei.
«Un...che?» Chiese leggermente confuso.
«Un rifugio per piccioni a mo' di canile.» In effetti la cosa pareva piuttosto strana ma il signor Ramier era sempre stato alquanto...particolare?
«Piccionile, ha senso.» Affermò Chat Noir dopo averci pensato un po'.
«Davvero?» chiese la corvina perplessa.
«Come nome intendo...quindi lui vuole fare il piccionaro? Me lo immagino stile gattara pazza a distribuire mangime.»
«Mi astengo dal commentare.» Però doveva ammettere che la vista del parigino intento a dare becchime a gratis era piuttosto divertente.
«Sistemiamo la cosa e prendiamoci il nostro gelato.»
«Se vai di questo passo, tra poco ti vedo come quei gatti che passano la vita sul divano dalla mattina alla sera.»
«La descrizione di Plagg.» commentò l'eroe scollando le spalle «Facciamo come al solito?»
«Lucky charm!»
«Una rete da pescatore?»
«Ne ha alcune simili per catturare gli animali pericolosi per i suoi "amici piumati" così li ha definiti lui.»
«Okkey...fai attenzione, ci sono già rimasto incastrato prima.»
Se lo ricordava anche lei: vedere il suo compagni di avventure legato come un salame non era una cosa che capitava tutti i giorni. Ovviamente un salame felino...No, non faceva ridere «Ricevuto, allora, questo è il piano...» Disse lei sottovoce per non farsi sentire da nessun altro.

Mr Piccione finì appeso e per i due eroi fu un gioco da ragazzi purificare l'akuma.
«Direi che l'abbiamo messo noi nella rete!» Affermò l'eroe.
«Ben fatto?» Domandò Ladybug.
«Ben fatto!» le rispose il biondo «E ora, devo andare, arrivederci!»

«Aspetta, vuoi che io ti ringrazi con dei macaron solo perché hai distrutto la porta?» Marinette guardava confusa e scettica la pila di dolci che Chat Noir aveva appena richiesto. Quando era entrato aveva preso molti dei dolcetti cucinati dalla pasticcera quella mattina e fin lì lei non aveva obiettato. I problemi erano sorti quando era giunto il momento di pagare: ormai era da una decina di minuti che discutevano sulla questione.
«Esatto, ti ho salvata e mi devi un favore.» Rispose lui, tenendo le mani sulle anche: sembrava quasi che volesse spiegare un concetto ovvio a un bambino di tre anni.
«E io ti ho liberato dalla rete, come la metti?» Anche lei aveva i suoi meriti, dopotutto «E poi non sei un supereroe? Quello è il tuo lavoro.»
«Il mio "lavoro" non riempie il mio stomaco e merito della riconoscenza.»
«Ad esempio la statua davanti al parco?»
«Quella non si può mangiare quindi... facciamo metà prezzo?» Provò a ritrattare il biondo.
La corvina alla cassa sbuffò «Questa volta è gratis, ma solo perché sei mio amico.» Si arrese lei consegnandogli il sacchetto.
«Dillo: hai ceduto al mio charm felino!» Si vantò Chat Noir.
«Credici...»
«Sono irresistibile.» si impuntò l'altro.
«Scusa, ma ho già la mia crush e non mi serve il terzo incomodo quindi...» Il suo cuore era già di un altro. Che poi fossero la stessa persona, cosa che entrambi ignoravano, era una questione a parte.
«Torno domani per crossaint, capito!» La salutò mangiando uno dei qual detti dolcetti.
«Sai Tikki.» esordì Marinette quando il biondo uscì dal negozio «Credevo che tu fossi golosa, ma mi sono proprio dovuta ricredere.»

Prompt: smettila di agitarti, ho quasi finito!

N° parole: 1016

Miraculous One shot (Contaparole 2021)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora