Chris
Ho tentato di scoprire a che ora finiva Sara il turno a lavoro dalla sua collega, sono davanti la clinica da un'ora, non mi sfuggirà.
In cosa consiste il piano? Non ne ho la più pallida idea, improvviserò.Eccola uscire dalla porta pricipale a vetro della clinica, ha uno sciarpone enorme beige e verde intorno al collo, alza il cappuccio del piumino bordeaux e così facendo quasi non vedo il suo viso.
Sono le sedici ed io ho preso la giornata libera a lavoro con la scusa della fisioterapia, almeno oggi mi è concesso.
Non mi ha visto e la osservo, cerca qualcosa nella sua enorme borsa nera, sorrido perché è sempre la solita, si porta dietro di tutto e non trova mai niente lì dentro.
Sorride vittoriosa alzando la mano in aria, scuote le chiavi come se fossero il suo trofeo, un ragazzo le passa accanto proprio in quel momento e la guarda stralunato, lei si imbarazza e ricompone, la scena è davvero comica.
Tutto questo mi fa rivivere il passato.Flashback
Entro nella biblioteca dell'università, questo posto ha uno stile classico, un parquet ciliegio, all'ingresso un box informazioni, una stanza piena di computer e poi dei tavolini fra decine di scaffali.
Non sono mai riuscito a studiare qui.
La cerco con lo sguardo e finalmente eccola, con i suoi bei capelli castani che le ricadono sulla spalla non appena la vedo sciogliere la coda.
É seduta vicino la vetrata, ad un piccolo tavolino con due poltroncine, cerca qualcosa nella sua enorme borsa verde, so già che non lo troverà e uscirà fuori di testa come al solito.
Da quando ho il suo numero non facciamo altro che chiacchierare o scriverci, non importa di cosa, troviamo sempre un argomento e siamo in disaccordo su tutto, mi fa uscire fuori di testa e mi attrae.
Inizia a svuotare quel sacco che si ostina a portare dietro, riuscirebbe a riempire anche una di quelle borse a carrellino che utilizzano gli anziani per andare a fare la spesa.
Portafogli, quattro pacchi di fazzoletti, chiavi, caramelle alla menta, cappellino, guanti, caricabatterie, quaderno, tarallini, rido perché toglie tranquillamente anche un pacco di assorbenti e subito dopo con occhi sbarrati lo rimette in borsa guardandosi intorno.
Mi faccio avanti prima che dia di matto.
"Ciao."
Alza il viso e mi sorride allegra, ogni volta che lo fa sento un pugno allo stomaco e una voglia matta di sorriderle anche io.
"Cerchi qualcosa?"
Le mostro il suo telefono stretto nella mia mano."Dove lo hai trovato?"
Tira un sospiro di sollievo e lo afferra subito."Abbiamo pranzato insieme e lo hai lasciato in macchina quando ti ho accompagnata."
"Quando mi hai letteralmente rapita, vorrai dire."
Mi accusa per la quarta volta."Ti ho solo aspettata davanti l'università all'ora di pranzo e convinta a pranzare insieme. Ho usato il mio fascino."
Cerco di darmi delle arie per farla ridere e ci riesco.
"Perdi sempre tutto, magari perderai la testa per me.""Non ne sarei così sicura, come ti ho già detto, sono troppo furba per farmi incantare da quegli occhi."
Mi fa una linguaccia.Fine flashback.
Mi avvicino velocemente arrivando alle sue spalle, cerco di capire che approccio avere, come potrò convincerla a passare del tempo insieme all'infuori dei venti minuti in clinica.
Sono sicuro che sia ancora da qualche parte quello che provava per me, lo ha solo sepolto per non soffrire, ma non può averlo soffocato.
In quella stanza ore fa, come in quel bagno al ristorante l'altra sera, ho sentito come tremava quando eravamo ad un soffio l'uno dall'altra.
Non si può fingere, e lei non è mai stata in grado di farlo."Ciao."
Emana un piccolo urlo, si è spaventata, si volta e notando che si tratta di me il suo viso muta, da spaventato a irritato.
"Sei impazzito, mi hai spaventata."
Mi tira uno schiaffetto proprio al braccio dolorante e faccio una smorfia di dolore.
Porta subito la mano libera ed incriminata alla bocca.
"Scusami."Ad un tratto un tonfo e una sgommata ci fa voltare, un cretino con un'audi accelera a tutto gas, non appena si allontana notiamo al lato della strada una palla bianca e marrone.
La palla però è piena di peli, si muove e lamenta.
Sara, prima di me, scatta verso quel povero cagnolino indifeso, è raggomitolato su sé stesso e trema.
"Temo lo abbia colpito quella macchina."
Prendo il telefono in cerca di un veterinario nei paraggi.
"Christian dobbiamo fare qualcosa."
Alza il suo bel viso e ha gli occhi lucidi, quanto vorrei abbracciarla in questo momento.
Il cagnolino è senza collare, probabilmente un randagio o abbandonato, avrà tre mesi, è un batuffolo, lei lo prende in braccio, lo stringe delicatamente a sé come se fosse un tesoro.
Ho sempre ammirato questo suo lato tenero ed altruista, mi sono innamorato della donna sbadata e ritardataria, mi ha fatto impazzire il suo lato sexy e innocente."Andiamo subito dal veterinario."
Presa dalla preoccupazione lascia da parte l'ostilità nei miei confronti, saliamo nella mia auto e mi dirigo alla clinica più vicina.
Scruto il suo profilo mentre fissa preoccupata la porta aldilà della quale è sparito il dottore, è la persona più genuina, trasparente e buona che conosca.
Azzardo accarezzando la sua schiena per darle un po' di conforto, è così empatica, stranamente non si scosta e addirittura mi sorride.
É la prima volta in assoluto che ricevo questo dono da quattro lunghi anni, lo stomaco è sotto sopra, il cuore accelera il suo battito non appena la sua mano si posa sulla mia.Caro cagnolino hai fatto miracoli.
Il dottore arriva con il batuffolo in braccio che consegna ad una ragazza sorridente, si vede che sta meglio, muove la coda contento e questa scena mi strappa un sorriso.
Non solo a me, dato come questo bell'imbusto sta fissando Sara, non mi piace per niente, purtroppo è un bell'uomo, avrà quarant'anni, di colore e rasato, tranne per le orecchie a sventola, e punto su quello, lei potrebbe esserne attratta."Allora, potresti lasciarmi il tuo numero così ti chiamo per sapere come sta il cucciolo e per le vaccinazioni."
Fisso incattivito questo damerino per le idiozie dette, da quando funziona così?
"Ma certo, il mio numero è...""32867..."
Si voltano entrambi a guardarmi straniti, secondo lei non sarei intervenuto?
Il dottorino cerca di riprendersi come meglio può, non ha messo in conto che io possa essere il suo fidanzato, che idiota.
"Scusate, il mio è interesse professionale, forse siete una coppia e dovete aver pensato male.""No!" "Sí!"
Rispondiamo all'unisono, ci fissiamo in cagnesco, io la palesemente strozzerei e lei mi fulminerebbe di nuovo come questa mattina, magari con molti, molti più Volt.
"No dottore, non siamo una coppia e non abbiamo pensato male."
Risponde subito mettendo le cose in chiaro."Parla per te."
Mi lascio sfuggire d'istinto in un sussurro, che però deve aver sentito perché all'improvviso mi pesta un piede ed io impreco allontanandomi."Puoi chiamarmi Enzo."
Lo stronzo le sorride e lei con la coda dell'occhio mi guarda furba.
"É un vero piacere, sono Sara."Eh no, ora basta.
"Lascerò il mio numero alla segretaria. "
Calco l'aggettivo possessivo e nel mentre trascino via letteralmente Sara fuori.
La riaccompagno alla sua auto e vorrei fare un'altra volta il giro della città per avere anche solo un'altra manciata di minuti con lei.
" Non so cosa fare, io non vorrei separarmi da te proprio ora che sei qui, sei stato una sorpresa oggi, devo ammetterlo, ma non so se è possibile, è tutto cosi affrettato."
Guarda fuori dal finestrino e non riesco a vedere il suo volto, ma il tono di voce è triste.Il mio cuore accelera e sto per dirle che anche io non voglio lasciarla andare di nuovo, supereremo tutto e mi dispiace per il passato, ma c'è un motivo importante per i miei errori...
"Ti voglio già bene piccolino, chiamo subito il proprietario di casa per dirgli che da oggi ho un nuovo coinquilino."
Accarezza e sorride al cuoricino peloso che le lecca la mano riconoscente.
Arrivati all'auto scende ringraziandomi e va via, portando con sé il cucciolo e il mio cuore ammaccato, proprio come anni fa, non me lo ha ancora restituito.Per un attimo mi sono illuso.
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Come due pezzi di un puzzle.
Romance(Spin off di Arrenditi all'Amore) Siamo dei grandi puzzle, ogni tessera che compone il tuo cuore rappresenta ciò di cui abbiamo bisogno per essere integri. Famiglia, amici, dignità, rispetto, realizzazione...fino ad arrivare all'ultimo frammento, l...