Capitolo 51 - Christian

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Chris

Invio un messaggio a Sara, le dico che la sto raggiungendo a casa sua, ormai è sera, in realtà è tardi ma non posso farne a meno, ho ancora il telefono fra le mani ma non ricevo alcuna risposta.
É stata una giornata intensa, mi sono isolato dal mondo lo ammetto, ma non è facile vivere alcune situazioni, ed io al momento ne sto affrontando diverse difficili, una dietro l'altra e sfiderei chiunque a sopportare tutta questa tensione.
Purtroppo Nathalie non mi ha dato buone notizie, Gabriella può portare la bambina con sé a Milano e se dovesse succedere io non saprei cosa fare, non voglio assolutamente pensare a questa possibilità.

Mi sembra di impazzire.

Come potrei non seguire la mia bambina?
Non potrei allontanarmi da lei, perdermi le sue giornate, vederla crescere nella quotidianità, per quel che è possibile visto che comunque vivrebbe come ora con me solo part time.
Ma come potrei allontanarmi da Sara?
Lei è il mio cuore, vivrei a metà, sarei un involucro vuoto che andrebbe avanti per inerzia, proprio come è stato per i quattro anni appena passati.
Ma cosa sto dicendo?
Ora non potrei sopravvivere senza di lei, ora che è stata mia, ora che queste braccia l'hanno di nuovo stretta, ora che queste labbra l'hanno ancora assaporata, ora che le nostre anime si sono riunite.
Come si può chiedere ad un cuore di non battere?

Magari sta dormendo, ma non potevo aspettare, il bisogno di vederla e distendermi accanto a lei per stringerla è stato impellente.
Entro in casa cercando di far il meno rumore possibile, il buio mi avvolge e faccio fatica inizialmente ad abituare la vista a questa nuova condizione, riesco ad intravedere le sagome dei mobili grazie alla poca luce dei lampioni lontani che entra dal balcone.
Di Stark neanche un lontano segno, ma che razza di cane è questo?
Tolgo il cappotto e vado verso la stanza da letto, la porta è socchiusa e la tv accesa illumina la sua figura addormentata, quella palla di pelo bianca e marrone è sdraiato a terra, alza la testa per guardarmi e poi si gira dall'altra parte.
Qualcuno dovrebbe spiegare a quel cane il suo lavoro.
Mi avvicino e sorrido istintivamente, non c'è un motivo valido per farlo, semplicemente lei è qui, basta questo, la voglia matta di toccarla è più forte della ragione, ed è anche per questo che i miei passi mi hanno portato in questa casa, accarezzo con il palmo la sua guancia svegliandola.
La guardo rammaricato, non volevo assolutamente, il suo sguardo è dapprima confuso ma poi mi sorride e sembra illuminare la stanza semibuia, perché è ciò che fa questa donna, ha illuminato la mia vita, ed io l'ho sempre spezzata, e so che lo farò un ultima volta.
Tolgo scarpe e jeans e mi infilo sotto le coperte, si avvicina per rannicchiarsi nel mio abbraccio, sono inerme, un omone come me nelle sue mani, può distruggermi con un battito di ciglia.
La stringo un'ultima volta, talmente forte da voler sentire che siamo diventati una sola cosa, respiro dai suoi capelli il profumo di ciliegia che tanto amo, sperando di poterlo fare ancora, non posso più rimandare, domani sera le ho promesso una cena e costi quel che costi le dirò tutto.
Non si scappa più, l'ho promesso.

Come al solito la tv è sul canale della musica e inizia una vecchia canzone di Mengoni, ricordo che spegnevo sempre la radio con rabbia nel sentirla, ogni parola mi torturava perché mi parlava di noi, di un amore che non puoi dimenticare neanche se ci provi, ma ora che è fra le mie braccia mi ritrovo a canticchiarla mentre le accarezzo i capelli.

Io ti prometto che ogni mio giorno ti appartiene... inganneremo anche gli anni... niente può cambiare tutto questo, incancellabile, ogni volta che mi guardi.
Certe storie diventano polvere, non ti resta nemmeno un ricordo, altre invece, nonostante il tempo, ti restano addosso.

Quanta verità in questa canzone, in queste parole, lei non è mai andata via, eppure ci ho provato a scacciare il suo ricordo, non è servito nemmeno cercarla in un'altra.
Inizio a lasciare dei piccoli baci sulla tempia, per poi scendere verso la guancia mentre sorride, alza il viso per cercare le mie labbra ed io ne approfitto perché ho un disperato bisogno di sentirmi completo e succede solo quando incastro i nostri occhi mentre siamo una cosa sola, in quel momento nulla esiste all'infuori di noi.
Le sue labbra sono il richiamo di una sirena, sono in balia del suo canto, non posso resistere, le mani viaggiano sul suo corpo senza il mio controllo, le sfilo la maglia del pigiama e strapperei quella canotta di cotone rosa, unica barriera con ciò che nasconde.
La mano viaggia verso la spallina sottile e la fa scivolare giù dalla spalla, poi faccio lo stesso con l'altra, accarezzo con lo sguardo il décolleté e fremo all'idea di sentire il suo seno prosperoso sotto le mie mani.
Accorcio d'improvviso le distanze fra le nostre labbra, separate da troppo, la sua lingua sulla mia mi provoca scariche elettriche al basso ventre che già pulsa, libero il suo seno e stuzzico il capezzolo duro.
Voglio la sua pelle sulla mia.
Un'urgenza che ha anche Sara perché cerca di spogliarmi con foga, la aiuto volentieri, tolgo il maglione e lo butto a terra, la sua pelle finalmente sulla mia, anche se sembra bruciarmi è un dolore così piacevole che non ne farei mai a meno.
Si allontana quel tanto che basta per potermi guardare, e già sento la mancanza delle sue labbra, i suoi occhi verdi sembra quasi che riescano a leggermi dentro e io prego qualunque entità in ascolto che possano davvero farlo.
Posa una mano sul mio petto, sul tatuaggio che ho fatto per lei, per sentirmi vicino in qualche modo alla donna che ha legato la mia anima alla sua con un sorriso in un giorno qualunque.
"Ti amo Christian."
Trattengo il respiro, non ho neanche il coraggio di sbattere le palpebre per paura che possa svanire, possa rovinare il momento.
Ho atteso questo istante da quando l'ho rivista a quella stupida festa del mio capo, ho sognato questo momento da quando l'ho lasciata andare facendo l'errore più grande della mia vita.
Il suo sorriso timido mentre traccia distrattamente i contorni della mia pelle sporca di inchiostro,  quel puzzle incompleto che è la mia vita e che solo lei può completare.
Afferro la sua nuca e faccio scontrare le nostre labbra che hanno un sapore nuovo, si fida di me, e questo fa un male che mi divora perché proprio ora che finalmente sono arrivato al suo cuore, sono pronto a colpire.
Toglie i pantaloni del pigiama e porto le sue gambe sulle mie facendola salire a cavalcioni su di me, i suoi capelli castani con ciocche chiare ricadono sul suo seno e sul mio petto.
Le nostre intimità si scontrano e fa male l'intimo che ci separa, voglio tutto di questa donna, voglio donarle tutto me stesso.
Mentre mi delizio dei suoi seni la stuzzico con le dita ed inizia a fare le fusa, un dolce suono che vorrei sentire per il resto della mia vita, le scosto le mutandine e con delicatezza entro in lei mentre la osservo aprire la bocca e leccarsi le labbra.
"Guardami Amore mio."
Voglio i suoi occhi, voglio perdermi in lei e non trovarmi più, anche se in realtà già l'ho fatto anni fa senza saperlo, voglio fondere i nostri corpi e la stringo a me mentre godiamo insieme di questo piacere carnale, ma noi stiamo facendo l'amore anche con le nostre anime.
Il mio azzurro si perde nel suo verde, la sua mano cerca la mia e intreccia le nostre dita, le osservo e la speranza nasce in un angolo remoto del mio cuore.
Non ho mai creduto in niente, ma credo in noi.

Ciao a tutti, spero vi sia piaciuto questo capitolo, spero vi abbia emozionato questo Ti Amo tanto atteso di Sara e le emozioni di Christian

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Ciao a tutti, spero vi sia piaciuto questo capitolo, spero vi abbia emozionato questo Ti Amo tanto atteso di Sara e le emozioni di Christian.
Ormai siamo arrivati alla resa dei conti, che dite?
Cosa succederà durante questa cena?

Come due pezzi di un puzzle. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora