Capitolo 34- Christian

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Chris

La sua mano poggiata su questo simbolo che condividiamo sembra scaldarmi il cuore, i suoi occhi increduli mi scavano dentro come se riuscissero sempre a leggermi nel profondo, come se quelle pietre verdi riuscissero a mettermi a nudo l'anima.
Afferro con una mano la sua nuca e faccio scontrare le nostre labbra con urgenza, l'altra scivola dietro la sua schiena infilandola nel cappotto aperto e porto il suo corpo formoso addosso al mio, perché è qui che deve stare.
Un bacio pieno di promesse, pieno di speranze, le nostre labbra combaciano alla perfezione incastrandosi e portando al proprio posto tutti i tasselli mancanti persi nel corso di questi anni sofferti.
La sua lingua cerca la mia con solerzia, la divoro mentre le tolgo questo enorme cappotto blu che lancio distrattamente sul divano, ma non so se faccio centro.
La mente inizia ad annebbiarsi e sto per perdere il controllo di me, ma voglio tutto di questa donna e lo voglio subito.
Assaporo le sue labbra mordicchiandole mentre la spingo fino al tavolo da pranzo e la sollevo per farla sedere lì sopra, divarico le sue gambe e mi posiziono al centro mentre la vedo stordita dai miei baci.
Mi fa sorridere il fatto che abbia ancora questo vestito addosso, la immagino per un attimo tornare a casa e restare a pensare a cosa sarebbe stato giusto fare, se fidarsi di me o meno, darci un'occasione finalmente o far vincere ancora le sue paure.

"Volevo toglierti questo vestito da ieri sera."
Sono troppo eccitato all'idea di rivedere sotto di nuovo lo spettacolo di stanotte al quale ho dovuto rinunciare, ma che ora potrò godere a pieno.
Inizio a leccare il suo collo e contemporaneamente lei lo inclina così che io possa continuare il mio assalto, avvolge le gambe intorno al mio bacino ed io spingo il suo corpo sempre più contro il mio.
La mia erezione fa quasi male e quando viene in contatto con la sua intimità vorrei strappare questi vestiti, queste calze, la mia tuta.

"In realtà, ho solo lavato i denti, avrei bisogno di una doccia. Quindi forse meglio rimandare..."

Interrompo le stupidaggini che sta dicendo, comunque in modo poco convincente dato che ha iniziato ad infilare la mano nei miei pantaloni per toccarmi il sedere.
" Significa che ora faremo l'amore qui, poi lo faremo sotto la doccia, poi sul letto, dopo troveremo un altro posto."
Si stacca e mi guarda con i suoi occhioni increduli.

Oh piccola, abbiamo quattro anni da recuperare e non immagini quante volte ti ho sognata, ora che sei reale lo diventeranno anche le mie fantasie.

Prendo i lembi del vestito ormai risalito e con un po' di aiuto glielo sfilo completamente dalla testa, i suoi lunghi capelli castano chiaro ricadono sul viso e sul seno.
La canotta di cotone azzurro vola via in un attimo, segno che anche lei non può aspettare a lungo, mi aiuta a sfilare le calze e poi eccola davanti a me in intimo e glielo strapperei con i denti.
Non ha nulla di provocante, è un semplice coordinato bianco con dettagli neri, ma tutto quello che è sexy, è la ragazza davanti a me.
Perdiamo ogni freno inibitore, mi butto sulle sue labbra, ci divoriamo e un dolore impellente al basso ventre cresce ad ogni scontro delle nostre lingue che combattono con ferocia.
Le scosto il reggiseno e inizio a torturare i suoi capezzoli con i denti, i suoi gemiti sono musica, ma ho intenzione di farla urlare diverse volte.
Le sue mani abbassano la mia tuta liberando la mia erezione, massaggia su e giù il mio amico sofferente che chiede pietà ed io sto impazzendo.
Tocco il suo punto più sensibile per stuzzicarla e torno a baciarla con passione ma perdo ogni logica quando lecca le mie labbra.
Scosto le sue mutandine ed entro in lei, i nostri occhi si incontrano senza staccarsi, respiriamo dalla stessa bocca, le sue mani graffiano la mia schiena, le nostre dita si intrecciano.

"Sei mia, sei sempre stata mia ed io sono sempre stato tuo!"
Le dico fra un sospiro e un gemito di piacere.
"Dimmi che lo senti quanto ci apparteniamo, dimmi che solo i miei baci ti fanno perdere il controllo."
La bacio con prepotenza prima che possa rispondere appropriandomi delle sue labbra.
"Solo le mie mani vuoi sul tuo corpo."
Stringo la sua natica con possesso mentre il nostro piacere sta per giungere a limite.

"Christian non sento il pavimento sotto i piedi quando ti sono vicino."
Riece a dire e subito dopo raggiungiamo insieme l'apice del piacere.
I nostri respiri affannosi riempiono la stanza, siamo ancora stretti e non ho intenzione di staccarmi da lei.

"Ed ora, doccia."
Mi libero del pantalone della tuta e la prendo in braccio facendola ridacchiare, la porto in bagno, regolo l'acqua e si precipita dentro facendo una crocchia alta con l'elastico che aveva al polso.
"È un modo carino per dirmi che puzzo?"
Chiede dandomi le spalle mentre l'acqua inizia a bagnarla ed io mi godo questo spettacolo eccittante, il suo corpo nudo e chiaro sembra una tela pronta per essere imbrattata di colore da un pittore.
La raggiungo perché devo assolutamente toccarla, prendo il bagno schiuma e ne deposito un po' nel palmo della mia mano, strofino con l'altra fino a creare un po' di schiuma.
Le mie mani viaggiano sulla sua pelle morbida, accarezzo le sue braccia risalendo con calma verso il collo, poi scendo passando dalla schiena, arrivo al suo bel lato b sodo e lo stringo.
La sua pelle è cosparsa di schiuma, nell'aria una dolce fragranza di ciliegia  combinata ai mugulii di Sara di apprezzamento per i miei massaggi, iniziano di nuovo a farmi perdere la testa.

Malefica prende le mie mani e le sposta sul suo seno, poggia il suo sedere esattamente sulle mie parti intime strusciandosi.
Entrambi non vediamo l'ora di un secondo round, io sono già pronto e sono sicuro che se la toccassi la troverei bagnata per me.
Massaggio i suoi seni e gioco con i capezzoli turgidi fra le mie dita,  mentre la sua schiena è spalmata sul mio torace, ad un tratto la volto perché non ne posso più di aspettare.
La faccio poggiare alle piastrelle e sollevo una sua gamba avvolgendola al mio fianco, mi abbasso un po' e siamo di nuovo interi.

I nostri respiri tornano regolari, ci diamo una sistemata e lei rimette quel suo abito che ormai è diventato il mio preferito, avrà sempre un ricordo speciale.
L'ora successiva la trascorriamo stretti sul divano a parlottare e ridere come quindicenni, con quella serenità che non provavo da così tanto tempo.

Non credevo possibile tutto questo.

"Non vorrei andare ma devo correre a casa, povero Stark, anche se ha cibo e acqua in abbondanza e i tappetini igienici, non oso immaginare cosa abbia combinato, e poi vorrà uscire un po'."
Cerca di giustificarsi.

"Lo so."
Vado verso la camera da letto, prendo il borsone della palestra e ci infilo un cambio, poi ritorno da lei in salotto.
"Ok, sono pronto, andiamo, ordineremo la pizza per strada muoio di fame."

Mi osserva con un grande punto interrogativo stampato in volto, quindi metto le cose in chiaro.
"Io resto da te, non ho intenzione di restarti lontano più del necessario."

Il sorriso che nasce sulle mie labbra è il riflesso del suo che coinvolge anche gli occhi, afferra la mia mano ed intreccia le nostre dita, solo insieme siamo completi.

Ciao a tutti, spero vi sia piaciuto il capitolo, finalmente un po' di felicità, godiamoci questa coppia

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Ciao a tutti, spero vi sia piaciuto il capitolo, finalmente un po' di felicità, godiamoci questa coppia. 😍😘

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