Capitolo 5 - Sara

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Sara

Apro l'armadio, tutte e tre le ante, non sono nervosa come il primo appuntamento con...scrollo la testa per scacciare questi ricordi.
Un po' d'ansia in realtà si fa sentire, ci siamo scambiati diversi messaggi con Francesco in questi quattro giorni ed è stato molto gentile e carino.
Avvio la videochiamata con le ragazze.
"Sei ancora in accappatoio?"
Emily subito mi riprende.

"Ciao anche a te cara amica, io sto bene, grazie."
Alzo gli occhi al cielo.

"Eccomi ragazze, ma sei ancora in accappatoio?"
Ci mancava anche Emma.

"Potreste ricordarmi perché vi sopporto da una vita intera?"

"Perché siamo adorabili."
Rispondono all'unisono.

"Su questo ho i miei dubbi, comunque cosa metto? Niente di eccessivo."
Metto le cose in chiaro, voglio essere carina ma non strafare.

Ci ho messo tempo per riprendermi dalla delusione data da Christian prima di uscire con qualcuno, ora rivederlo, mi ha fatta fare passi indietro, come se dovessi rialzarmi nuovamente, voglio farlo con Francesco, ma a piccoli passi.

"Il tubino blu acceso? La longuette nera con la camicetta rossa?"
"Metti quel vestito di pizzo bordeaux oppure quello nero con le farfalle bianche."
Emily ed Emma buttano giù qualche idea, ma non è semplice come abitare nella stessa casa come prima, frugavamo nell'armadio e ci davamo consigli a turno.
Dobbiamo abituarci a questa nuova realtà, l'importante è esserci sempre e comunque, il modo si trova.

Sono nel pallone, cosa metto?

Guardo diversi capi e poi eccolo, un pantalone nero abbinato ad una maglia di pizzo nero con dettagli trasparenti, le ragazze sono entusiaste della mia scelta, strano.
Metterò la giacca bianca per spezzare.
Un filo di trucco e i capelli li stiro con la piastra, borsetta bianca e tacchi neri, sono pronta.
Devo rilassarmi e godermi la serata, godermi la compagnia di un ragazzo che inizia davvero a piacermi, sono sicura che andrà per il meglio.

Arrivo al ristorante, lui voleva passare a prendermi ma ho preferito venire da sola, il locale sembra elegante, ha grandi vetrate e vedo tantissimi lampadari color oro.
Il mio accompagnatore mi attende all'entrata stretto nel suo cappotto verde militare, mi da il benvenuto con un sorriso contagioso e un abbraccio.
"Ciao, scusa il ritardo, potevi entrare."
"Senza di te? No."
Entriamo ed osservo estasiata il posto, non ci ero mai stata, è molto di classe, non me lo aspettavo, un pavimento nero e lucido sul quale quasi posso specchiarmi, tavoli con tovaglie e sedie color oro.
Siamo quasi arrivati al nostro tavolo quando rischio di cadere, mi aggrappo al braccio di Francesco sparandomi la prima figuraccia.

Ma che cavolo, hanno passato la cera?

"Sei splendida stasera."
Mi guarda ammirato, non con occhi maliziosi e sono molto colpita, istintivamente sorrido imbarazzata.
Anche lui indossa la giacca e quando la toglie il maglioncino leggero a collo alto chiaro accarezza perfettamente i suoi muscoli.
Forse un po' troppi muscoli per i miei standard, ma è pur sempre un poliziotto, credo debba tenersi in forma.
Chiacchierare con lui è davvero piacevole, mi diverte molto e non faccio che ridere gran parte del tempo.
Mi fa sentire davvero bene e non mi sentivo così da tanto, tanto tempo.
Sono sempre più convinta di aver fatto bene a dargli una possibilità, a darla a me più che altro, per tornare a far battere il cuore.

Dopo aver gustato l'antipasto di pesce, devo dire buonissimo, ordiniamo il salmone in crosta di patate, e so già che dolce prendere, ho sbirciato tutto il menù, un tartufo al pistacchio.
Mi guardo un po' intorno, grandi colonne con dei vasi pieni di fiori freschi, una parete tappezzata di cornici eleganti con foto che ritraggono tutte le celebrità che sono passate di qui, all'entrata Christian e più a sinistra un quadro di ...

Cosa?

Mi volto immediatamente in preda al panico, cerco di non badare alla brutta sensazione allo stomaco.

Ok Sara, sangue freddo, pensa all'uomo seduto davanti a te.

I minuti passano ed io vorrei guardare nella sua direzione per capire dove si trova il suo tavolo, soprattutto per scoprire con chi è venuto.
É un ristorante elegante, è ovvio che sia qui con una donna, in realtà non so nulla della sua vita privata, non ho mai voluto chiedere informazioni ad Alex, per quanto ne sappia, non ha una compagna.
Inizio a sbirciare i vari commensali cercando di non dare molto all'occhio, soprattutto per rispetto al mio cavaliere dovrei smetterla, ma non ci riesco.
Incontro due occhi azzurri che mi fissano, pochi tavoli di distanza e ovviamente il destino deve giocare contro di me, io e lui di fronte, i nostri accompagnatori di schiena.
Osservo la sua dama, dei capelli neri caratterizzati da dread molto eleganti e curati, la sua pelle mulatta e mi sembra molto magra.
I suoi occhi sono fissi nei miei e sono del tutto catturata, il mio cuore inizia a battere talmente forte che se potesse, risuonerebbe in tutta la stanza. Nulla potrebbe esistere all'infuori di noi in questo istante.

"La prossima volta però permettimi di venirti a prendere a casa."
Francesco richiama la mia attenzione e faccio fatica a ritornare alla realtà.
"Ma certo."
Sorrido, mi sento in colpa, non si merita questa mancanza di rispetto.
"Quindi nonostante siamo a metà serata stai già accettando un altro appuntamento. Ti ho teso una trappola lo ammetto."
Ridacchia.

"Non ho bisogno di finire la serata per decidere di volerti rivedere, mi sto trovando bene."
Forse ciò che ho appena detto gli da il coraggio, sposta una ciocca di capelli dietro il mio orecchio guardandomi con dolcezza.
Gli sorrido timida ma istintivamente mi volto a guardare Christian, il suo sguardo è talmente glaciale da farmi quasi paura e la sua mandibola è serrata.

Come diavolo si permette di avere un atteggiamento del genere?

Mi congedo e vado un attimo alla toilette, devo scaricare la rabbia, appena entro nel bagno chiamo le ragazze con la funzione 'unisci chiamate'.
"Christian è qui con un'altra e non fa che guardarmi, ho una tale voglia di spaccargli qualcosa in testa."
Faccio avanti e indietro davanti all'enorme specchio, poggio la mano libera sul marmo marrone del lavabo e cerco di regolare il respiro.
"Fallo ingelosire, fagli vedere che anche tu sei andata avanti."
"Emma hai avuto un'ottima idea."
Ringrazio quel diavoletto biondo.
"Ma lei chi è?"
Chiede Emily curiosa.
All'improvviso la porta dell'antibagno si apre e sbuca quella faccia da schiaffi del mio ex, se così si può definire, data l'unica notte passata insieme.
Riattacco il telefono in faccia alle mie amiche e spero che lui non abbia sentito nulla di ciò che ci siamo dette.

"Questo è il bagno delle donne."
Lo fulmino e vorrei farlo realmente.

"Quindi esci con il poliziotto."
Constata con sguardo severo.

Credo di avere la bocca aperta per lo shock, ma come si permette?

"Non sono affari che ti riguardano, siamo qui entrambi con altre persone, siamo andati avanti mi sembra, come era ovvio.
Noi non siamo stati niente."
Mi avvicino per oltrepassarlo, lui è ancora sulla soglia, dovrò per forza avere un contatto con il suo corpo se non si sposta e non mi sembra intenzionato a farlo.
Abbasso il capo quando i nostri corpi sono così vicini come non lo erano da anni, pochi centimetri ci separano e afferra il mio braccio per trattenermi, istintivamente fisso i miei occhi nei suoi.

"Noi eravamo tutto."
Mi si ferma il battito a causa di queste sue parole, mi guarda così intensamente che quasi dimentico come si respira.

Devo scappare da qui, da lui, prima che sia tardi.

Come due pezzi di un puzzle. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora