Capitolo 36 - Christian

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Chris

Domani è la vigilia di natale e sarà la prima che passeremo insieme, purtroppo il venticinque non potremo vederci, lei andrà dalla madre, io dalla mia piccola.
Negli ultimi cinque giorni siamo riusciti a vederci solo di sera, fra gli impegni a lavoro e Stefany, non è stato facile.
É capitato che dormissi da lei una notte, ieri però mi ha fatto una bella sorpresa, dopo cena Gabriella è passata a prendere la piccola, mi sono buttato sul divano e le ho mandato un messaggio, dopo mezz'ora ha bussato alla mia porta ed è rimasta qui.
Sembriamo non riuscire a stare lontani e ne sono felice perché non credevo possibile un affiatamento simile sinceramente, non dopo il male che le ho fatto in passato, non dopo la verità; mi ha solo chiesto di andare per gradi con la bambina e ha perfettamente ragione.
Entro in casa, fuori si gela, sono appena stato in gioielleria, non ho aspettato l'ultimo giorno per una dimenticanza, ero solo indeciso su cosa sarebbe stato più opportuno regalarle.
Poso entusiasta il regalo per la mia ragazza sul tavolo, definirla così mi fa ancora strano, è impossibile non pensare che sia finalmente mia ed evitare che mi spunti uno stupido sorrisetto come in questo momento.
Sono stato più di un'ora a rimuginare davanti quella vetrina, credo però sia riuscito a trovare il regalo perfetto, di sicuro lei è il mio, questa seconda occasione lo è, che per nulla al mondo mi lascerò sfuggire.
Tolgo il cappotto  e i guanti nuovi in pelle che ho dovuto ricomprare, visto che il mio acquisto nuovo di zecca se lo sta godendo il fratello di Sara, rido ancora a pensare a quella scena di sole poche settimane fa.
Vado subito ad accendere i riscaldamenti prima che mi congeli, in quel momento suonano alla porta, guardando dallo spioncino aggrotto la fronte nel vedere di chi si tratta e apro subito.
"Ciao, è successo qualcosa?"
La accolgo sempre allo stesso modo, ma sinceramente l'unica cosa che mi lega alla donna che ho davanti è nostra figlia, quindi non siamo soliti frequentarci senza di lei, vederla qui senza preavviso e da come posso notare, senza la piccola, mi fa preoccupare.
Negli anni ho imparato ad apprezzarla come madre, ho imparato a conoscere alcuni lati del suo carattere e di certo è una brava persona in fondo, ma non più di questo.
Gabriella è sempre stata attratta da me, ha sempre sperato che col tempo, e soprattutto grazie alla bambina, sarebbe potuto nascere qualcosa fra noi, forse ha ancora speranze.
Non nego che per il bene della piccola ho passato molto tempo con Gabriella, soprattutto nei primi mesi di vita di Stefany, dormendo spesso nella stessa casa per darle una mano, e anche perché non riuscivo a staccarmi da quel piccolo scricciolo.
Ho tentato di guardarla con altri occhi, ma non puoi imporre al cuore di chi innamorarti.

"No, tranquillo. Mi fai entrare?"
Mi sposto e avanza avvolta nel cappotto azzurro chiaro come i suoi occhi, è l'unica donna che non sente il freddo, è sempre impeccabile.
I lunghi capelli biondi lisci che terminano sulle spalle con delle morbide onde, i vestiti sempre ben scelti, il trucco mai sbavato, i tacchi; credo di averla vista fuori posto solo subito dopo il parto in ospedale.
"Stefany?"
"Da mio padre."
Già, il caro buon vecchio Bruno, un uomo buono che non ha mai fatto mancare nulla alla figlia, viziandola fin troppo, forse per via della lontananza.
Ha sempre sofferto di abitare a Roma, appena è morta la ex moglie due anni fa, troppo precocemente per un brutto male, si è dato da fare per trovare un ottimo lavoro a sua figlia qui, sapendo che ormai nulla tratteneva davvero Gabriella a Milano.
Ha immediatamente forzando le cose con la storia della vecchiaia che avanza e la voglia di fare il padre e il nonno a tempo pieno sapendo di toccare i tasti giusti.
Se ci penso, devo a lui questo trasferimento, quindi è grazie a lui se ho di nuovo con me Sara.

"Questo è per me?"
Seguo subito i suoi occhi posati sul pacchetto della gioielleria.
"No."
Mi sento un po' a disagio in realtà, non vorrei ferire i suoi sentimenti e non ho ancora affrontato il discorso di Sara con lei, lo avrei fatto subito dopo le feste.
Non mi sembra sorpresa della mia risposta, continua a fissare quel regalo e si forma sulle sue labbra una leggera smorfia.
"È per lei vero?"
Chiede tristemente con un filo di voce senza guardarmi.
Resto in silenzio sorpreso ad osservare come il cuore di questa ragazza va in frantumi per l'ennesima volta davanti a me, per l'ennesima volta a causa mia e mi sembra di rivivere un dejavú.

Come due pezzi di un puzzle. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora