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Gli amici geniali
Charlie Brown: Si è molto soli quassù, sulla pedana del lanciatore... A volte è duro reggere tutta questa responsabilità... ma tutta un tratto, sembri renderti conto che non sei veramente solo... in effetti sei circondato da compagni di squadra solidali.
Lucy: Avanti, deficiente, cerca di farne passarne una oltre il piatto!
(Peanuts– Charles M. Schulz)
Al college non c'è una campanella che sancisca la fine di un'ora e l'inizio dell'altra.
Il professore, o la professoressa, di turno si limitano a controllare i loro orologi o i loro cellulari e a farsi i loro calcoli su quanto blaterare rimanga loro prima di cedere la palla a qualcun altro. Spesso, come il professore di contemporanea, i sessanta minuti si trasformano in settanta o anche più. A volte, si trasformano in trenta o in quarantacinque, come succede con Miss Watson, la docente di letteratura vittoriana. In questo semestre, l'unico che spacchi il minuto, sempre e comunque, è il professor Morley.
Eppure, è come se in automatico la sentissi nella mia testa. Il martellante 'drin' mi rimbomba dentro non appena le lancette del mio orologio da polso si sovrappongano e segnino lo scoccare dell'ora successiva. Lo stesso deve essere per Andy con cui mi scambio un'occhiata ogni volta che dobbiamo scattare come delle molle dalle nostre panche e volare nell'aula successiva. Dall'altro canto, si capisce quando dopo una lezione abbiamo la pausa pranzo dal modo in cui mi stiracchio le braccia e dalla lentezza con cui lui raccolga le sue matite e le metta nell'astuccio. Siamo sempre gli ultimi a uscire, in ogni caso. Sembra che per gli altri scappare dall'ambiente didattico sia una priorità anche quando non ci sono più lezioni
–Allora, ricapitoliamo: siamo nell'Ottocento, in un canile irlandese e...
Gli do una gomitata, trascinandolo fuori dall'aula.
–Sei uno sconsiderato, Andy. – gli lancio un'occhiataccia.
–Che c'è?! – si strofina il braccio, ricambiando lo sguardo torvo.
–C'è che sai da te quanto sono competitivi quei palloni gonfiati e tu che fai? Sbandieri la nostra storia davanti a tutti! – mi sistemo lo zaino in spalla.
–Ma se non c'è più nessuno! – allarga gli occhi.
–Anche i muri hanno le orecchie.
–Ah, giusto, che ingenuo che sono! Dobbiamo mantenere il silenzio stampa fino ai primi di dicembre, no? – si apre in una risatina.
–Hai capito bene. Abbiamo una trama vincente e se ti metti a spifferare tutto in giro, sarà solo un'idea scadente e ripetuta.
–Non sapevo che il lavoro di Morley fosse una competizione.
Gli lancio uno sguardo eloquente. – Siamo in una giungla, amico mio. Siamo sempre in competizione.
–E immagino tu sia una che voglia vincere. – solleva un sopracciglio.
–Generalmente sono una sorta di perdente, ma contro questi presuntuosi, direi di sì. Voglio che Morley ci lusinghi platealmente e che tutti inizino a invidiare i nostri talenti. – mi guardo le unghie, vanitosamente.
–Uoh, dov'è finita la ragazzina che si metteva in un angolo e che balbettava davanti a tutti al suo primo intervento?
–La ragazzina sta cominciando a velocizzare la sua danza. Questo anche grazie a te. – gli sorrido, riconoscente.
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Un fidanzato come Holden Morris
Teen Fiction|COMPLETA| «Realizzo in pochi istanti che essere una matricola universitaria potrebbe fare davvero schifo. Non sei più uno studente liceale, ma allo stesso tempo non sei ancora uno studente universitario a tutti gli effetti. Sei più un pesciolino ch...