Porto d'armi

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Porto d'armi

Jon: Non possiamo cambiare il passato. Ma possiamo fare qualcosa per il futuro.
Garfield: Troppa fatica, secondo me... A me il futuro piace così come sarà!

(Garfield – Jim Davies)

Malia arriva quando siamo in sala da pranzo a fare colazione. Mando giù il biscotto al cioccolato e provo a ricompormi, sperando che non mi sia rimasto il baffo da latte sopra le labbra.

Quando la vedo, con un paio di occhiali da sole dalla montatura triangolare e un cappello a falda larga, sento il mio cuore perdere un battito. È bella esattamente come la ricordavo. Forse anche di più.

I miei occhi, quasi in possesso di una loro volontà slegata da quella del cervello, si fermano su Holden per captare la sua reazione. Per quanto sia vero che la sua presenza non mi faccia più irrigidire perché so quanto sia stata importante per lui e perché nelle sue lettere e nei suoi messaggi si sia mostrata più dolce del previsto, una piccola, minuscola, parte di me, credo la temerà sempre. Temerà che possa bastare poco perché l'amore fraterno professato da Holden si tramuti in un altro tipo di sentimento.

Holden, tuttavia, si limita a sorriderle nello stesso modo in cui fa Taylor. Nulla di troppo sdolcinato. Un sorriso d'affetto. La differenza la fa solo un'occhiata di troppo che si lanciano. Malia lo guarda quasi con aria colpevole; lui vuole fare il serio, ma in realtà le sue labbra stanno chiaramente tremando, trattenendosi dal piegarsi in un sorriso. Malgrado non abbiano mai smesso di sentirsi in questi mesi, so che è strano per entrambi rivedersi di persona sapendo che l'ultima volta che sia successo abbiano litigato.

Poi non ce la fanno più e si abbracciano.

Abbasso per un momento lo sguardo. Il tutto dura però poco. Torno a sorridere dopo che Chas mi lancia un'occhiata divertita. Immagino che stia pensando alla sua voglia di farla cadere da qualche burrone e così fatico a non ridere.

Malia lascia una scia di profumo delizioso mentre si sporge per fare i suoi saluti. Il tutto condito da "Ciuffetto" di qua e "Reddy" di là. Nella mano destra stringe quella di un ragazzone dai capelli ramati e gli occhiali da vista, alto quanto lei. Ha la faccia da "bambolotto", pulita e bonacciona.

Saluta anche Tony, e poi Chas e Pam con delle amichevoli strette di mano. Quando arriva il mio turno, mi stringe in un abbraccio gentile che ricambio con più sorpresa di quanto vorrei dare a vedere. Mi lancia un occhiolino prima di apprestarsi a presentare il suo ragazzo. Si chiama Tom.

Ci spiega che sono potuti arrivare solo oggi perché i suoi nonni le hanno organizzato una festicciola a sorpresa per la sua ammissione in un'università inglese alquanto prestigiosa.

Noto subito come il suo approccio sia differente da quello che ebbe la prima volta che la vidi, fuori dalla mia scuola. Allora sembrava sicura, spigliata, disinteressata a ciò che non riguardasse i suoi migliori amici. Dal modo in cui ci guarda quando dice una qualsiasi cosa, sembra che adesso quasi cerchi l'approvazione di ognuno di noi. Era una situazione diversa, lo so, ma riesce comunque a stupirmi. Parla sempre; non permette che si crei nemmeno un momento di silenzio tra noi. Fa delle domande persino alle mie amiche, sorridendo in un modo che trovo più genuino di quanto la parte più rancorosa, quella più velenosa, di me voglia ammettere.

Rimaniamo a chiacchierare qualche altro minuto, fino a quando non ci invita ad andare a fare un bagno perché, ci tiene a farci sapere, si sente accaldata. L'idea convince tutti, dato il caldo che sopraggiunge all'improvviso.

–Ovviamente questa notte ci dormi tu con lei. – dice Pam minuti dopo, posizionando sulla sua figura due bikini diversi, appesi ancora alle grucce.

Un fidanzato come Holden MorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora