Déjà-vu

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Déjà–vu

Ricordati: noi non invecchiamo; maturiamo!

(Peanuts – Charles M. Schulz)

Quattro anni dopo

–Forse non hai capito: se non consegniamo il manoscritto entro questo pomeriggio, Olivia ci assillerà per tutto il tempo. Mi assillerà. Sai che ne è capace. Un messaggio ogni minuto fino a quando non scoppiamo. Mi correggo di nuovo: fino a quando non sarò io a scoppiare.

–Ne sono consapevole. Ma non posso farci nulla, il romanzo non è ancora pronto. Manca qualcosa per renderlo perfetto e lo sai anche tu. Mi serviranno poche altre ore, giuro. E poi Oscar non ha finito con l'illustrazione di Miss Scarpette che gli abbiamo commissionato. Ho bisogno di vedere come il personaggio sia arrivato agli occhi di qualcuno che conosce il nostro stile. Tu non mi hai fatto vedere neanche il bozzetto che gli hai inviato.

–Quindi ora la colpa è mia?

–Certo! È sempre colpa tua! – mi diverto.

Lui fa una smorfia, poi mi si avvicina.

–Ti rendi conto che sarò io a pagarne le conseguenze? Sai che tu sei la mente malvagia e che io sono l'anello debole. – mi passa un braccio attorno alle spalle.

–Lo sa anche Olivia, per mia fortuna. – gli faccio una linguaccia. – Però, prometto che entro domani sarà tutto pronto. Il viaggio di Miss Scarpette è praticamente finito, mi manca solo... quel qualcosa che lo renda davvero unico e accattivante.

–Che rottura che sei! Vedi di sbrigarti a trovare questo qualcosa, ché qui l'affitto non si paga da solo. – mi spinge contro di sé.

–Se tu non avessi litigato con il proprietario del Blue Moon, ora avresti tanti bei soldini in tasca e non dovresti sfruttarmi. – gli picchietto il petto.

–Ehi, ma quale sfruttare! – si acciglia. – Ti ricordo che sono un autore di libri per l'infanzia esattamente come te. E che i concerti mi fruttano bene. Ho litigato con quell'imbecille perché è un imbecille, per l'appunto.

–Ma così facendo non hai portato nuovi soldi alla cassa.

–Da quando sei così venale? – corruccia la fronte.

–Da quando viviamo in un monolocale a New York.

–Pessima decisione. – si passa una mano sulla fronte.

–Non totalmente. La libreria della signora Corinne è il posto più bello del mondo e qui siamo qualcuno. Siamo Katherine Fisher e...

–Anderson Stirling. – sospira. – Lo so.

Lo guardo. – Ti ricordo che siamo qui grazie al professor Morley, quindi fai il bravo bambino e accaparrati un nuovo concerto.

–Va bene. Ora ne parlo anche con Jenny e Dan. Vediamo se Tania ci aiuta a trovare un'altra topaia dove esibirci per questo fine settimana. – alza gli occhi al cielo.

–Così ti voglio! Ora vado a lavoro, okay? – gli scocco un bacio sulla guancia.

–Va bene. – mi scompiglia i capelli.

Biagio mi abbaia in saluto e così, dopo avergli dato una grattatina dietro le orecchie, corro fuori dal nostro appartamento e mi precipito in strada, una scalinata alla volta.

Mi trovo in pochi secondi inghiottita nella frenesia della Grande Mela, tra clacson che suonano inferociti, macchine che manca poco che occupino anche i marciapiedi, signori con impermeabili e valigette che sfrecciano con cellulari tra le mani, seguendo lo stesso ritmo dettato dai tacchi a spillo di donne dai capelli profumati e tailleur perfetti che superano barboni e persone vestite in modi decisamente più sciatti. Grattacieli e palazzi specchiati mi guardano come i gatti fissano i topolini. Sono circondati da smog, chiacchiericci, profumi di caffè e di ciambelle fritte, proteste e rumori assordanti.

Un fidanzato come Holden MorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora