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Il Nulla
Linus: Nulla dura per sempre. Tutte le belle cose devono finire.
Charlie Brown: E quando cominciano?(Peanuts – Charles M. Schulz)
C'è un posto che a me e a Holden è sempre piaciuto.
Lo chiamiamo il "nostro posto" perché è lì che, dopo la nostra prima festa universitaria, lui tornò a sfiorare la mia fantasia, intrecciandola con la sua quando immaginò una principessa bianca in fuga dalle tenebre per ricongiungersi con il suo vero amore, dopo mille ostacoli che li avevano tenuti lontani. È lì che Holden mi propose di tornare a Trillium Lake per passare un pomeriggio lontani dalle nostre prime ansie universitarie, dalle mie prime ansie universitarie. Un pomeriggio che eravamo ignari che si sarebbe trasformato in una notte, la più bella della mia vita. È lì che ci siamo baciati tante volte, dopo una lezione, prima di cominciarne una, tra una pagina di un libro e l'altra.
È lì che mi chiede di incontrarci un pomeriggio.
Marzo è cominciato da due settimane e ha portato con sé l'inizio delle lezioni del nuovo semestre e delle nuvole grigie cariche di pioggia che sostituiscono quelle bianche, spumose, portatrici di neve. Fa ancora freddo e la primavera non accenna a risvegliarsi dal letargo.
Arrivo per prima. Sento il cuore pesante e le gambe molli. Mi appoggio a una parete, chiudendo gli occhi e riempiendo i polmoni di aria fresca. I pensieri, come fanno da un po', mi vorticano nella testa.
Io e Holden non siamo mai stati una coppia convenzionale. Sempre che esistano coppie convenzionali. Nella mia mente, siamo sempre stati... diversi. Nel modo di parlarci, di guardarci, di toccarci, nel modo di reagire a certe circostanze. Holden non è convenzionale. Lui è fuori dall'ordinario e questo mi manda fuori di testa, in senso positivo, ma da qualche tempo anche negativo. A volte sento quasi che vorrei che lui fosse più ordinario, forse. Che fosse più prevedibile e che reagisse a ogni cosa in modo più aspettato, che potessi quindi prevedere una sua mossa, capirlo e quindi risolvere quel qualcosa che non va. Capire cosa nasconda dietro certi sguardi, certi sorrisi che a volte hanno l'aspetto di maschere.
Ma la realtà è un'altra. Che anch'io forse sono poco prevedibile. Che anch'io forse ho lasciato che si creasse tra me e lui una sorta di guerra fredda. Un accumulo di scontri silenziosi, i più pericolosi. I più pericolosi perché si insinuano con lentezza, perché sono fatti di attimi rubati che lasciano il segno, di occhiate fulminee, di stranezze, di dondolii, di stelle che perdono la loro luce, di semafori che si spengono a poco a poco. Di appuntamenti che si dimenticano. Di gelosie che portano a bersi ogni parola più ingannevole. Non c'è stata una vera e propria guerra aperta tra noi due. Una di quelle fatte di continui litigi plateali, di gesti forti. C'è stato solo un vero litigio, ma sufficiente, forse, a confermare un cortocircuito già innescato. Non c'è stata chiarezza laddove entrambi percepivamo il buio. Abbiamo lasciato, in effetti, che il buio mettesse le radici nel nostro rapporto. Che serpeggiasse in ogni antro disponibile. Un buio dato dalle parole sbagliate al momento sbagliato. Da quelle nascoste. Da quelle che rimangono vigliaccamente incastrate in gola e tra le ciglia, che si accumulano formando delle barriere sempre più alte. Delle torri da cui persino la più coraggiosa delle principesse non riuscirebbe a scappare. Neppure se ricevesse un aiuto da un drago, amico e non nemico di questa favola.
Tutto questo, molte volte, porta al nulla. Dove il 'nulla' è quello stato a cui si approda quando c'è in atto l'incomprensione. Quando d'improvviso non si è più sincronizzati. Ci si volta a guardarsi con un secondo di stacco, sufficiente perché gli sguardi non si incrocino più. L'improvviso è solo il risultato di attimi che si intrecciano un poco alla volta.
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Un fidanzato come Holden Morris
Teen Fiction|COMPLETA| «Realizzo in pochi istanti che essere una matricola universitaria potrebbe fare davvero schifo. Non sei più uno studente liceale, ma allo stesso tempo non sei ancora uno studente universitario a tutti gli effetti. Sei più un pesciolino ch...