E il settimo giorno

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Erano trascorsi sette giorni dal banchetto organizzato dai genitori e Bellatrix non aveva avuto notizie da nessuno, non un messaggio da Dolohov, non una lettera dei genitori, solo Andromeda e Narcissa le avevano scritto una letterina in cui l'avevano invitata a fare una passeggiata a Diagon Alley. Bellatrix ci era andata e a dire il vero non era stato né spiacevole né divertente. Per il resto tutto era noioso e piatto, era andata al Ministero il giorno dopo al banchetto e poi due giorni dopo e quella stessa mattina dopo la colazione ma non c'erano novità. Moody poi le stava addosso, voleva sapere ogni cosa, inoltre quella mattina era di cattivo umore ed era stato piuttosto sgarbato con lei, dicendo che stava perdendo tempo quando doveva sbrigarsi ad agire. Come se fosse stato semplice!

Comunque Bellatrix dopo pranzo era tornata a casa, era inutile continuare a vagare per la città in cerca di un piano, tanto valeva mettersi a sedere e progettare qualcosa senza distrazioni. La casa che le avevano dato era una piccola casa a due piani con un giardinetto, certamente non aveva nulla a che fare con quella dei Black per dimensioni e neppure per materiali, non c'era marmo nei pavimenti, non cristallo nei lampadari e nessuna rifinitura d'oro negli specchi ma tutto sommato era una dimora carina e tranquilla. Bellatrix si mise a sedere sul divano di fronte al camino spento della sala e iniziò a ragionare su quello che avrebbe potuto concretamente fare se nessuno-Dolohov-l'avesse contattata come pareva per avvicinarsi a Voldemort. Per prima cosa forse avrebbe dovuto scoprire dov'è che viveva quell'uomo. Improvvisamente Bellatrix si domandò se suo padre fosse un Mangiamorte e le parve idiota da parte sua non averci pensato prima, se lui fosse stato nel giro sarebbe stato relativamente semplice avere informazioni. Ma come scoprirlo senza farlo insospettire?

Bellatrix ancora non lo sapeva ma forse le sarebbe venuto in mente mentre era a casa con lui. Sì, sarebbe uscita per andare a casa da lui e se le cose non fossero andate come sperava avrebbe comunque fatto felici le sorelle. Bellatrix si alzò e raggiunse la porta per andare, aprì con la bacchetta in pugno ma una sorpresa la attendeva fuori dalla porta di casa. "Voi?" Bellatrix per poco non spalancò la bocca a causa dello stupore. Voldemort annuì appena "Come avete fatto a trovarmi?" "La grande famiglia del Ministero scopre sempre tutto, dovreste saperlo" replicò lui, guardandola negli occhi. Bellatrix provò appena una lieve inquietudine "Comunque accomodatevi pure" lo invitò a entrare "Andavo a fare una passeggiata perché mi annoiavo ma adesso non importa più. Temevo di non potervi più rivedere". Voldemort annuì ancora in modo impercettibile "Sono un uomo pieno di sorprese" replicò "E vi ringrazio Auror Black" "Bellatrix va benissimo" "Ti ringrazio dell'ospitalità Bellatrix ma avrei necessità che fossi tu a venire con me". Bellatrix non riuscì nuovamente a trattenere lo stupore "Io venire con voi?" Domandò "E dove? E per fare cosa?"

Questa volta lo vide sorridere lievemente "Lo vedrete, Bellatrix" disse misterioso, offrendole il braccio. Bellatrix non si fidava di lui e non le piacquero molte cose di quell'invito, ma era quella la sua missione dopotutto, non poteva declinare. E mentre formulava quei pensieri sentì la sensazione che qualcuno stesse tentato di violare la sua privacy. Ovviamente Bellatrix sapeva usare l'occlumanzia ma comunque non le piacque per nulla che Voldemort stesse tentando di leggerle la mente. Fece un passo avanti e con la mano libera dalla bacchetta strinse appena il braccio del mago, materializzandosi con lui. Non appena l'ebbe mollato strinse di più la bacchette, preparandosi ad affrontare qualsiasi cosa. Scoprì quasi con delusione di essere in mezzo a un campo dove non c'era null'altro che lui. Che volesse ucciderla lì per tentare di farne perdere le tracce? "Ebbene?" La interrogò lui "Vi porto in un campo e non avete nulla da dirmi?" Bellatrix annuì "Invece ho tutto da domandarvi ma vedo che non siete un uomo di molte parole o comunque non con me". Lo vide sorridere "Vi risponderò quando lo riterrò opportuno, intanto vi basti sapere perché siamo qui, Bellatrix, e ciò per un duello".

"Un duello?" Bellatrix non capiva "Un duello" assicurò lui "Voi avete ribadito con me e con Dolohov di essere una strega molto dotata. Ebbene vi invito a mostrarmi tutto quello che sapete fare senza risparmiarvi. Non mi piacciono le parole al vento e dal momento che mi avete domandato di poter fare parte della mia cerchia io dovrò pure farmi un'idea e capire se vale o no la pena di perdere il mio tempo con voi. Non siete d'accordo con me, Bellatrix?" La strega seppur ancora sospettosa annuì "Certamente. Dunque volete un duello per studiare le mie abilità?" "Né più né meno" confermò lui placido. Bellatrix strinse meglio la bacchetta di noce e non riuscì a evitare di sorridere un poco "Bene allora, duelliamo" rispose "Sono curiosa anche io, ho sentito gente aspostrofarvi col nome di 'miglior mago di tutti i tempi' e non sono solita credere a queste storielle". Voldemort non mutò espressione "Allora vi prego di iniziare, a voi la prima mossa" la invitò, estraendo dalla tasca della veste nera una bacchetta bianca. Bellatrix non se lo fece ripetere due volte, sogghignò lievemente, immaginando addirittura cosa sarebbe potuto accadere se avesse ferito o ancora ucciso quel mago durante il duello e poi iniziò.

Chasing the darkness (Bellamort)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora