Ritorno a casa

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Così l'indomani pomeriggio Bellatrix era salpata per tornare in Inghilterra. Non aveva perso tempo a salutare nessuno al M.A.C.U.S.A, anche perché non né aveva, dopo aver finito il pranzo con Moody si era riposare e poi il giorno seguente aveva fatto le valigie e aveva salutato suo zio, poi era partita insieme a Moody e agli altri maghi che lo avevano accompagnato. Non era stato un viaggio lungo, il giorno seguente Bellatrix era già pronta e riposata per andare al Ministero. Le avevano persino trovato una casa tanta era stata la fretta con la quale l'avevano fatta chiamare e non volevano che lei si preoccupasse di nient'altro che non fosse la sua missione.

Durante il viaggio Bellatrix aveva fatto a Moody altre domande, aveva innanzitutto domandato quand'era che quel Lord Voldemort avesse iniziato ad acquisire potere e Moody aveva raccontato di come cinque anni prima fossero comparsi i Mangiamorte e di come lentamente avessero iniziato a far parlare di loro sempre più spesso, allora per Bellatrix era stato ovvio domandare come mai avessero atteso tanto prima di chiamarla, erano quasi tre anni che lei era un'auror. Moody però le aveva dato una risposta semplice, c'erano state nuove elezioni per la presidenza del Ministero della Magia ed Eugenia Jenkins era stata sostituita da Harold Minchum, un mago più severo e intransigente che come prima cosa aveva aumentato il numero di dissennatori intorno ad Azkaban e aveva dato ordine di mandare una spia da Voldemort, così erano arrivati a lei. Come al solito era tutto orchestrato dai cambiamenti nella politica, nulla di nuovo.

Giunta nella nuova casa Bellatrix aveva sistemato le sue cose senza troppa cura e poi aveva pensato se fosse il caso di scrivere del suo ritorno subito alla sua famiglia oppure se fosse il caso di attendere qualche giorno, d'altronde doveva riprendere i contatti con loro per avvicinarsi a Lord Voldemort. Alla fine decise di attendere qualche giorno per ambientarsi a lavoro, certamente la sua famiglia le sarebbe stata addosso e chissà che non avrebbero provato a presentarle qualche pretendente. No, decisamente Bellatrix preferì aspettare. Prima di andare al Ministero non si sentiva particolarmente agitata, d'altronde non c'erano motivi per cui agitarsi e quindi lei restò quieta. Si preparò senza fretta e poi si materializzò al Ministero per raggiungere Moody e conoscere presumibilmente il nuovo ministro. Quando fu giunta nell'atrio del Ministero della Magia inglese sentì una lieve sensazione di eccitazione, d'altronde era pur sempre a casa e avrebbe potuto incontrare i vecchi compagni e dimostrare loro quanta strada avesse fatto da quando aveva lasciato Hogwarts. Con l'aria tronfia e un poco sognante si confuse tra la massa, aveva in dosso un completo abbastanza sobrio di un verde bottiglia che doveva renderla aristocratica e professionale.

Ben presto scrutò vicino alla fontana con le statue Moody che la attendeva con un'espressione infelice sul volto. Bellatrix increspò le labbra sottili in un sorriso divertito vedendo il mago corpulento attendere con tale impazienza il suo arrivo mentre scrutava tutti trucemente. Nonostante il loro primo incontro Bellatrix iniziava già a considerare positivamente l'illustre collega, trovava il carattere scontroso di Moody divertente e riteneva l'abilità dell'altro un interessante presupposto per sfidarlo, in questo modo avrebbe accresciuto sia le sue capacità che la sua fama. Non appena l'ebbe vista subito Moody le andò incontro con estrema fretta, spintonando i maghi e le streghe che gli stavano davanti "Alla buon'ora Auror Black" la apostrofò "È un piacere vederti di buon umore già di prima mattina Moody" rispose Bellatrix con un sorrisino. Moody borbottò "Prima mattina dice, hai voglia di fare la spiritosa Black?" La interrogò "Sono le nove del mattino, l'alba è passata da un pezzo" "Certo, e immagino tu te la sia goduta sino all'ultimo".

Bellatrix seguendo Moody lo sentì rispondere ancora nonostante il tono basso e la calca intorno a loro "Ci puoi giurare" "Alla fine quindi non sei altro che un romanticone" osò Bellatrix, ridacchiando. Come immaginava il mago si voltò e la fissò fermamente, poi le rivolse un sorriso storto "Ti piace proprio scherzare Black" rispose "Vediamo se scherzerai anche col nostro ministro" e con due falcate raggiunse una porta che aprì dopo un colpo duro e secco picchiato col grosso pugno. Subito dopo Bellatrix sentì una voce dall'interno che li invitava a entrare, Bellatrix così allungò la mano ma prima Moody la fermò "Niente scherzi" la ammonì duramente. Bellatrix resse il suo sguardo con aria seccata "Non sono una bambina, Moody" rispose, cristallina "So perfettamente quand'è il momento di scherzare e quando di essere seri. Come dovrebbero saper fare tutti" aggiunse, alzando un poco le sopracciglia. Moody annuì piano e poi aprì la porta, entrando con Bellatrix al seguito. La stanza non era troppo grande, c'era una grossa scrivania di legno nera e lucida con poche scartoffie ordinate, una sedia lussuosa ma austera dietro mentre davanti c'erano due sedie di legno con cuscini rossi.

Chasing the darkness (Bellamort)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora