La strada mezzana

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Il giorno seguente Bellatrix era pronta a tornare al Ministero, era pronta a rubare la lista che Voldemort le aveva chiesto e avrebbe fatto tutto il possibile per ottenere informazioni per lui senza farsi scoprire. Si preparò di tutta fretta senza quasi mangiare e poi si materializzò. Il Ministero come suo solito era gremito di maghi e streghe indaffarati, Bellatrix non aveva tempo da perdere e dunque spintonò un poco quelli che non la facevano passare. La lista degli auror presumibilmente doveva essere nel loro ufficio principale, però c'era la forte possibilità che fosse nello studio di Moody considerando quanto era paranoico. Bellatrix entrò e dentro trovò tutto vuoto, nessuno c'era nei paraggi così lei si avvicinò spedita alla scrivania per cercare. Rovistò un poco e di fretta ma presto si rese conto del fatto che lì non c'era assolutamente nulla se non scartoffie.

Moody aveva portato tutto nel suo studio. Sbuffando lievemente Bellatrix chiuse il cassetto e si poggiò alla scrivania pensierosa, indecisa sul da farsi. La porta si aprì ed entrò un collega, era Savage. "Black" la salutò in maniera formale, occhieggiandola da capo a piedi "Savage" rispose lei atona "Da quando tempo" "Vi sono mancata?" Lo vide sorridere appena "Immensamente" replicò, sempre guardandola con sufficienza "Che sei venuta a fare? Hai delle informazioni utili su Voldemort?" Bellatrix restò un attimo silente a guardare l'altro, quell'espressione di sufficienza. "Diciamo" rispose "Lui dov'è? Nel suo studio?" Savage scosse il capo "Non penso" "Ah. È magnifico come sia sempre in giro, non trovi anche tu?" "Bada a come parli Black, è il nostro superiore". Bellatrix sorrise dinnanzi alle parole dell'altro "Ma certo, quindi è un bene essere sottomessi e servizievoli, dico bene?" Savage la fissò con un'espressione appena minacciosa "Modera i termini Black" "Altrimenti cosa mi fai, sentiamo?" Lo sfidò "Sei così arrogante e infantile" "Allora visto che sono arrogante e infantile mentre tu sei un cane fedele perché non vai a cercare Moody e non gli dici che gli devo parlare?"

Savage continuò a fissarla con un'espressione torva sul volto "D'accordo" asserì poi "Bravo. Io lo aspetto nel suo studio" Bellatrix si allontanò un poco e tentò di aprire la porta ma la maniglia non si muoveva. "Moody tiene il suo studio sigillato, solo lui potrà aprirtelo". Bellatrix estrasse la bacchetta e con un colpo la porta si aprì. Si voltò sorridendo per guardare l'espressione stupita del suo collega. Sorrise di più quando lui l'ebbe guardata in volto "Allora io lo aspetto dentro" ripeté. Savage la fissò ancora un attimo, contrariato e poi filò via di fretta. Bellatrix ovviamente non perse tempo, chiuse la porta alle sue spalle e poi aprì i cassetti cercando velocemente. Di certo Moody sarebbe arrivato presto e lei aveva bisogno di quel foglio. Cercò nel primo cassetto in altro, c'erano lettere certamente interessanti ma che lei adesso non aveva il tempo di vedere, poi guardò nel secondo cassetto, nel terzo e strinse i denti. Si staccò dalla scrivania e cercò nel mobile alto vicini al muro, aveva ben sei cassetti.

Prese la bacchetta e la agitò, sperando che funzionasse pur immaginando che Moody avesse preso precauzioni anche per quello "Accio lista" mormorò. E invece dal quarto cassetto fuoriuscì una piccola pergamena arrotolata. Bellatrix non aveva il tempo di leggerla o copiare i nomi da qualche parte, sentì la voce dura di Moody avvicinarsi e così intascò la piccola pergamena in modo che l'altro non la vedesse. Moody entrò spalancando la porta e immediatamente la fulminò con lo sguardo "Black" ringhiò, entrando a grandi passi "Finalmente ti sei degnata di tornare, ma ho l'impressione che tu sia rimasta la stessa o non avresti scassinato in questo modo la porta del mio studio". Bellatrix lo guardò con una vaga aria di sfida "Mi aspettavo delle scuse a dire il vero" Moody rise brevemente "Scuse? E per cosa?" Bellatrix continuò a fissarlo col medesimo sguardo "Forse per il trattamento che mi è stato riservato?" "Forse in America ti avranno trattata con i guanti bianchi" replicò Moody "Ma qui nessuno lo farà. Devi renderti utile".

"In America" replicò Bellatrix "Sono rispettosi di tutti. Qui invece è pieni di pregiudizi, o li soddisfi oppure ti ci intrappolano lo stesso". Moody le lanciò un'occhiata torva "Smettila di blaterare adesso e dimmi cosa vuoi, non ho di certo tutto il giorno libero per discutere con te". Bellatrix gli lanciò a sua volta un'occhiata di disprezzo e poi annuì "Voldemort è difficile da penetrare" gli disse "È estremamente attento. Quello che sto facendo non basta a farlo aprire, così ho pensato di andare oltre". Moody la fissò con attenzione e sospetto "Che cosa hai fatto?" "Ho pensato che se non potevo guadagnarmi la sua fiducia come mago forse potevo guadagnarmela come uomo". Moody pareva ancora sospettoso "E quindi?" Bellatrix inarcò le sopracciglia "Te lo sei scopato!?" Bellatrix annuì "Questo è assurdo!" Ringhiò Moody "Avevi detto che ti piaceva ma addirittura questo, io non mi capacito davvero di come tu abbia fatto!" Bellatrix alzò gli occhi al cielo "Rilassati Moody" rispose "È divertente, è un bravo amante. Non lo avrei fatto se non lo avessi voluto e lui si è mostrato interessato. Pensavo solo che magari avrebbe avuto la lingua più sciolta dopo essersi divertito un po' con me".

Chasing the darkness (Bellamort)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora