La spia segretissima

57 6 0
                                    

Il giorno seguente arrivò e con l'alba comparve anche un orario oltre che a un indirizzo sul biglietto. Bellatrix in questo modo poté prepararsi con calma prima di raggiungere il posto indicato sul biglietto e mentre si preparava tentava di pianificare, tuttavia era un po' complesso dal momento che sapeva tanto poco su di lui, che non era mai stata in quel posto e che Moody le aveva dato una manciata di mesi. La cosa migliore da fare per il momento era affidarsi a Voldemort e fargli domande all'apparenza innocenti o comunque dettate da una sincera curiosità per iniziare a scoprire qualcosa di importante sui Mangiamorte e sul vero piano del mago oscuro. Come indicato Bellatrix si materializzò nell'indirizzo appena passata l'ora di pranzo.

Si ritrovò in un giardinetto non così dissimile dal suo, al centro c'era una casetta stretta e lunga che probabilmente era disposta su tre piani. Certamente non era bella e neppure graziosa, le finestre erano rovinate e il legno della porta un poco annerito sui lati, l'intonaco era scrostato e il tetto di tegole rosse pieno di muschio. Sembrava quasi una casa abbandonata e Bellatrix si stupì se pensava che un uomo elegante come Voldemort potesse vivere in una casa del genere ma effettivamente non aveva la certezza che quella fosse la casa di lui. Dopo una nuova rapida occhiata si avvicinò alla porta e la picchiò con decisione per due volte, poi attese. Pochi attimi dopo avvolto dalla penombra interna all'abitazione comparve Lord Voldemort, come al solito indossava un abito nero e semplice, i capelli neri erano pettinati non in maniera perfetta, gli occhi un poco venati di rosso e segnati da due occhiaie marcate. Bellatrix si stupì vedendo l'aspetto dell'altro "Buongiorno Signore" salutò "Perdonate l'indiscrezione ma siete malato?"

Vide Voldemort sorridere "Ciao Bellatrix Black" rispose lui "Non devi temere non sono malato, semplicemente questa notte non ho potuto dormire". Bellatrix non seppe dire con esattezza il perché ma fu certa che l'altro le stesse mentendo "Se volete vado via" rispose "Non è un problema, posso tornare un'altra volta" "No" Voldemort dissentì "Non c'è bisogno che tu vada via, sono perfettamente in grado di averti qui. Adesso entra, così possiamo parlare" e aprì meglio la porta vecchia per consentire a Bellatrix di entrare. L'interno della casa era cupo, illuminato da appena poche candele e lanterne, e c'era un diffuso odore di marcio. "Mi dispiace per le condizioni di questa baracca" disse lui senza che Bellatrix avesse parlato "Non è mia, è di un amico che l'ha abbandonata e mi ha consentito di poterti allenare qui per la maggior parte del tempo. Sai, per mantenere la segretezza poiché non mi fido di te" e la fissò intensamente. Bellatrix annuì "Certamente, avrei fatto lo stesso" "Bene allora vieni, lo studio è stato un poco sistemato da quello che ho visto e non c'è polvere".

Bellatrix seguì il mago ed entrò nella prima porta sulla sinistra del piccolo corridoio d'ingresso della casa. Era vero la stanza che un tempo era stata uno studio era decisamente meglio del resto, pareva semplicemente una stanza cupa arredata con mobili fuori moda ma era pulita e l'umidità non era neppure così intensa, ma Bellatrix ebbe l'impressione che Voldemort fosse il responsabile di ciò. Si mise a sedere dietro la grossa scrivania massiccia, su di una sedia di velluto verde scuro e invitò lei a sedere sulla sedia disadorna di legno più chiaro ch'era dall'altro lato della scrivania. Bellatrix obbedì e si mise a sedere, notando appena il tappeto blu lavorato e i quattro grossi scaffali colmi di libri che stavano sulle pareti eccetto sugli angoli e dietro la scrivania dov'era un camino in marmo bianco spento. Tornò a guardare il mago, la fissava fermamente e il suo sguardo era enigmatico. "Di cosa volete parlarmi?" Domandò Bellatrix, spezzando il silenzio che si stava creando tra di loro "Oh, di molte cose" rispose l'altro "Primo fra tutte perché una strega come te si è unita agli auror. Insomma, avevi tutto, perché hai deciso di rischiare la vita?"

Bellatrix sorrise "Non per desiderio di aiutare o portare giustizia, lo ammetto" rispose e non era falso "L'ho fatto principalmente per due motivi, il primo è perché desideravo un riscatto" "Un riscatto?" La interruppe l'altro "E per cosa?" "Perché,  nonostante i miei numerosi talenti, la mia famiglia non ha mai visto in me nulla più che una futura matrona purosangue" "Il fratello di tuo padre no però" "Sì, zio Alphard ha sempre creduto in me, se non fosse stato per il suo sostegno non sarei mai potuta diventare auror. Comunque speravo che adesso anche il resto della mia famiglia avesse una più alta considerazione della mia persona ma come avete potuto vedere da voi non è così" "E l'altro motivo invece?" Domandò Voldemort serenamente. Il sorriso di Bellatrix si fece più ampio "Perché voglio combattere" rispose "Sogno di combattere da quand'ero una bambina. Certo ci sono anche altri mestieri pericolosi come la dragologa" dopo quelle parole Bellatrix lo vide inarcare le sopracciglia "La dragologa?" "Sì" confermò Bellatrix "Mi piacciono i draghi ma alla fine ho scelto di fare l'auror perché io ho bisogno di duellare e occuparmi di un drago non mi avrebbe mai consentito di fare questo" "Quindi immagino che tu aspiri a sostituire Moody non appena avrai l'età per farlo" "Certo, ero e resto una serpeverde orgogliosa, punto solo al massimo" replicò lei candidamente.

Chasing the darkness (Bellamort)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora